Manx GP

Manx GP 2024: Una Ducati 916 vince la Classic Superbike. Bonetti e la Bimota quattordicesimi

- Lunedì di gare: tutte in solo giorno a causa del maltempo. Browne riporta dopo 29 anni una Ducati a vincere sul Mountain, Bonetti 14esimo in Classic Sueprbike e secondo nella Ultralightweight (sesto assoluto). Ecco tutto quello che è successo sull'Isola di Man
Manx GP 2024: Una Ducati 916 vince la Classic Superbike. Bonetti e la Bimota quattordicesimi

In un lunedì dove per forza maggiore si sono dovute concentrare tutte le gare del Manx GP 2024 (a parte la Junior, disputata il sabato, fermata per bandiera rossa e poi considerata valida) le sorprese non sono comunque mancate.

Grande vittoria nella Classic Superbike per Mike Browne che riporta una Ducati a vincere sul Mountain dopo 29 anni e per la prima volta una 916 sul gradino più alto del podio. Nel 1995 fu Robert Holden a vincere con una Ducati Supermono la categoria dedicata ai monocilindrici, ma l'anno scorso soltanto un inconveniente tecnico impedì a una Ducati 916 di far bella figura sul Mountain fermando Dean Harrison lanciato verso il successo.

 

La Classic Superbike è stata l'ultima a partire, quasi scommettendo che il tempo reggesse perchè - non ci stancheremo mai di ripeterlo - il Clerk of The Course non transige sulla sicurezza e quando le condizioni meteo sono incerte stoppa ogni attività sui 60 km del tracciato. Questo ha portato a far partire la gara ma, non appena i piloti sono arrivati sul Mountain dove la nebbia (e il freddo...) stavano stringendo la morsa sui velocissimi curvoni si è scelto di far svolgere soltanto un giro. Vittoria quindi per Browne, rispettando sia i pronostici che i valori in campo, in testa fin dai primi metri e staccando al traguardo, di quasi 14 secondi, Rob Hodson (Kawasaki ZX-7RR). Terzo, Derek Sheils su Kawasaki ZXR750 del 1992.

Per la cronaca: Michael Dunlop non è partito dopo che nelle qualifiche la sua Ducati 916 si è ammutolita dopo 5 chilometri, mentre il rientrante Hutchinson è arrivato sesto precedendo Rutter, Johnston e la sua RC45 si sono ritirati al pari di Hind e Coward.

Bellissimo vedere le Norton a motore rotativo, le RC45, le Suzuki SRAD e tutte le altre meravigliose moto degli anni '90 sfidarsi sul Mountain, con la bella prestazione di Stefano Bonetti e della sua Bimota YB4 E.I.R che hanno agguantato un buon 14esimo posto, condizionati dalle condizioni particolari in cui si è corso. Abbiamo chiesto al pilota del Team Speed Shadows un commento sulle sue gare (ha corso anche nella Ultra-Lightweight, ne parliamo sotto) e sull'intero evento:

"Per fortuna ci hanno fatto correre la Classic Superbike, perché c'è stato un momento in cui abbiamo pensato che annullassero tutto per il maltempo e saremmo tornati a casa senza disputare alcuna gara. Sulla montagna c'era una nebbia paurosa, sui quei curvoni da quinta e sesta non vedevi dove andavi. Hanno fatto bene (a fermare la gara n.d.r.). Peccato perchè il decimo è a 5 secondi, io avevo pensato di spararmi un secondo giro alla morte ma poi... il secondo giro di sicuro sarei andato più forte perché quando sno partito avevo ancora in mente la 400 (la Classic Superbike si è corsa dopo la Lightweight n.d.r), la Bimota ha 70 cavalli in più e dovevo riabituarmi: infatti il primo settore l'ho fatto piano, 7 secondi più lento di quanto faccio di solito. Ma tutta la strada era brutta: vento sulla montagna, pozze d'acqua da tutte le parti"

Bonny mi spiega che le pozze vengono segnalate dai Marshal con le bandiere ma non sai mai realmente quanto sono bagnate e dove sono prima di attraversarle o vederle: è una circostanza di cui fai tesoro per il giro successivo, ma in questo caso non c'è stato alcun giro successivo visto che la gara è stata fermata dopo il primo passaggio sul traguardo.

