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Nuova Triumph Trophy 1200 e SE: svelati i prezzi

- Stiamo provando in Scozia la nuova Trophy, con lei la Triumph torna protagonista del segmento GT. Merito di una guida facile e di un "triple" esagerato. I prezzi e il commento di David Lopez
Nuova Triumph Trophy 1200 e SE: svelati i prezzi

Nuova Triumph Trophy 1200 e SE: svelati i prezzi


St Andrews (Scozia) - Stiamo provando in Scozia la nuova Trophy, con lei la Triumph torna protagonista del segmento GT. Merito di una guida facile e di un "triple" (ci riferiamo ovviamente al suo motore tre cilindri) esagerato. Le due versioni, standard e SE (dotata tra le altre cose delle sospensioni regolabili elettronicamente), costano rispettivamente 17.999 euro e 19.900 euro. Prima di lasciarvi alla prova completa, che troverete su Moto.it nei prossimi giorni, vi sveliamo alcuni numeri della nuova regina del turismo made in UK, che vanta un peso a secco di 239 kg e una potenza massima di 134 cavalli. Valori che ne fanno un punto di riferimento nel segmento delle maxi GT. Dopo averla a lungo guidata sulle splendide strade della Scozia possiamo solo anticiparvi che non soffre di alcun complesso di inferiorità nei confronti della concorrenza. Anzi, le frecce del suo arco possono fare molto male, anche dalle parti di Monaco di Baviera.

Ce ne parla l'ingegnere pilota


Di lei ci parla l'ingegnere David Lopez, che è anche uno dei responsabili dei collaudi su strada e in pista di tutti i nuovi modelli di Hinckley (e vanta prestigiosi trascorsi sportivi nei campionati Supersport e Superbike).

David, come mai Triumph ha deciso di riproporre la Trophy dopo dieci anni di assenza dal mercato?
"Come sai bene, il nome Trophy è legato al nuovo corso della Triumph. E' stato infatti il primo modello introdotto negli anni '90, nella nostra nuova era. Sino a oggi non avevamo altre risorse per sviluppare la nuova Trophy, eravamo concentrati su altre moto. Appena abbiamo avuto il tempo di sviluppare questo concetto di moto, l'abbiamo fatto. E' questo che ci chiedeva il mercato".

Cosa la differenzia maggiormente dalla concorrenza?
"Sicuramente il motore tre cilindri, che regala una coppia regolare e possente su un ampio range di giri. E' il cuore della Trophy. Ma anche il telaio è importante. Come hai visto è divertente, eccitante e si guida con molta facilità".

Il telaio è inedito?
"Certo. E' nuovo, in alluminio e pesa solo 11 kg, un record per la categoria".



Torna la Triumph Trophy 1200


Dopo quasi una decade di assenza, ecco dunque ricomparire una Trophy nella gamma della Casa britannica. Per inciso, si tratta del terzo modello completamente nuovo presentato nell’arco di 18 mesi, quindi non si può certo dire che anche ad Hinckley, crisi o non crisi, se ne stiano con le mani in mano. Anzi, considerano il 2012 un anno di crescita.
Ma introduciamo la nuova arrivata raccontando una breve storia delle omonime Triumph che l’hanno preceduta dall’anteguerra (la seconda mondiale, naturalmente) ad oggi.
Il nome Trophy, infatti, è stato molto significativo per la storia del leggendario marchio inglese, che chiamò così la sua prima bicilindrica realizzata per correre in fuoristrada, trial e regolarità (oggi enduro) in particolare, con predilezione per la famosa Sei Giorni Internazionale di regolarità, alla quale nel 1964 partecipò ufficialmente anche il grande Steve McQueen, naturalmente con una Trophy, la TR6.
Ma la prima Trophy nacque nel 1949, basandosi naturalmente sulla mitica Speed Twin creata da Edward
Turner nel 1937 attorno al neonato motore motore a due cilindri verticali paralleli da 500 cc.

