Omicidio Floyd: Harley-Davidson condanna il razzismo
La morte del 46enne afroamericano George Perry Floyd, durante un arresto eseguito da quattro poliziotti bianchi lo scorso 25 maggio a Minneapolis, ha provocato proteste in tutti gli Stati Uniti riportando in evidenza la mai risolta questione dell'odio razziale.
Un sentimento diffuso in vasti strati della popolazione americana e che periodicamente gravi fatti di cronaca ci ricordano.
Quello di Floyd è un caso che sta scuotendo molto l'opinione pubblica statunitense e nei giorni successivi al fatto diverse società e aziende, oltre che personalità pubbliche, hanno preso posizione contro il clima d'odio e le devastazioni che si sono verificate in tante città.
Harley-Davidson o scorso 1 giugno ha scelto il suo account Twitter ufficiale per esprimere una posizione netta contro il razzismo.
“Il razzismo, l'odio o l'intolleranza – è scritto – non hanno spazio in Harley-Davidson. Siamo solidali con i nostri colleghi e motociclisti Neri, condanniamo gli atti di razzismo e i settarismi di ogni tipo, procediamo insieme verso una società che sia più giusta per tutti”.
Il messaggio si conclude sollecitando l'unità della sua comunità di motociclisti.
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marco.visentin4463, Ton (TN)Secondo me le case e non solo farebbero meglio a fare il loro lavoro senza schierarsi con nessuno. Basta stare zitti. Anche perche oggi va cosi e domani va cola. Montanelli docet.
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OsteoRider, Ferrara (FE)Mi piacerebbe che ogni tanto qualcuno facesse analisi un pelo più approfondite. Questo casino attualmente in atto in USA altro non è che marciume pre elettorale che scoperchia problemi storici americani giusto il tempo di far fuori l'odiato Trump, per poi riseppellirli nuovamente nel calderone, esattamente come fece il nero Obama. Cosa c'entra Harley? La cara Harley, esattamente come altre imprese americane fu investita 3 anni fa dal ciclone Trump che invitò caldamente l'azienda a produrre tutto in america. Sapete che il tema principale Trumpista è quello di rendere le aziende americane indipendenti dall'estero ( leggasi Cina) ma alcune, come ad esempio Harley che allora protestò vivamente, non hanno alcuna intenzione di aumentare i costi di produzione e auspicano un cambio di presidenza per poter costruire senza problemi in Messico e Cina. Ecco perchè oggi Black Lives matter!