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Yamaha, il coronavirus ferma le sue fabbriche nel mondo

- La caduta della domanda e i provvedimenti sanitari hanno costretto Yamaha a programmare lo stop temporaneo di molte sue fabbriche nel mondo. Ecco gli impianti interessati
Yamaha, il coronavirus ferma le sue fabbriche nel mondo

Yamaha Motor Co., Ltd. ha annunciato venerdì scorso che chiuderà tutte le sue sedi e le sue attività in Giappone per cinque giorni, dal 18 al 22 maggio. Il provvedimento, che riguarda altri suoi impianti nel resto del mondo con differenti modalità, è motivato dalla caduta della domanda e dall'osservanza delle disposizioni dovute alla diffusione della pandemia di coronavirus.
Queste chiusure seguono le sospensioni nella produzione moto e motori fuoribordo come già annunciato lo scorso 9 aprile.

In Giappone restano escluse le strutture Hamamatsu Robotics Building e Miyakoda Building, impianti legate alla robotica con sede a Kita Ward, Hamamatsu, nella prefettura di Shizuoka.

Yamaha, scrive in una nota, sta operando secondo le disposizioni stabilite dai rispettivi governi per prevenire la diffusione del Covid-19 mettendo al primo posto la salute e la sicurezza dei clienti, dei membri delle comunità locali dei dipendenti.
Seguendo le richieste e le indicazioni dei governi nei paesi nei quali opera, sta inoltre adottando misure per ridurre al minimo gli effetti della pandemia sulle sue attività industriali.

Questa la situazione al 23 aprile. In Giappone sospensione di 11 giorni lavorativi (fabbriche moto e componenti moto) dall'1 maggio al 22 maggio; produzione motori fuoribordo, 27 giorni dal primo maggio al 15 giungo.
Negli Stati Uniti sospensione dal 19 marzo al 3 maggio. In Europa, come abbiamo scritto qui, la chiusura è iniziata il 16 marzo scorso (moto, motori da moto e fuoribordo). In Asia, produzione motocicli e componenti in Indonesia, Thailandia, India e Filippine, chiusure differenziate in periodi compresi fra il 17 marzo e il 10 maggio. Infine, impianti in America Centrale e Meridionale chiusi dal 31 marzo al 29 aprile.

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