Nico Cereghini: “Tre vittime in un frontale tra due moto…”
Ciao a tutti! Il terribile incidente stradale di sabato scorso in provincia di Latina, con tre morti sul colpo in un frontale tra due moto, è tanto straziante da lasciarci senza parole. Di fronte a tanto dolore possiamo soltanto stringerci intorno alle famiglie delle vittime, tutte giovani, con l’amara consapevolezza che la nostra passione comporta molti rischi. La moto può essere anche pericolosa e tra i doveri dei giornalisti specializzati come noi c’è quello di invitare i lettori alla prudenza e all’uso consapevole della moto. Il casco in testa ben allacciato e la prudenza. Noi di Moto.it lo facciamo sempre.
Cosa può essere accaduto? Dalla nostra esperienza e dalle prime ricostruzioni riportate dai media sembra di poter vedere una moto che esce dalla sua corsia invadendo l’altra. Non è il momento di parlare delle responsabilità: se l’esito è stato così catastrofico almeno una delle due moto andava forte, è sicuro; ma se un motociclista è finito contromano le spiegazioni possono essere tante: si pensa subito a un errore di guida, ma un altro mezzo potrebbe aver fatto una manovra scorretta, un animale potrebbe essere apparso improvvisamente sulla strada, né si può escludere un malore o un guasto alla moto. Chi lo sa.
Quello che è certo: non si può accettare questa ennesima tragedia senza fare almeno un altro tentativo di chiamare tutti alla responsabilità. Noi motociclisti dobbiamo metterci in testa che quando corriamo sulla strada non siamo pericolosi soltanto per noi stessi, ma anche per gli altri. “Cosa vuoi che mi succeda - è uno dei pensieri tipici di certi motociclisti - io sono esperto e se sbaglio pago per primo”. Questa è una enorme sciocchezza, altri potrebbero essere coinvolti e il rispetto per la vita altrui è alla base della convivenza civile.
Il problema è che siamo tanti sulle strade (strade spesso in cattivo stato e pericolose), con esigenze e aspettative diverse. E che mancano totalmente i messaggi educativi. Quei pochi che resistono - come i nostri, perché ci teniamo - passano quasi inosservati nel mucchio degli inviti ad esagerare. Basta passare un’ora sui social come Instagram: tra le sfide estreme di ogni genere ecco i ragazzi che fanno le sessioni di impennata, quelli che toccano l’asfalto con il ginocchio salendo alla Colma di Sormano, quegli altri che superano i 200 all’ora tra un tornante e l’altro sulle strade di montagna. Youtuber più o meno noti, che crescono e proliferano inseguendo l’approvazione del gruppo, oppure i clic, o i soldi, o tutte le cose insieme.
Noi dobbiamo metterci in testa che con la moto, sulla strada, oggi più che mai si va a spasso, per turismo. E che se vogliamo correre c’è soltanto la pista. Ma poi ci vogliono campagne serie per la sicurezza, di grande impatto, che colpiscano al cervello e anche alla pancia. Cominciando dalle scuole e dai giovanissimi. Le vittime della strada continuano ad essere tante, troppe. Il rispetto per le regole e per la vita umana va letteralmente insegnato, ripartendo da zero.
Quello che invece c'è adesso sono i social ed un attenzione morbosa dei media verso la cronaca strappa-lacrime, sembra tutto enorme, tutto drammatico. In verità la situazione sulle strade è nettamente migliorata.