La Bimota YB4 E.I.R è stata perfetta: "una bomba, è andata benissimo. Ho ingranato soltanto nelgi ultimi settori, un risultato nei primi 10 era possibile. Torno in Italia contento: con la Kawasaki ho fatto secondo a quattro secondi dal primo, girano un po' i ... (avete capito, n.d.r.) e avrei preferito prendere mezzo minuto, ma anche lì è stata condizionata dall'unico giro e con un secondo giro forse la sfangavo io. Ma va bene così, non si è rotto nulla e riconsegnamo la moto integra ai proprietari. Ho perso qualcosina girando dietro Maurizio (Bottalico n.d.r.), ma le gare sono così".

E come è andata la Kawasaki ZX-4RR? "Bella, bella: si andava sempre sesta/quinta al limitatore. Per essere una moto di serie non va male! Se gli fai qualcosina, anche solo di aerodinamica, tiri giù 20 secondi al giro e puoi arrivare sul podio della 250".

Sul Manx GP di quest'anno Stefano ha avanzato qualche perplessità sul programma di gara che magari - a suo avviso - poteva essere gestite diversamente, dal sabato senza gare alla velocità di alcuni concorrenti che non gli è sembrata sempre all'altezza, specie per i Newcomer. Noi, in ogni caso, sappiamo quanto sia difficile trovare la quadra tra aspettative del pubblico, dei piloti (che spendono una fortuna per essere sull'Isola: ricordiamoci che è tutta gente che non prende premi gara), gestione della sicurezza, organizzazione logistica dell'evento.

 

Lightweight: Lougher è leggenda!

Vincere a 41 anni dal proprio debutto sul Mountain non è cosa da tutti: Ian Lougher ha conquistato la Lightweight (corsa su un solo giro) con la sua Yamaha TZ 250, ma la gara è stata condizionata dalle difficoltà di Michael Dunlop che era partito benissimo accumulando un buon vantaggio con la sua Honda RS250, fino a quando un problema tecnico non l'ha costretto a giocare di rimessa e perdere terreno. Risultato, dopo il singolo giro di gara, Lougher primo con un grnde Lee Johnston secondo e terzo Stuart Hall.

 

Alle loro spalle la battaglia per la Ultra-Lightweight (le 400 cc quattro cilindri, le mono e così via: corrono insieme alle Lightweight ma hanno una classifica separata) è stata vinta da Evans su una KTM Moto3 (quinto assoluto, primio di categoria) e alle sue spalle - a meno di 5 secondi - è arrivato Stefano Bonetti con la Kawasaki ZX-4RR (sesto assoluto e secondo di categoria). Maurizio Bottalico è arrivato undicesimo, Dunlop ha alla fine concluso quindicesimo e il mannese Nathan Harrison si è dovuto ritirare a Ballaugh Bridge.

Senior: vince Ingham

Dopo aver terminato al secondo e terzo posto nei due anni precedenti, Daniel Ingham ha ottenuto la sua prima vittoria nella Senior (due giri) di lunedì pomeriggio. Sempre in testa, ha vinto su Chris Cook con un vantaggio di 35,394 secondi con Sam Johnson che ha completato il podio al terzo posto. il nostro Maurizio Bottalico - che aveva tutti i numeri per puntare alla vittoria - ha dovuto parcheggiare al primo giro la moto a Greeba Bridge con il motore ammutolito. Delusione, anche perchè nel 2023 aveva dovuto subire un ritiro sempre per problemi tecnici e quest'anno la determinazione era al massimo.

Daniel Ingham
Daniel Ingham

Classic Senior: Shaun Anderson batte McGuinness (per un decimo!)

Shaun Anderson torna a casa potendo dire di aver battuto "The Legend" John McGuinness (Winfield Paton) : gara emozionante, quella della Classic Senior che ha visto Anderson prevalere su "McPint" per 0,163 secondi su oltre 60 km di tracciato dell'unico giro di gara. Terzo, a oltre 13 secondi, Adam Mclean (su una Royal Enfield del 1956 di Flitwick Motorcycles).

 

Le due Paton di Anderson e McGuinness si sono sfidate durante l'unico giro di gara, con il pilota di Morecambe in testa fino alla parte finale del Mountain, poi il gap con Anderson si è dfinitivamente chiuso e Shaun ha vinto con un margine risicatissimo alla velocitè media di 110,613 mph.

 

Shaun Anderson
Shaun Anderson

Nella stessa gara, ma con classifica separata, ha corso la - appena reintrodotta - Classic Junior, vinta dal newcomer Harley Rushton (Chris Hughes Racing Honda) con un margine di  48,898 secondi su Glen English (Melbray London Honda). Mark Johnson (MJ Racing Honda) ha completato il podio al terzo posto.

Foto: Manx GP

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