Nico Cereghini: “Per Bagnaia vincere non basta. Come Kenny Roberts nel 1983”
Ciao a tutti! Per Bagnaia la conquista del titolo sembra ora una “mission impossible”. Nell’ultimo round, come sapete, al numero 1 non basterà vincere: gli servirà che qualche altro pilota riesca a piazzarsi tra lui e Martin. Il problema è chi: Marquez? Bastianini? Non sarà facile per nessuno tenere il ritmo di Pecco e di Jorge…
Sarà un finale al cardiopalma, e mi torna in mente un altro GP decisivo tra due grandi campioni, quello del 1983 al San Marino di Imola che resta per molti il finale più bello della nostra storia. Quella volta i due rivali - classe 500 - erano Kenny Roberts sulla Yamaha YZR del team di Ago e Freddie Spencer sulla Honda NS tre cilindri. Due fenomeni a stelle e strisce.
Alla vigilia di Imola Freddie, con sei successi, aveva cinque punti di vantaggio su Kenny che aveva vinto cinque volte. Il “marziano” voleva e doveva assolutamente vincere, scattava dalla pole e confidava sul compagno di squadra Eddie Lawson: “Tu devi stare alle mie spalle”. Perché Spencer doveva finire terzo o peggio, altrimenti si sarebbe preso il titolo.
Invece Lawson partì malissimo. Roberts andò in testa e provò in tutti i modi a rallentare Spencer aspettando il rientro del compagno. Non fu mai scorretto, Kenny: non era il tipo; tant’è vero che l’impresa non riuscì, Eddie rimontò ma non raggiunse mai la testa della gara, Spencer tagliò il traguardo alle spalle del rivale e fu campione del mondo. Tra l’altro il più giovane campione del mondo della classe 500: 21 anni e 258 giorni. Primo titolo per la Honda in 500.
La vittoria della gara, con il giro più veloce, non bastò certo a Kenny Roberts: anzi lì per lì se la prese parecchio con Lawson, che d’altra parte era un esordiente in 500. La classifica di quella splendida gara del 1983 a Imola? E’ incorniciata sui libri: primo Roberts, poi Spencer a 1”23, terzo Lawson a 7.36, quarto Lucchinelli a 19.39 davanti a Mamola. Anche lì i due protagonisti del campionato avevano un passo superiore, agli altri lasciarono soltanto le briciole.
Per Bagnaia mission impossibile, ma chissà. Le gare da fare sono due. Nessuno che abbia un minimo di passione per il motociclismo può augurarsi che Martin finisca fuori per incidente o rottura meccanica: lo spagnolo di Pramac ha fatto una gran stagione e non lo meriterebbe. Pecco può puntare sulla vittoria, dovrà essere lucido perché non può permettersi un altro errore. E magari sperare che Marquez o Bastianini o un Acosta ispirato mettano pressione a Martin.
Ma, appunto, non è così probabile. Questi piloti non sono degli esordienti come era Lawson nel 1983… In conclusione, quella volta Roberts e Spencer meritavano il titolo mondiale nella stessa misura: erano due grandi campioni, Kenny già con tre titoli della 500 in tasca, Freddie al primo. Questa volta idem: sia Pecco sia Jorge hanno fatto tanti errori perché la MotoGP di oggi è così. Ma meritano entrambi il titolo 2024.
Nico Cereghini:
“Nessuno che abbia un minimo di passione
per il motociclismo può augurarsi che Martin
finisca fuori per incidente o
rottura meccanica
: lo spagnolo di Pramac ha fatto una gran stagione e
non lo meriterebbe.
”
È vero Cereghini, nessuno che ami anche solo un po’ i
piloti, ma anche gli ex piloti, può augurarsi che all’ultima gara di un
Mondiale succeda qualcosa di brutto. Io infatti, che amo anche lei
(platonicamente), le auguro il meglio e spero che riesca a vedersi la gara
comodamente senza pensieri. Senza insomma dover pensare, magari dal letto di un
ospedale, alla sua moto ormai da buttare.
ah! il Guillame di Modigliani è posizionato male. L’occhio
interiore non può stare dalla parte della finestra, anche se quando siamo alla
finestra, di solito (non sempre), siamo immersi nei nostri pensieri…
just see what happens and sure it'll be ok Ciao :-)