Yamaha e le moto più sicure: connesse, autostabilizzanti e con airbag
Lo scorso 11 novembre Yamaha ha presentato in Giappone la sua visione della sicurezza stradale denominata “Jin-Ki Kanno × Jin-Ki Anzen”.
Nella conferenza stampa tenuta dai vertici della marca nipponica, compreso il presidente e CEO Yoshiiro Hidaka, è stato fatto anche il punto sullo sviluppo tecnologico, di cui il radar millimetrico lanciato con la nuova Yamaha Tracer 9 GT+ è soltanto il primo risultato.
L'obiettivo di ridurre del 50% il numero delle vittime e dei feriti degli incidenti stradali entro il 2020 – rispetto ai dati del 1990 e secondo la dichiarazione di Stoccolma firmata da moltissimi Paesi del mondo – è stato avvicinato nel caso delle automobili, ma non per i conducenti e i passeggeri delle due ruote motorizzate.
Le auto hanno beneficiato di importanti miglioramenti nella sicurezza passiva e attiva, le moto molto meno date le loro caratteristiche intrinseche (non esiste una cella protettiva che assorbe energia deformandosi) e l'elettronica di controllo e assistenza alla guida è molto meno sviluppata.
“Jin-Ki Kanno” rappresenta l'ideale di sviluppo di Yamaha Motor. La tecnologia che ne consegue cerca di offrire agli utenti la sensazione di essere un tutt'uno con il proprio mezzo. “Jin-Ki Anzen” è il principio per cui far cooperare persone e macchine in maniera complementare porta a competenze e a tecnologie di sicurezza più evolute.
Nel piano di gestione a medio termine (2022-2024) annunciato nel febbraio scorso, Yamaha Motor ha fatto della Sostenibilità un nuovo pilastro delle sue attività aziendali e sta dando priorità a diversi indicatori non finanziari per aumentare il valore sociale. Nell'intento di creare un nuovo valore nella mobilità, uno degli obiettivi è che una guida più sicura serva a dare anche maggiore tranquillità agli utenti.
Yamaha è uno dei 18 membri del Connected Motorcycle Consortium che coinvolge non soltanto industrie ma anche istituti di ricerca, associazioni industriali e di utenti. Un protocollo unificato permette ad esempio ai veicoli - automobili, motocicli, eccetera – di condividere i dati facendo lavorare in sinergia i sistemi di assistenza alla guida riducendo ii rischi di incidente.
Secondo quanto riportato da Autocar Professional, Heiji Maruyama, che è direttore generale del Centro Tecnico di Ricerca e Sviluppo Yamaha, ha ammesso che la Casa giapponese starebbe valutando la possibilità di sviluppare sistemi airbag per le moto. “Alcune aziende hanno già fatto annunci a riguardo - ha detto - e altre stanno sviluppando le tecnologie. Anche noi stiamo sviluppando questo sistema, ma non siamo in grado di fornire una tabella di marcia per il lancio. Il nostro obiettivo è integrare la tecnologia in un veicolo di piccole dimensioni e, dal punto di vista tecnico, siamo arrivati a uno stadio molto maturo”.
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sasch67, Gravina di Catania (CT)I giapponesi x me rimangono sempre i più seri e affidabili. Conosco questo popolo e made in Japan forever.