Nico Cereghini: “Piloti senza passione?”
Ciao a tutti! Sul sito si discute spesso di cosa sia diventato il motociclismo, e qualcuno di voi sostiene che sia peggiorato tanto, addio spirito di una volta e competitività troppo esasperata. “Conta solo il risultato e i piloti hanno perso umanità” dicono i pessimisti, ma io non sono d’accordo.
Mi capita sotto gli occhi un video di Bike70 sulla 24 Ore di Spa-Francorchamps del 1975, lo guardo con curiosità, maledizione in dodici minuti nemmeno un frame che mi riguardi! Eppure c’ero e conclusi, con la Laverda 1000 tre cilindri ufficiale in coppia con il grande Roberto Gallina. Anzi, leggo in fondo al video la classifica e vedo con stupore che coprimmo in due la bellezza di 3.767 km nelle ventiquattr’ore. Possibile? Possibile sì, alla media generale di 157 kmh con le soste, i cambi, i rifornimenti e tutto. Non si andava piano, sul vecchio circuito semi-stradale di Spa. Settanta equipaggi al via, 14 km di pista, e mi ritorna in mente un piccolo aneddoto, un gesto, pochi secondi soltanto.
Aveva piovuto sempre, fin dallo start alle 16 di sabato. A tratti un vero nubifragio, e comunque sempre acqua, e faceva pure freddo. Finalmente, proprio all’ultima ora, spunta il sole: un bel sole brillante, l’asfalto fuma, il verde si accende sui pini che circondano la pista, una bellezza che mi ricorda che siamo a Nord, nelle Ardenne, ma è pur sempre il 17 di agosto. Le braccia fanno male e bruciano gli occhi, il cuore canta perché ormai è fatta, la Honda Japauto di Huguet-Ruiz ha un vantaggio di tre giri, troppo, ma il secondo posto è nostro. Guido fluido, a memoria, come in un sogno, risparmiando il motore, senza tirare le marce, senza forzare le staccate, il terzo equipaggio in classifica (Lucchinelli e Fougeray con l’altra Laverda) è lontano. E a un certo punto raggiungo la BMW, che è quarta in ritardo di parecchi giri, la boxer ben preparata di Abfeld-Zettelmeyer. Due ragazzi che conosco di vista, appassionati e tenaci.
Chi dei due era alla guida l’ultima ora? A saperlo. Affianco A o Z che sia, e sono così felice che rallento per condividere con lui la gioia di questo momento irripetibile. Mi viene da dentro: tolgo la mano sinistra dal manubrio e la sporgo col pollice alzato. Che bello concludere bene una gara del genere! E lui, invece di partecipare alla festa, scarta verso di me e cerca di colpirmi e buttarmi giù. Lo schivo per miracolo.
Avrei dovuto cercarlo, il tedesco dopo l’arrivo. Ma c’era da correre alla premiazione, due Laverda sul podio, magnifico, e Gallina che mi dice “Non credevo che tu fossi così tosto”. E c’era da telefonare al mio amico Pino Allievi della Gazzetta dello Sport, che il giorno dopo titolò “Gallina e la Laverda secondi alla 24 Ore di Spa”. Ma questa è un’altra storia. Tornando al tedesco, magari era stravolto, non era del tutto in sé, forse non mi ha capito, ma una cosa è certa: fuori io, lui avrebbe guadagnato il terzo posto, e ancora oggi mi meraviglia la rapidità della sua azione.
Il pilota è cuore d’oro e insieme cuore di pietra. Lo è oggi, lo era già negli anni Settanta e probabilmente nei Cinquanta, e ancora prima. Lo sportivo è individualismo allo stato puro, ambizione, fame, guai a perdere il confronto. Duri in gara, molto appassionati fuori, e quando meno te lo aspetti arriva un calcio nella carenatura (tanti calci, nella storia) oppure il bel gesto disinteressato e talvolta eroico: Lucchinelli che si ferma a soccorrere Uncini rinunciando alla gara, Merzario che salta nel fuoco e tira fuori Lauda dalla Ferrari. E’ accaduto ieri e può ricapitare oggi, niente è cambiato.
di piloti bastardi dentro ce ne sono stati e ce ne saranno sempre.
Nel motocross c'è decisamente più contatto che nella velocità perchè si controlla meno bene la moto ma ci sono piloti che sono sempre particolarmente duri quando effettuano un sorpasso anche per intimidire gli avversari oppure lo sono sempre e comunque, gratuitamente.
A me capitò che quando ero cadetto e mi allenavo alla pista di Brembate con la mia Aprilia 125 MX venni centrato con una botta terrificante da un pilota junior nazionale mentre ero a centro curva e finii scareventato semi svenuto insieme alla moto oltre la recinzione , non ho mai capito se era arrivato talmente lungo da non riuscire a frenare oppure se intendeva utilizzarmi come appoggio ed andò oltre le intenzioni iniziali , una cosa è certa , non si fermò e non venne mai a scusarmi , anzi , parecchi anni dopo quando lo incontrai , ancor oggi è un grosso concessionario in provincia di Como, gli rammentai l'episodio lui si fece una grassa risata.
Una cosa è certa, quando uno la fà "sporca" davvero non verrà mai a scusarsi e non ammetterà mai la sua colpa.
Poi per il resto nei motori è come nella vita si incontra qualche persona per bene , pochissimi signori ma molti bastardi.