Nico Cereghini: “La dignità dei Giapponesi”
Ciao a tutti! Le immagini che arrivano dal Giappone sono sempre più terribili, purtroppo. Sembrano un film, nessuno avrebbe potuto immaginare questa tragedia nella vita reale. Eppure è tutto vero, e chissà se è tutto qui o ci aspetta di peggio. Il terremoto, lo tsunami, il rischio nucleare. Già si parla di diecimila vittime, di intere città rase al suolo, e adesso sappiamo che persino Tokyo è minacciata dalle radiazioni.
In tutto questo enorme dramma, tra le decine di documenti filmati che circolano sulla rete, c’è qualcosa che già conoscevo ma che mi tocca il profondo del cuore. La gente trattiene le emozioni. Il popolo giapponese vive le perdite, i lutti, il terrore di questi giorni senza lasciarsi andare. La sofferenza delle persone inquadrate e intervistate è palpabile, e non potrebbe essere diversamente, ma loro cultura ha il sopravvento anche in queste ore. Sono stati educati fin da bambini a tenere nascosti i sentimenti.
Lo dico con rispetto per la loro grande civiltà, che ora rischia il tracollo. La dignità che mostrano nella sofferenza è qualcosa che mi colpisce. E il confronto con la nostra cultura è così grande che un po’ mi vergogno. E già lo sapevo, l’avevo verificato anni fa nei viaggi organizzati dalle case per presentare i loro impianti modello e i nuovi modelli. I Giapponesi sono gente speciale.
Ricordo un’occasione alla Suzuki. I dirigenti di quella casa avevano una gran passione per il canto ed una sera, dopo il loro coretto sulla base musicale del Karaoke, che era di gran moda, invitarono noi giornalisti italiani a fare altrettanto. La canzone italiana è mitica, per loro, così come la musica italiana. Intonammo, al meglio delle nostre possibilità, Volare di Modugno. E i dirigenti ci aiutarono a concluderla perché la conoscevano anche meglio di noi. Bene, quella serata è rimasta per molti di loro, che ho rivisto negli anni, qualcosa di speciale che ci univa davvero. E ho capito che quella è gente che sa provare grandi sentimenti, eccome, ma non li sa esprimere.
Ora non saprei come consolarli. Credo purtroppo che non ci sia il modo. L’unica cosa che ci rimane è il silenzio. E per chi crede, e in queste ore un po’ li invidio, la preghiera.
Nico Cereghini
Foto: AFP/AP/Reuters
Il probelma...
L'unica soluzione sarebbe quella di produrre ed utilizzare autonomamente la propria energia elettrica ma questo comporta uno stravolgimento delle leggi italiane. Inoltre il 90% del parlamento storcerebbe il naso visto che perderebbero una bella fetta di tasse con le accise.
Poi, Cernobyl non è affatto un errore del regime. L'errore è stato fatto fondamentalmente dai capi ingegneri della centrale che prima hanno voluto fare una prova di raffreddamento per inerzia senza tecnici qualificati e disattivando tutti i sistemi di sicurezza (e già qua siamo alla follia); successivamente hanno tentato di minimizzare l'accaduto perchè i rilevatori misuravano 3.5 Rg/h anche se questi erano a fondoscala... Infatti le reali misurazioni erano centinaia di volte superiori (i pompieri e gli infermieri stramazzavano al suolo dopo neanche 15 minuti) ma continuavano a dire che era tutto sotto controllo dato che i rilevatori misuravano solo 3.5 Rg/h (e qua siamo alla stupidità pura). Alla fine tentarono di insabbiare tutto dicendo che non c'era alcun problema (da completi dementi tentarono di far passare per stupida l'intera europa...) peccato che i rilevatori delle centrali Svedesi si illuminavano ad albero di natale... Alla fine mandarono i soldati a gettare sacchi di sabbia borica a mano dagli elicotteri con una mascherina da medico come unica protezione.