Una moto che ebbe una vita longeva, durata fino al 1973, passando ovviamente attraverso svariate evoluzioni con motori da 500 e 650 cc, compreso un’interessante – perlomeno sulla carta - modello prettamente scrambler, il TR5T 500 denominato Trail e successivamente Adventurer, con il quale Triumph partecipò con 8 piloti dei team GB (che chiuse al secondo posto) e USA (al quinto) alla Sei Giorni statunitense del ‘73. Quel modello riapparve poi nell’81 con motore da 750 cc, ma col nome Tiger Trail. L’ultima Trophy uscita dal celebre stabilimento Triumph di Meriden fu dunque la TR6VC, una bella scrambler stradale (antesignana dell’attuale Scrambler 860), con cambio a 5 marce.

La nuova Trophy stavolta mantiene l’identità di quella che l’ha preceduta, oltre alla cilindrata, inglobando però in un solo modello le peculiarità motoristiche delle due versioni precedenti: ovvero un motore da 1200, ma tricilindrico
La nuova Trophy stavolta mantiene l’identità di quella che l’ha preceduta, oltre alla cilindrata, inglobando però in un solo modello le peculiarità motoristiche delle due versioni precedenti: ovvero un motore da 1200, ma tricilindrico


Il nome Trophy rimase nel cassetto fino al 1990. Cassetto che venne aperto da Sir John Bloor, che rilanciò fortunatamente il mitico marchio nel 1990, dopo averlo rilevato nel 1983 dal fallimento della cooperativa di lavoratori di Meriden che l’aveva gestito fino all’ultimo.
La prima Trophy del nuovo corso Triumph – classificata come granturismo, ma in realtà più vicina all’idea di sport-tourer - esordì all’Ifma di Colonia del settembre 1990 assieme ad altri cinque nuovi modelli, declinata in due versioni esteticamente gemelle, ovvero una 900 a tre cilindri, e una 1200 quadricilindrica da 125 cv: la prima della storia Triumph, se si esclude il famoso prototipo Quadrant realizzato nel ’74 su base Trident, esposto al museo di Birmingham.
Solo quattro anni dopo, il nome Trophy andava a contraddistinguere una bella e confortevole granturistica equipaggiata di tutto punto, che rimase in catalogo fino al 2003, sempre con doppia motorizzazione: 900 (885 cc effettivi) e 1200 (1.180 cc) rispettivamente da 100 e 110 cv circa.

La Trophy oggi


La nuova Trophy stavolta mantiene l’identità di quella che l’ha preceduta, oltre alla cilindrata, inglobando però in un solo modello le peculiarità motoristiche delle due versioni precedenti: ovvero un motore da 1200, ma tricilindrico. Inutile dire che stiamo parlando della poderosa unità da 1.215 cc, con contralbero antivibrazioni, che ha esordito pochi mesi fa con la Tiger Explorer: le sue generalità parlano di 134 cavalli (98,5 kW) a 8.900 giri e di un valore di coppia massima di 12,2 kgm (120 Nm) a 6.450 giri, valori dunque praticamente sovrapponibili con quelli dichiarati per la “endurona”.
È dunque più che naturale, a maggior ragione, dato il segmento di appartenenza, che la trasmissione finale sia rimasta ad albero cardanico, dotato di sistema di smorzamento torsionale affidato ad un ingranaggio ammortizzato; in aggiunta a quest’ultimo, all’interno del cardano è collocato il meccanismo “metalastic”, che previene strappi indesiderati: il tutto, chiaramente, al fine di rendere l’erogazione la più dolce possibile, e di conseguenza altrettanto fluida la guida. Logico pure che l’elettronica sia anche qui gestita dall’acceleratore Ride by Wire, stavolta però abbinato al controllo di trazione e al cruise control, sempre graditissimo dai divoratori di chilomentri.
La nuova Trophy sfoggia anche il parabrezza regolabile elettricamente e le sospensioni a controllo elettronico. Immancabile l’ABS, comunicante tra ruota anteriore e posteriore, e pure il sistema di controllo automatico della pressione degli pneumatici. Una valvola consente inoltre di ripartire la frenata sulla ruota anteriore quando si pigia con forza sul pedale del freno posteriore; con una lieve pressione sul pedale, invece, si aziona solo il disco dietro. Si tratta di un sistema dal funzionamento semplicemente perfetto, specie quando si richiama il freno in curva per correggere la traiettoria, senza per questo voler pinzare anche i dischi anteriori.

