Yamaha XJR 1300 Big Bad Wolf El Solitario
Si è classificata prima nella gara di accelerazione sull'ottavo di miglio (200 metri) al raduno Glemseck 101. E' la Big Bad Wolf una special realizzata da David Loren Borras, in arte El Solitario, rielaborando una Yamaha XJR 1300. Si tratta dell'ennesima interpretazione nell'ambito del progetto di customizzazione Yard Built lanciato da Yamaha a sostegno della propria famiglia di moto classiche e incentrato quest'anno sulla XJR in occasione del ventesimo anniversario di questa serie.
Il Lupo Cattivo segue le interessanti Skulmonkee dei danesi di Wrenchmonkees, la CS-06 Dissident dei portoghesi "it roCkS!bikes" e la Bodafogo N dell'olandese Numbnut Motorcycles, tutte presentate nel 2015.
Secondo lo spirito Yard Built, anche la Big Bad Wolf può essere replicata grazie alle parti speciali messe in vendita dal suo preparatore e attingendo ai normali cataloghi. Il telaio, per esempio, non è stato modificato né tagliato.
La “BBW” si ispira alle superbike americane di fine anni Settanta. David Loner ha ricordato che per questa quattro cilindri, motore sul quale non ha lavorato spesso, ha voluto enfatizzare l'aspetto prestazionale e aggressivo. Per la parte tecnica ha coinvolto il madrileno Mauro Abbadini, di Classic Co., preparatore anche lui ed ex pilota.
L'alleggerimento che ha interessato l'intera moto ha abbassato il peso da 245 a 183 kg a secco, mentre il motore è stato lavorato a livello di testata e condotti, è stato aumentato il rapporto di compressione e l'albero motore è stato ribilanciato dopo il passaggio alle viti di biella in titanio. Il radiatore dell'olio, maggiorato e curvato, è stato sfruttato come elemento estetico del frontale e sotiene i due particolari fari di forma quadrata.
L'alimentazione è stata affidata a quattro carburatori a valvola piatta Lectron da 42 sviluppati allo scopo, la centralina d'accensione è una Dynatek programmabile lo scarico quattro in uno in titanio è un giapponese Asahina Racing e alla fine la potenza massima è salita a 148 cavalli. Le ruote in fibra di carbonio sono Dymag e nello stesso materiale sono altre parti della carrozzeria come il codino. Il forcellone in estruso d'alluminio, con capriata inferiore di irrigidimento, si deve ai giapponesi di Over Racing. Per l'impianto frenante sono state scelte pinze radiali (anteriori a sei pistoncini) e dischi della svedese ISR. Forcella e ammortizzatori sono stati realizzati da K-Tech e Novatech. La verniciatura finale e la grafica personalizzata si deve invece al londinese che si firma Death Spray Custom.
m.g.
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GIXXER K5, Bozzolo (MN)Dire che è brutta, secondo i miei canoni estetici , è farle un complimento, però però il video mi piace un casino.Sicuramente il frutto di un'artista , che o ti piace da morire o ti fa schifo,ma è innegabile la cura maniacale dei particolari dedicata per l'assemblaggio di questa moto.Una sorta di mezzo per cacciatori di ufo???? Mitico anche il suo cavaliere con i guanti bucati sulle dita per far capire che di strada ne ha vissuta........ un saluto
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Pessimismo e fastidio, Magione (PG)Imbruttita nei minimi particolari.