l'editoriale di nico

Nico Cereghini: "E' morto un vecchio motociclista argentino"

- Partì con una vecchia Norton per conoscere il suo continente, insieme ad un amico d’infanzia, e alla fine voleva cambiare il mondo. La Norton si ruppe | Nico Cereghini
Nico Cereghini: E' morto un vecchio motociclista argentino


Ciao a tutti!
Dall’Avana è arrivata la notizia che Alberto Granado è morto nel sonno alla bella età di 89 anni. Chi era? Era un vecchio motociclista argentino pieno di passioni, era quello che nel ‘52 partì con l’amico Ernesto Guevara su una vecchia Norton per girare il Sud America. Due giovani idealisti: trent’anni Alberto che stava laureandosi in farmacologia, ventitré anni Ernesto che studiava medicina.
Argentina, Cile, Colombia Perù, Venezuela: questo il percorso raccontato anche nel film “I diari della motocicletta” del brasiliano Salles, del 2004; un viaggio tormentato prima dai guasti della Norton che era vecchiotta, era del ’39, e a un certo punto esalò l’ultimo respiro e venne ricoverata da qualche parte; poi dalla scoperta che il continente era molto diverso da quello che i due amici immaginavano.
 

E’ questo, alla fine, il mistero che rende favoloso qualunque viaggio: non sai dove ti porterà


Sapete come vanno le cose. Uno progetta un bel viaggio, il viaggio della vita con l’intenzione di guidare per settimane su strade mai viste, esplorare posti mitici, conoscere nuovi amici e soprattutto divertirsi.
Chi di noi non sogna un’avventura del genere. Poi succede qualcosa che scombina tutti i piani e in qualche caso gli cambia la vita. Magari conosce un nuovo amore, o capisce che deve fermarsi a vivere lì, o va in crisi mistica e diventa missionario.
 E’ questo, alla fine, il mistero che rende favoloso qualunque viaggio: non sai dove ti porterà. Nel caso dei due giovani motociclisti argentini, essi videro un grande paese sofferente e poverissimo, ne furono molto colpiti, addirittura passarono un periodo a lavorare in un lebbrosario in Perù. Non fu più possibile ignorare la realtà, per entrambi.

Prima volevamo conoscere il mondo, poi volevamo cambiarlo” ha scritto Granado. Ernesto divenne il Che, il più celebre rivoluzionario del ventesimo secolo, ucciso in Bolivia nel ’67; Alberto lo seguì a Cuba nei primi anni Sessanta, mise su famiglia e fondò la scuola medica di Santiago.
Ora l’esperienza di Cuba è fallita e il comunismo è morto e sepolto. Ma la forza di un uomo è nei suoi ideali. A Cuba c’era la dittatura di Batista pagato dagli Americani, che avevano sull’isola i loro casinò e i loro bordelli. Cuba era miserrima, e Alberto ed Ernesto la trasformarono nel Paese latino-americano all’avanguardia per sanità, scuola, servizi. Protagonisti della loro epoca, comunque la si pensi.
Non vi pare?
 

  • steven5564
    steven5564, Rescaldina (MI)

    Grazie Nico di questo bell'articolo

    e vero che c'è del romanticismo autentico, per questo di valore, in quanto dici , leggere di moto mettendo in azione anche i sentimenti ci fà sentire vivi , come quando cavalchiamo le nostre amate.

    leggendoti provo le stesse belle emozioni di quando ero ragazzo nel 1986 e sfogliavo avido di parole la tua prova su motociclismo, era una Ducati 350 F3 ,dicevi che avresti dovuto aspettare ancora per sentirti come "Mike the Bike" -quella moto saltellava troppo -

    La stessa competenza la stessa vena romantica degli appassionati veri la trovo oggi , meno male non sei cambiato.....

    Concordo al 100% con altri lettori, i nostri due erano solo ragazzi motociclisti . Ed ha ragionr Xerer:

    "Evitare di fare sempre della dietrologia politica, per una volta in questo mondo con contrapposizioni medioevali, .... "

    ma molti commenti mostrano purtroppo come la faziosità sia prerogativa endemica di noi italiani.

    Nico se puoi regalaci ancora qualcuna di queste piccole ma preziose emozioni.....
    Ciao Stefano.
  • Aquila della notte
    Aquila della notte, Savignano sul Rubicone (FC)

    Bene

    He morto , che riposi in pace, probabilmente chi lo conosceva lo piangera! io l'ho conosco solo per il film, e per me dal mio punto di vista ,mio intendiamoci !il film è stato una palla pazzesca,tipo la palombella di Moretti, perciò non posso avere affezzione al personaggio, e non era neanche un gran motociclista! poi quello che ha fatto dopo non c'entra niente con il motociclismo, perciò AMEN ! saluti Aquila della notte
Inserisci il tuo commento