WDW 2014, Superbike Celebration: buon compleanno, 916!
851, poi 888, 916, 996, 998, 999, 1098, 1198 e 1199: una sfilza di numeri marchiati a fuoco nella memoria di qualunque Ducatista, e in generale in quella di tutti i fan del Mondiale Superbike. Le SBK che hanno fatto la storia della Casa di Borgo Panigale in Superbike sono tutte qui, in mostra al WDW in una spettacolare retrospettiva che ci fa ripercorrere, come in un viaggio su una personale macchina del tempo, la storia del Mondiale. Perché nel carniere Ducati ci sono, oltre al trionfo della prima manche iridata nel lontano 1988 a Donington Park con Marco Lucchinelli, ben 313 vittorie di manche, 17 titoli costruttori e 14 piloti.
L’occasione non è niente meno se non la ricorrenza dei 20 anni della Ducati 916: il capolavoro di Massimo Tamburini, la moto che fece invecchiare tutto il resto del panorama mondiale di almeno un decennio, venne infatti svelata al Salone di Milano 1993 come modello 1994. E come buona tradizione Ducati ha conquistato il titolo al debutto grazie alle sue prestazioni e al polso destro di Carl Fogarty.
Impossibile non festeggiare un compleanno del genere: la Superbike Celebration parte dalla 851 per passare dalla 916 – un capolavoro di design oltre che di prestazioni, tanto da venire esposta alla permanente del MoMA di New York – ed arrivare fino alla 1199 Superleggera, l’attuale non-plus-ultra della gamma supersportiva della Casa di Borgo Panigale.
Inevitabile la presenza dei piloti che hanno reso grande la 916 – e da lei sono stati resi grandi, perché nel motociclismo si vince sempre in due – con il già citato King Carl Fogarty (quattro titoli iridati fra 1994 e 1999), ma anche Pierfrancesco Chili, uno dei più amati dal pubblico dell’epoca, e quel Giancarlo Falappa che tanto ha contribuito allo gestazione del modello forse più importante della storia Ducati. Ma ci sono anche Doug Polen (dominatore del Mondiale nel 1991 e 1992 con la 888), Régis Laconi e Carlos Checa, l’ultimo pilota a firmare un Mondiale Superbike per Ducati nel 2011.
E non poteva mancare lui, Troy Bayliss, l’australiano che con i suoi tre titoli mondiali ma soprattutto la sua umiltà nella vita e generosità in gara ha saputo conquistare i cuori di tutti i ducatisti diventandone l’idolo indiscusso nonché il pilota più amato della storia della “Rossa”.
è uno spettacolo
E' ancora