La parabola di Danny Kent: dal titolo mondiale alla pena detentiva
Danny Kent, il campione del mondo di Moto3 e primo britannico ad aver vinto un Mondiale dopo Barry Sheene nel 1977 l'ha fatta grossa: è stato riconosciuto colpevole di aver avuto con sé un coltello da cucina con la lama da sei pollici durante una rissa.
I fatti si riferiscono a un episodio avvenuto lo scorso marzo quando un 63enne ha dichiarato di essere stato colpito dal fratello del pilota - che oggi corre nella Superbike inglese - e di aver visto sopraggiungere quest'ultimo che l'avrebbe spintonato lasciando cadere l'arnese.
Kent ha ammesso le accuse dichiarando che alla base della vicenda c'era la riscossione di un debito e di essere intervenuto perché pensava che suo fratello fosse vittima di un'aggressione ma che non avrebbe mai usato il coltello, che “aveva con sé - come ha spigato l'avvocato durante l'udienza - per aprire le scatole”.
La sentenza ha stabilito per il pilota britannico una condanna di quattro mesi di carcere sospesa dalla condizionale per un anno e una pena pecuniaria di 115 sterline di risarcimento alla vittima oltre che 85 di spese. Un impegno economico di poco conto, dunque, neppure paragonabile a quello derivato dall'immediato licenziamento da parte del suo team, che l'ha già rimpiazzato con Gino Rea.
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mauromoto, Treppo Grande (UD)Mi fanno ridere, anzi riflettere le spese processuali rispetto a quelle abominevoli "Italiane". Ma che fine fanno questi introiti, che dovrebbero accorciare i provvedimenti giudiziari nazionali ?
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bomber271, Carunchio (CH)Nel 2012 era il protetto di Stoner e Ducati voleva ingaggiarlo della moto3 alla motogp perché lo riteneva un talento.