Norton: Superlight 650 SS sovralimentata con telaio in fibra di carbonio
Nel 2016 Simon Skinner, direttore del design di Norton, aveva già annunciato ai colleghi di CycleNews che la Casa inglese avrebbe prodotto una sportiva sovralimentata di 650 cc per unire il contenimento delle emissioni inquinanti a leggerezza, accelerazione e piacere di guida: la ricetta perfetta per divertirsi su strada e in pista. Promessa mantenuta: dopo avere presentato un anno fa la Superlight 650 al Salone di Birmingham, Norton ne rilascia oggi una versione dotata di compressore e di telaio in fibra di carbonio: la Superlight SS.
Il motore è lo stesso bicilindrico della versione aspirata, con l'aggiunta di un compressore Rotrex con un boost di 1.2 bar, parente stretto del quattro cilindri a V di 1200 cc che equipaggia la sorella maggiore V4SS da 200 cv ma con una corsa maggiore (61,5 mm), che porta in dote circa 25 cc in più ad ogni cilindro. Norton dichiara sul proprio sito una potenza di circa 175 cv a 12.500 giri e una coppia di 125 Nm, che su un motore di 650 cc sono veramente tanta roba.
Il peso scende, nonostante l'aggravio del compressore, grazie al telaio in fibra di carbonio, che permette di fermare la bilancia a soli 153 kg a secco. Sarà interessante confrontare le differenti reazioni sulla stessa moto di un telaio in alluminio con uno identico in fibra di carbonio, ma dovremo essere fortunati: per adesso della Superlight SS è prevista soltanto una piccola serie limitata di 50 esemplari, dotati di freni Brembo con pinze M50, Cerchi BST e unità Öhlins NIX 30 e TTX GP.
La notizia fa comunque felici gli appassionati fedeli al marchio britannico: Norton fino a pochi giorni fa aveva aperto un crowdfunding che – il condizionale è d'obbligo – sembrerebbe sia stato totalmente coperto con un milione di sterline da un singolo finanziatore: quest'iniezione di liquidità dovrebbe consentire di consegnare le moto già ordinate e di sviluppare i progetti nascenti.
La formula della sportiva dotata di un bicilindrico in linea sembra essere sempre più adottata dagli uffici tecnici delle Case: se Aprilia con la sua RS 660 ha seguito lo stesso tracciato aperto dalla Superlight – tra l'altro con il comune approccio di derivarne il motore da un'unità a quattro cilindri di cilindrata quasi doppia - non possiamo che constatare che quest'architettura sta ri-vivendo un periodo di successo, probabilmente per ragioni di flessibilità e di economicità all'interno di una singola piattaforma.
Ancora più concreto ci sembra il trend che fa dalla sovralimentazione una via per contenere le emissioni inquinanti e allo stesso tempo ottenere potenze adeguate all'indole del mezzo: i prototipi dotati di turbo come il Suzuki Recursion o i brevetti depositati dalle Case giapponesi stanno a dimostrare un interesse crescente e chissà che il futuro non veda il ritorno delle “Turbo” non più in veste di effimera moda come negli anni '80 ma come una soluzione consolidata, come del resto è già accaduto in campo automobilistico.
Ma (grazie allo sviluppo dell'elettronica) serve ad aggirare i test di omologazione (ancora molto lontani dalla realtà), come è stato per il dieselgate