Nico Cereghini: "In viaggio, per non pensare"
Ciao a tutti.
Vorrei parlare di Shoya Tomizawa, ma lasciate che il silenzio ci aiuti a riflettere. Ne abbiamo parlato tanto, sui media se ne parlerà anche troppo e molto a sproposito: non è più il tempo di recriminare, ma piuttosto è l’ora di elaborare il lutto. Il nostro è uno sport pericoloso, la moto può essere pericolosa in sé, eppure è lei che amiamo. Ci torneremo sopra.
Quante moto sulle strade dell’estate, e quante GS. Sul sito ne avete discusso molto, quelli sono motociclisti un po’ troppo modaioli secondo alcuni di voi, ma non è mica vero che non salutano. Del resto io ne ho avute due –grandissima moto la GS, fin dalla prima 1100- e salutavo tutti, persino gli scooteristi: guidavo solo con la mano destra a furia di salutare, e ci sarebbe da perdere i punti della patente solo per questo. Quelli che mi stanno più simpatici, però, viaggiano con la Suzuki V-Strom 650 e le loro borse troppo larghe; mi sembrano dei puri, mi parlano di grande passione, riconosco da lontano quelle brutte plastiche sotto il fanalino e già mi viene il buonumore.
Occupano lo spazio delle roulotte olandesi ma non sembrano soffrirne affatto. Nella mia classifica dei “chilometri tanti stancarsi mai” seguono quelli con la vecchia Multistrada, che pure non mi è mai piaciuta per quel cupolino sfasato, e poi i mototuristi con le enduro monocilindriche equipaggiate con borse di ogni tipo. In coppia, felici, sulle strade più belle del mondo e pazienza se piove un po’ troppo spesso come è accaduto questa estate: due borse della Esselunga bastano a proteggersi le scarpe da tennis. Fanno un po’ schifo ma volete saperlo? Li invidio.
Quando giravo l’Europa con equipaggiamento zero e la mia Laverda SF 750 rosso scuro, ammiravo quelli con le BMW R 69S bianca (o anche nera) che già viaggiavano con l’abbigliamento in pelle e le borse Krauser. A centoquaranta, solo un fruscio allo scarico e neanche un capello che sbattesse all’aria. Erano i primi anni Settanta, la mia giacca a vento si gonfiava come una mongolfiera e al portapacchi legavo enormi borse militari litigando con cattivi elastici e pericolosi ganci d’acciaio. Lo vedessi ora, uno che viaggia messo così, mi farebbe tenerezza; logico, è una questione di nostalgia.
E voi? Che viaggiatori siete stati, questa estate? Quelli tutti perfettamente a punto o gli improvvisati? Quelli rilassati o quelli ansiosi? Riuscite a godere la vacanza soltanto se siete ben equipaggiati o siete piuttosto del tipo che “tutto va bene basta andare”? Tanto per chiacchierare un po’ e provare a distrarci per superare il disastro di domenica a Misano.
Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra.
Eddai Nico!!!!
il piacere del viaggio