l'editoriale di nico

Nico Cereghini: "Dopo i tedeschi finti, arrivano quelli veri"

- Occhio al turista. Tedeschi ed olandesi sono già qui a far vacanza sulle nostre strade. Benvenuti tutti, ci fa piacere che scelgano l’Italia; ma noi dobbiamo stare con gli occhi spalancati | N. Cereghini
Nico Cereghini: Dopo i tedeschi finti, arrivano quelli veri


Ciao a tutti! E attenti a dove mettete le ruote. Turisti: per fortuna arrivano in tanti già da metà maggio, e naturalmente sono ben accetti, ma gironzolano con l’aria felice, si guardano intorno mentre dicono “schon” e qualche volta possono diventare un pericolo.
Tedeschi. Tutto l’anno circolano quelli finti, con le macchine di lusso targate Monaco di Baviera o Stoccarda. Quei famosi furbetti –avrete visto il servizio andato in onda alle Iene un mese fa- che con il leasing stipulato con la compagnia straniera fanno un bel tris: pagano meno tasse di noleggio, non figurano proprietari del macchinone, e in più non pagano le multe. A Milano sono sempre di più, li vedi sulle corsie preferenziali, gli rivolgi una domanda in tedesco e loro ti guardano con l’aria interdetta. Li riconosci lontano un chilometro e il vezzo si diffonde a macchia d’olio da Torino a Forlì e anche più giù. E poi ci sono invece i tedeschi autentici, e anche gli olandesi, i meno numerosi inglesi e francesi. Willkommen in Italia. Però per piacere, non buttatemi giù dalla moto.

Willkommen in Italia. Però per piacere, non buttatemi giù dalla moto


Un passo appenninico secondario, domenica. Temperatura ideale, freschetto ad alta quota, asfalto rifatto da poco: bello ruvido e gripposo, ma con qualche chiazza di bagnato perché ogni tanto scroscia. Traffico praticamente zero, una curva tira l’altra, il motore canta e il cuore pure, il passo è normo-vivace. Dietro una curva cieca da seconda, ecco il turista dell’Italia minore. E’ il tedesco che non si accontenta di campeggiare sul Garda, ma si spinge fino all’Elba deviando sui percorsi meno frequentati. E fa bene, naturalmente, ma il suo camper da sei metri e venti di lunghezza è largo quasi due; e se invece di cercare una piazzola lui si ferma dietro una curva lungo la provinciale per fotografare monti e castagni, allora la sua corsia resta occupata per intero. E non passerà nessuno, ma se passa?

Passo proprio io, guarda il caso. Sbuco dalla curva sui settanta all’ora. E meno male che i miei riflessi sono ancora al top, perché in quei casi lì in un nanosecondo devi realizzare quanto spazio hai, raddrizzare quel tanto che puoi, frenare più che puoi, sperando che dall’altra parte non arrivi nessuno. E la combinazione perfetta riesce anche questa volta, le gambe tremano un po’, ma basta un chilometro di pieno relax per recuperare battito e respirazione regolari.

Viva i turisti, viva i tedeschi veri e abbasso quelli finti. E viva anche la moto: basta ricordare che dietro ad ogni curva può esserci una trappola infernale. E lo dico proprio a tutti, a quelli che fanno il turismo e a quelli che sull’Appennino impostano ogni curva come se fosse quella decisiva per vincere il Gran Premio.
 

  • ded01
    ded01, Roma (RM)

    Un grande spavento ....

    E' uno dei miei ricordi indelebili e fortunati, e lo devo ad un'anzianotta coppia germanica. Ero da poche settimane il felicissimo possessore di una Fazer 1000 a carburatori (e lo sono ancora), bellissima giornata primaverile ed io che gongolavo da giorni sui passi appenninci (tosa, futa, raticosa, muraglione, ecc.). Scendevo dalla consuma in direzione Firenze ed ero incolonnato nel traffico, placidamente sorpassavo dove e quando possibile, in tutta sicurezza. Mentre sorpasso il camper tedesco ed ero ormai in fase di rientro, scorgo con la coda dell'occhio che l'autista aveva accellerato impedendomi di rientrare nella corsia. Sono colto alla sprovvista, non credevo ai miei occhi e soprattutto avevo già palesato il mio rabbioso sconcerto al simpatico camperista, quando mi ritrovo sulla linea di mezzeria con un tir che mi viene incontro e ... credetemi ... ho temuto veramente di fare la fine dell'hamburger. Sono rimasto lì, a chiappe strette, tra il tir ed il camper, pregando come non facevo da anni. Potete immaginare lo scambio di battute che abbiamo avuto dopo (durato a lungo) e sebbene la lingua non fosse la stessa, ho capito che stavo per morire perchè avevo superato la linea continua e non avevo il diritto di rientrare, Ammetto di aver violato il codice della strada, ma la pena di morte credo che fosse eccessiva. Per cui se avete camperisti tedeschi a tiro, pensateci bene prima di superarli. Bye bye
  • ellebubi
    ellebubi, Urbino (PU)

    Mah.

    Caro Nico, ti seguo e ti apprezzo da quando scrivevi e facevi vignette su 'La Moto' (1980 o giù di lì. Francamente trovo però che questa volta hai peccato di imprudenza e forse hai anche violato il codice della strada. Uscire da 'una curva cieca da seconda' in una strada pubblica ai 70 mi sembra quantomeno imprudente. Poi, trattandosi di strada di montagna, sai che spesso girano trattori e lenti mezzi agricoli di ogni tipo. Non so qual'era il limite di velocità su quella 'curva cieca', ma presumo, per la mia moderata esperienza stradale, che fossero i 50.
    Questo, senza nulla togliere all'imprudenza del camperista.
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