Nico Cereghini: "Piegare è bello. Quasi sempre"
Ciao a tutti!
E’ proprio bello guidare a Laguna Seca: curve speciali, rettilinei brevi, tutto un saliscendi da imparare a memoria, la moto che salta da tutte le parti. Dopo aver visto le immagini di domenica, credo che concorderete con me: è la pista californiana l’università della moto, altro che Assen.
E in tivù vi hanno certamente colpito, come hanno colpito me, l’esagerazione delle pieghe e la tenuta dell’avantreno nelle telecamerine on-board piazzate sulla coda delle moto. Il pilota inquadrato -soprattutto Lorenzo visto da Pedrosa nelle prime fasi e poi Stoner ripreso dalla coda di Lorenzo- sembrava per forza dover volare da un momento all’altro.
Parevano pieghe impossibili da mantenere in curva, e incredibile che la gomma davanti restasse incollata all’asfalto. Magari il grandangolo esasperava un po’ l’inclinazione, ma davvero è stato uno spettacolo raro. E del resto è da tempo che i piloti della MotoGp si entusiasmano per la bontà del pneumatico anteriore. E’ la prima scoperta che fanno tutti, quando scendono dai primi test.
E dicono che ci si sente sicuri come mai in passato. Del resto l’avantreno, il feeling con la gomma davanti, la precisione e l’appoggio della ruota anteriore sono anche per noi motociclisti comuni la qualità fondamentale delle moto a noi accessibili. Oggi quasi tutte le moto, più o meno maneggevoli e stabili che siano, garantiscono un buon livello di neutralità e precisione dell’avantreno, ma non è sempre stato così.
E mi vengono in mente i clamorosi esempi della GTS 1000 Yamaha (1993), quella con la forcella costituita da una specie di monobraccio in stile Elf; o della ancor precedente VF 1000 F della Honda (1985), una delle prime con la ruota da 16 pollici davanti. Moto che avrebbero potuto avere ben altro successo se fossero state precise all’avantreno; e invece trasmettevano pochissimo feeling, e benché fossero belle non convinsero.
Qualche rara volta mi capita ancora di scendere dai modelli contemporanei con qualche perplessità: ci sono moto assolutamente sicure –penso alla prima SV 650 Suzuki- che però “galleggiano” un po’ davanti e non finiscono di convincermi.
Credo che tutti noi, anche quelli che ci capiscono poco o hanno un’esperienza ridotta e limitate velleità, abbiano diritto ad una moto che trasmetta un bel feeling con la ruota davanti. E’ la condizione per guidare bene e in sicurezza. La qualità di questo feeling dipende da molti elementi: alcuni sono di progetto, come la geometria, le misure e la scelta dei materiali, e poco possiamo fare; ma su altri si può intervenire, e penso soprattutto al pneumatico, al suo stato e alla pressione; ma anche alla taratura della forcella.
Io vi raccomando di tenere sotto attento controllo la gomma davanti, ma mi spingo un po’ più in là.
Vi invito a non accontentarvi di un avantreno mediocre: provate la nuova moto prima dell’acquisto –oggi è quasi sempre possibile- verificate se vi soddisfa come scende in piega, come tiene in curva, se vi sentite sicuri. E decidetevi soltanto se siete del tutto convinti. Fidatevi delle vostre sensazioni.
Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra.
...di gomme ed altri pensieri...
Intendiamoci, se la prima Gpz 1100 ad iniezione del 1981/2 (o giù di lì...) aveva dietro un gommino da 120 (se ricordo bene, al massimo 130 comunque) e buttava giù oltre 100 cv vuol dire che si poteva fare... ma che paura!
Già negli anni '80 la faccenda aveva cominciato a modificarsi (cerchi più piccoli, spalle più estese con la complicità delle prime gomme radiali, ecc.) e mi ricordo che in uno speciale di Motociclismo ("Come si guida la moto" che doveva essere più o meno del 1985) scrivevi, testuali parole": "...fidatevi dei moderni pneumatici" il che dà la misura di come i tempi cambiassero.
Effettivamente oggi la sicurezza è superiore anche se la sensazione che molto possa essere ancora fatto e che non è tutto oro quel che riluce, rimane.
Ad esempio in una comparativa per il 25ennale della mitica GSX-R 750 una rivista ha recentemente confrontato la nonna del 1985 con la nipotina attuale: be' gli spazi di frenata sono praticamente uguali! dopo 25 anni! E' chiaro che è solo una misura parziale dell'efficienza della frenata, ma tuttavia lascia perplessi.
Direi che le automobili in questo ambito hanno fatto progressi ben maggiori in un quarto di secolo...
Be', comunque godiamoci le nostre moto e dove c'è ampia visibilità e conosciamo bene l'asfalto, concediamoci qualche bella piega in relativa sicurezza, ma occhio che la strada sa essere matrigna con chi esagera, e lì non c'è avantreno granitico o gomma che tenga: brecciolino, buche, gasolio, sporco, sconnessioni e quant'altro sono sempre lì a ricordarci che la moto è un mezzo dotato di instabilità intrinseca, e come le corse e l'esperienza insegnano, quando parte l'anteriore c'è ben poco da fare. Anche e soprattutto in frenata, ma almeno per quello speriamo che il diffondersi massivo dell'ABS aiuti tanti motard sprovveduti o sfortunati a rimanere in piedi...
X Nico
Secondo me è un bell'argomento di discussione.
Vai Nico!
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