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L’Harley-Davidson "made in China" che sembra una Benelli. Ma sarà così?

- Harley-Davidson vuole aumentare il suo fatturato all’estero. L’accordo con Qianjiang Motorcycle, proprietaria anche di Benelli, è in questo senso una mossa giusta: si attaccano i mercati in crescita, si evitano i dazi, si riducono i costi e si comprimono i tempi di produzione
L’Harley-Davidson made in China che sembra una Benelli. Ma sarà così?

Per Harley-Davidson le sfide si chiamano ricambio generazionale dei propri clienti (soprattutto in casa, Harley sta soffrendo il calo delle vendite legato a questo aspetto), espansione nei mercati asiatici, elettrificazione, ampliamento della gamma verso l’alto e il basso: il tutto con la barra dritta su storicità, esclusività e posizionamento premium del marchio.

Il recente accordo firmato con Qianjiang Motorcycle Company Limited è un tassello di questa evoluzione nella strategia di sviluppo “More Roads To Harley-Davidson” lanciata un anno fa. Una road map da qui al 2027, che prevede anche l’incremento del 50% delle vendite al di fuori dagli USA.
Il CEO Matt Levatich sostiene che ci sono grandi opportunità per H-D nel lungo termine in Cina, e che fino al 2022 l’obiettivo realistico della marca è di una crescita del 6% all’anno.

 

L’intesa con Qianjiang prevede la costruzione di moto di piccola cilindrata, adatte al mercato cinese e successivamente esportabili in altri mercati dell’area asiatica. La prima di queste è una 338 cc che arriverà nelle concessionarie cinesi entro la fine del 2020, e nel comunicato che ha annunciato l’operazione è stato allegato un disegno (qui sotto) che dovrebbe dare l’idea del futuro modello, anche se la stessa H-D precisa – con la classica formula - che “si tratta di un prototipo le cui caratteristiche potrebbero variare rispetto al modello in vendita”.

Vedi il listino Harley-Davidson

Vedi il listino Benelli

Il disegno del prototipo 338
Il disegno del prototipo 338

Il disegno mostra infatti l’ossatura di una Benelli 302S con un abito stile Harley XR: troppo scontato per essere vero.

D’altra parte, Qianjiang Motorcycle, il cui nome per esteso della società attiva dal 1985 è "Zhejiang Qianjiang Motorcycle Group Co.", dal 2005 è proprietaria della pesarese Benelli e controlla altre otto società che comprendono i marchi delle "due ruote" Keeway, KRSR e Generic, noti anche in Europa.

Ma ciò che più conta è il fatto di essere uno dei principali costruttori motociclistici cinesi, capace di essere il secondo fabbricante per tre anni in Cina (con oltre 1,2 milioni di veicoli prodotti), occupando 14.000 dipendenti. In Cina vende prevalente ciclomotori e moto fino a 250 cc, oltre agli scooter ovviamente, ma la sua produzione arriva alla cilindrata 1.130, e l’esportazione raggiunge 130 Paesi.

La Benelli 302S utilizzata come base nel disegno H-D in alto
La Benelli 302S utilizzata come base nel disegno H-D in alto

Qianjiang offre insomma le necessarie garanzie come partner industriale, è fra le poche industrie cinesi specializzate nelle grosse cilindrate, e come società ha alle spalle la solidità della proprietà Geely Automobile - ovvero di un colosso cinese dell’automobile, oltre a essere il maggiore azionista di Volvo Group (8,2%) e Daimler AG (6,69%), di possedere il 51% di Lotus Cars e il 49,9% di Proton Holding.

Costruire moto in Cina permette ad Harley-Davidson di non pagare le alte tariffe doganali che colpiscono le merci importate - è il motivo che ha scatenato la politica dei dazi di Trump verso i prodotti cinesi - di ridurre i costi di produzione, e infine di esportare più semplicemente in quell’area.

Harley-Davidson già costruisce nel suo stabilimento indiano di Bawal i modelli Street 500 e Street 750, che vende in tutto il mondo (da noi arriva solo la versione 750), oltre che in America per il mercato domestico.
Queste moto hanno motore V2 raffreddato a liquido.