La Trophy dei giorni nostri è stata naturalmente sottoposta ad un intenso programma di sviluppo e di test, per ottenere il massimo possibile in termini di comfort e prestazioni globali, ed è dotata di serbatoio da 26 litri. Un grande lavoro è stato svolto sulla protezione aerodinamica e dagli agenti atmosferici. Il parabrezza, regolabile elettronicamente, può alzarsi di 164 mm, ed è dotato di memoria che lo riporta nella posizione desiderata ogni volta che si riavvia la motocicletta. Il comfort di pilota e passeggero viene garantito da una gamma di selle che includono l’opzione riscaldamento. La sella del pilota può essere regolata tra gli 800 e gli 820 mm.

La nuova Trophy sarà disponibile e in versione standard ed SE, entrambe nei colori Pacific Blue o Lunar Silver. Completano l’equipaggiamento di serie il cavalletto centrale, fari regolabili e sella del pilota regolabili in altezza, il vano con presa ausiliaria a 12 Volt, e l’esclusivo sistema Triumph Dynamic Luggage System (TDLS) con motovaligie basculanti. Sistema già usato sulla Sprint 1050 e sulle Tiger, che aiuta a mantenere bilanciata la motocicletta anche quando le borse sono cariche grazie a un meccanismo che permette loro di seguire al traiettoria della moto oscillando da una parte all’altra sino a cinque gradi. La capacità di carico delle borse laterali è di 31 litri ciascuna.

La Trophy dei giorni nostri è stata naturalmente sottoposta ad un intenso programma di sviluppo e di test, per ottenere il massimo possibile in termini di comfort e prestazioni globali, ed è dotata di serbatoio da 26 litri
La Trophy dei giorni nostri è stata naturalmente sottoposta ad un intenso programma di sviluppo e di test, per ottenere il massimo possibile in termini di comfort e prestazioni globali, ed è dotata di serbatoio da 26 litri


È inoltre possibile montare il bauletto posteriore denominato “Top and Play”, facile da installare e da rimuovere senza ricorrere all’utilizzo di fili elettrici, e a sua volta corredato da presa ausiliaria a 12 Volt che consente di ricaricare qualunque apparecchio anche quando si è in movimento. La Trophy SE ha un potente impianto audio con tecnologia Bluetooth, presa USB e compatibilità per iPod e MP3. Di serie anche le sospensioni regolabili elettronicamente. Il conducente, grazie ad un solo pulsante, può selezionare tre opzioni, Sport, Normal e Comfort a seconda di come sta viaggiando (solo, solo più bagagli, con passeggero e via dicendo …), tutto tranquillamente controllabile sul display Lcd della strumentazione di bordo. La SE beneficia anche del controllo di pressione degli pneumatici (TPMS); inoltre il passeggero stesso può usufruire di un’ulteriore presa di corrente in caso di necessità.

Gli intervalli di manutenzione della Trophy 1200 scadono ogni 16.000 chilometri, con il tagliando principale fissato a 32.000 chilometri.

 

  • marco.visentin4463
    marco.visentin4463, Ton (TN)

    si pero

    bisogna ammettere che bmw fa e triumph copia. basta guardare la 800 da "enduro". giappone docet.
  • Motoghiro
    Motoghiro, Villa di Serio (BG)

    @samba08

    Che l'usato BMW ormai sia tutt'altro che un assegno circolare, anche in funzione della quantità enorme di offerta, è logico e palese.
    Ma io non ho citato l'usato BMW, ho invece osservato che molta gente, prima di cacciare 15000 euro per una Explorer si è chiesta: "E se poi non piace, a chi la rifilo?!?"
    E' un ottimo argomento di questi tempi in cui il grano non abbonda...
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