Nico Cereghini presenta: Honda CB 750 Four, il mito! [VIDEO]
È apparsa alla fine del ‘68 - contemporaneamente alla “folle” Kawasaki 500 Mach III - e nessun’altra moto ha avuto una tale influenza sull’evoluzione tecnica e sui gusti degli appassionati: bellissima, finita in modo impeccabile, capace di ottime prestazioni eppure facile da guidare, affidabile come nessun altra. All’epoca fu una specie di astronave: la Honda CB 750 era la prima moto, prodotta in grande serie e abbordabile, con un motore a quattro cilindri in linea, con il freno a disco a comando idraulico davanti e con l’avviamento elettrico!
In questo video raccontiamo la sua storia e la analizziamo a fondo con Giorgio Sarti, collezionista e autore di decine di libri motociclistici. Partiamo dal progetto che pareva anche troppo ambizioso agli stessi ingegneri giapponesi fino alla vendita, prima negli States (che l’avevano richiesta) e poi in Europa. Come era fatta, come fu accolta in Italia, come si guidava.
Dal primo lotto delle “sandcast”, molto rare e costruite in 7.000 pezzi, la CB 750 Four fu prodotta in numerose serie a partire dal ‘69. In totale, dagli stabilimenti Honda uscirono ben 443.000 moto. Pur non essendo una sportiva, fece ottime cose anche in pista, vincendo subito la 24 Ore del Bol d’Or e, nel marzo 1970, la 200 Miglia di Daytona...
Tutte le serie e i consigli per il restauro
E la Honda CB 750 Four merita approfondimenti dedicati. I nostri lettori più esigenti, i più curiosi e interessati, troveranno a questo link un secondo video ancora più dettagliato e dedicato agli abbonati: con la descrizione di tutte le serie prodotte dalla Honda, fino ai modelli discendenti Supersport e Automatica. E con i consigli di uno storico e apprezzato restauratore, Punto Moto di Vicenza: come scegliere la moto d’epoca e quali operazioni vanno eseguite per riportarla a nuovo.
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MPE957, Milano (MI)Spiace che sia Cereghini che Sarti ripetano la falsità dei carter fusi in terra. Honda non ha mai fuso in terra i carter motore ma per il primo lotto di 7414 moto ha utilizzato la fusione in conchiglia per gravità, processo che lascia le superfici un po' ruvide. Poi è passata alla pressofusione che lascia le superfici lisce.
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Carlo Baldi, Grosseto (GR)La meravigliosa storia del motociclismo