La Street 500 Made in India (e Made in Usa) esportata in tutto il mondo
La Street 500 Made in India (e Made in Usa) esportata in tutto il mondo

La cilindrata annunciata di 338 cc (che fa un po' il verso alla “883”), il disegno diffuso da H-D e la scadenza 2020, hanno spinto ad alcune semplici conclusioni.

Ovvero, che per ottimizzare i costi e accorciare i tempi, la meccanica scelta utilizzerebbe piattaforme motore già esistenti. Guarda caso la cilindrata 338 cc si ottiene con i cilindri del motore Benelli “502 (alesaggio 69 mm) e l’imbiellaggio del Benelli “302 (corsa di 45,2 mm): siamo a 338,03 cc per la precisione.

Potrebbe essere così, anche se ciò vorrebbe dire avere un motore a corsa corta poco elastico, ma nell’annunciare l’accordo con QJMotor, Harley-Davidson ha parlato di un modello premium che “incarnerà l’estetica, il sound e il feeling” delle moto Harley-Davidson. Per cui c’è da aspettarsi qualcosa di più originale che non una Benelli con diverso abito e marchio.

Quando l’anno scorso Harley dichiarò che voleva spostare la produzione in Europa per evitare il problema dei dazi, e costruire un impianto in Thailandia, il presidente USA Donald Trump minacciò la società dicendo che avrebbe aumentato le tariffe che la riguardavano e che Harley sarebbe stata boicottata se avesse costruito all’estero.
Questa volta la notizia dell’accordo cinese non ha sollevato polemiche.

Vedi il dossier Harley-Davidson e Trump

  • lucamax62
    lucamax62, Milano (MI)

    Va bene che questi sono americani, notoriamenti poco inclini a conoscere la storia dei motori ma la vicenda mi ricorda un pò quando un grande marchio italiano decise di produrre un modello economico della sua auto sportiva per aumentare la produzione e rendere accessibile al grande pubblico le sue auto.
    La cosa non servi a fermare il declino e solo tornando a fare modelli eclusivi il marchio fu rilanciato.

    Tornmando ad HD, la cosa incomprensibile è che in Cina ci sono milioni di cinesi con un patrimonio molto elevato , quindi il problema non sono i dazi elevati.

    Comunque mettere il suo marchio su un prodotto banale anche se confinato al mercato cinese non è una buona idea perché svaluta tutta l'immagine del marchio che è la più grande risorsa che possiede HD.

    Uno compra una HD solo perché è HD è un marchio iconico.

    L'unica casa che è riuscita a contrastare HD creando una moto altrettanto iconica è Honda con la sua mitica Gold Wing
  • Fabio Ricci1
    Fabio Ricci1, Gambassi Terme (FI)

    Da appassionato e possessore Harley qui mi devo dividere ,ovvero esporre il mio pensiero in base a ciò che mi detta il cuore e in base a ciò che mi dice la ragione .Con il cuore dico che ho iniziato ad appassionarmi delle Harley e delle custom in generale negli anni 80 con i telefilm Americani,così diverse da quelle che io stesso e coetanei (adolescenti)ambivamo in quel periodo (Aprilia e Cagiva su tutte),così grosse e splendenti nelle cromature ,bellissime nonché da quel sound selvaggio simile al galoppo di un mustang un piena prateria ,senza dimenticare la guida svaccata ,piedi in avanti a pugni in alto .....ecco come mi sono innamorato delle Harley ,quindi quando penso ad un Harley instintivamente penso a queste e solo a queste ed è per questi motivi che il nuovo corso della MO.CO mi lascia sconcertato.Razionalmente però penso che probabilmente è l unica strada da percorrere per restare nel cerchio dei grandi produttori di moto ,come già detto in precedenti articoli ,Il loro è il più ambizioso e folle piano di riposizionamento sul mercato delle due ruote sono convinti di farcela e ci credono fermamente;ecco noi italiani dagli americani dovremmo imparare questo o avremmo dovuto farlo,chissà magari oltre a Ducati avremmo avuto qualche altro marchio italiano nell' elite mondiale di quelli che contano .......
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