Ecco, questo in sintesi è l'unico caso di 7° grado INES in 50 anni di nucleare. Converrai che non è stato un "semplice" errore umano... Sembra abbiano fatto a gara per combinarne il più possibile nel minor lasso di tempo!!! Peccato che ci sono riusciti... E peccato che questa somma di cazzate (ovviamente tenute nascoste fino all'89, a giochi ormai fatti...) ci abbia fatto abbandonare l'unica strada all'epoca percorribile per avere un minimo di autosufficienza energetica... Ti sei mai chiesto come sarebbe economicamente l'Italia se adesso avessimo a disposizione il nucleare?
Three Miles Island effettivamente fu il primo 6° grado ma fra il 6° ed il 7°, a livello di gravità, ce ne passa... Su Fukushima sinceramente non saprei proprio cosa dire visto che ormai non si capisce più una mazza: fino a qualche giorno fa dicevano che eravamo ai livelli di Cernobyl (7° grado), poi che si era al 6° (più ragionevole...) mentre ieri dicevano che si era passati da un 4° al 5°. Qualcuno mi sa spiegare questa lotteria di numeri? Perchè non si passa da valore all'altro così alla membro di cane...
2 sono le cose: o là in Giappone sono strafatti di Sake e danno numeri a caso o qualcuno dalle nostre parti ci sta prendendo per culo.
E visto il referendum prossimo sono più propenso per la seconda ipotesi...
Riguardo poi la sicurezza in caso di terremoto... Chiamiamo i giapponesi a progettarle. Se da loro i grattacieli resistono ad un 9° Richter vuol dire che hanno la competenza minima necessaria per costruire un edificio che al massimo dovrà sopprtare un 8° Richter... Perchè noi i terremoti giapponesi ce li sognamo!!! Se poi i nostri politici desiderano provarli possono andare in Giappone e vedere come funzionano là le cose... Se poi i nostri politicanti e giornalisti, esperti di terremoti e nucleare come mai si sono visti in giro, a livello di sismicità ci paragonano al Giappone vuol dire che vivono su un'altro pianeta. Ma allora a quel punto dovrebbero cambiare aria e andarsene!!!
@sacramen
Ci hanno venduto il nucleare come una forma di energia sicura e pulita, che Three Miles Island è stato errore umano, Chernobyl il risultato della follia di un regime, Fukushima un cataclisma naturale. Io rispondo così: non so quando capiterà il prossimo errore umano, so che capiterà (questo non lo dico io, c'è un'ampia ed approfondita letteratura sullo Human Factor -e l'argomento mi riguarda anche dal punto di vista professionale). Non so quando arriverà qualche altro regime folle, però probabilmente capiterà (le relazioni sociali umane sono sempre state piuttosto instabili e spesso violente). Non so quando ci sarà il prossimo terremoto e non so quanto sarà forte: so solo che capiterà e che abbiamo limitatissime capacità di previsione a riguardo.
Con queste premesse, come posso affidarmi all'atomo? Oggi noi godiamo di questa energia, oggi possiamo accatastare le scorie in depositi "temporanei", oggi possiamo dire che le nostre centrali sono sicure. Ma domani? Il prezzo dell'uranio aumenta, la costruzione, il mantenimento e lo smantellamento delle centrali hanno costi: fino a quando saranno competitivi? E quando non lo saranno più, chi avrà interesse a cercare un modo di smaltire le scorie che ci saranno rimaste sul groppone? I privati no di sicuro (staranno già sfruttando la novità energetica del momento), saranno gli Stati e quindi i contribuenti.
Chi mi garantirà la sicurezza degli impianti in caso di problemi di tipo sociale in un futuro più o meno lontano? Chi mi assicura che la centrale resisterà intatta (e sicura) ad un terremoto? Chi mi garantisce che la sicurezza della centrale sia sempre al primo posto di chi la gestisce (cosa che per la TEPCO sembrava fosse scivolata indietro nella scala di priorità)?
Ripeto, di botto ne basta uno. E di energia ne avremo sempre bisogno. Abbiamo NECESSITA' di energie rinnovabili.