Nico Cereghini presenta: Norton PR e Triumph Trident 750 [VIDEO]
Sulla base del Commando Fastback e con il famoso telaio dotato di sistema Isolastic, la bicilindrica 750 Norton fu costruita in una serie limitata, poco più di cento pezzi. Costava cara, aveva soluzioni tecniche piuttosto obsolete ma era bellissima, leggera, stabile a andava pure forte. In Italia se ne videro pochissime, quasi soltanto in pista.
La Trident T150 arrivò un anno prima della Honda Four: già dal ‘64 circolavano i primi prototipi (addirittura con distribuzione bialbero…) ma i manager persero tempo e il ritardo fu fatale. Successivamente, per vedere il disco al posto del tamburo si dovette attendere la serie del 1973, per l’avviamento elettrico il 1974…
In parte innovativa e in parte molto tradizionale, la Trident (Rocket 3 nella versione marchiata BSA) seppe tuttavia costruirsi una solida reputazione nelle corse, vincente dalla 200 Miglia di Daytona fino alle nostre più modeste 500 km (grazie a Bepi Koelliker e ai fratelli Pettinari).
Con la collaborazione di Giorgio Sarti, motociclista e scrittore, autore di tanti libri sulle moto di ogni epoca - nonché collezionista e fortunato proprietario di queste due splendide 750 inglesi - approfondiamo la storia, la tecnica e le caratteristiche di guida delle due moto.
E anche questa volta i lettori più esigenti troveranno qui sotto un secondo video, ancora più dettagliato, dedicato agli abbonati, con la descrizione delle serie prodotte (due per la Norton e quattro per la Triumph) e con i consigli per il restauro. Ci ha aiutato lo stesso Domenico Pettinari che negli anni Settanta preparava la tre cilindri per le corse, moto vincenti.
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DocAlchemist, Milano (MI)Entrambe di affidabilità opinabile (olio fuori da tutte le parti, nella Norton dal cambio separato era una croce) a fronte di Honda e Kawasaki indistruttibili e prestazionali, fu la causa della scomparsa dal mercato di quei marchi. Ma, telaio feather-bed di una efficienza che le giapponesi allora non avevano... ma hanno imparato presto.