Incidente Romboni: il 15 aprile si va a processo
Ad oltre sette anni dalla tragedia, è stata fissata una data di inizio del procedimento destinato a stabilire se ci furono responsabilità penali nell’incidente che il 30 novembre 2013 causò la morte in pista di Doriano Romboni.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Latina, Giorgia Castriota, ha infatti rinviato a giudizio i tre indagati per l’incidente sul circuito “Il Sagittario” di Latina, durante il Sic-Day.
Si tratta di Sandra Temporini, amministratore delegato della società “Il Sagittario“ titolare del circuito motociclistico, dell’ispettore Gennaro Caccavale e di Adamo Leoni, coordinatore del Comitato impianti della FMI.
La prima è accusata di “aver omesso di adottate tutte le cautele necessarie alla gestione dell’impianto per impedire il superamento dei limiti di rischio connaturati alla pratica sportiva”; a loro volta, secondo la tesi del giudice, gli esponenti federali non avrebbero invece rilevato le discrepanze tra i dati riportati nella planimetria della pista e non avrebbero prescritto protezioni in corrispondenza del tratto a rischio.
La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 15 aprile, davanti al giudice Velardi; la moglie e tre figlie di Roboni, che si sono costituite parti civili, saranno assistite dall’avvocato Caterina Caterino, mentre l’avvocato Sara Parizzi rappresenterà i genitori e il fratello della vittima.
In merito alla notizia sul rinvio a giudizio per la scomparsa di Romboni, va registrata la dichiarazione ufficiale rilasciata da Giovanni Copioli, presidente della FMI: «Prendiamo atto della decisione del Giudice per le indagini preliminari. Seguiamo con massima attenzione l'evolversi di questa dolorosa vicenda avvenuta il 30 novembre 2013 sul circuito 'Il Sagittario' di Latina in occasione di una manifestazione commemorativa per Marco Simoncelli. Abbiamo la massima fiducia nell'operato della Magistratura. Come Federazione Motociclistica Italiana, abbiamo sempre dimostrato la massima disponibilità e collaborazione con le Autorità competenti per fare chiarezza su questa tragica vicenda».
Parole estremamente prudenti ed attente, che confermano la delicatezza di un caso che coinvolge direttamente rappresentanti della Federazione e, di riflesso, l’intera FMI.
In un paese serio la FMI sarebbe condannata ad una pena pecuniare talmente elevata da cancellarla dalla faccia della terra purtroppo siamo, come diceva il poeta, nel paese dei cachi.