Aprilia RX 125 e SX 125. Doppia personalità
Negli ultimi anni si comincia a realizzare i sogni un poco più tardi dei quattordici anni, lo dicono i dati di vendita dei cinquantini, mentre quelli dei sedicenni hanno ricominciato a crescere nei numeri di moto immatricolate con percentuali di crescita a doppia cifra. Aprilia, e di conseguenza il Gruppo Piaggio, ha una gamma completa di moto pensate per i più giovani.
Dal punto di vista tecnico le due ottavo di litro italiane condividono praticamente tutto, telaio, motore e sospensioni sono identici, a fare la differenza sono le ruote, da 17 pollici per la SX da 21 e 18 pollici per la RX, gommate rispettivamente con pneumatici stradali 100/80-17” e 130/70-17” per la motard, 90/90-21 e 120/80-18 la enduro.
In entrambi i casi i cerchi sono a raggi con canale anodizzato nero. La differente misura delle ruote comporta anche una maggiore altezza da terra del piano di seduta sulla versione “RX”, 905 mm contro gli 880 mm della “SX”. Il telaio a doppio trave in acciaio è il medesimo così come le sospensioni, forcella upside down da 41 mm di diametro e 240 mm di escursione, forcellone in acciaio con monoammortizzatore regolabile... e leveraggio progressivo ed escursione di 220 mm.
L’impianto frenante prevede dei dischi da 300 mm sulla “SX”, 260 mm per la “RX”, con disegno wave, e da 220 mm posteriore, con pinze flottanti rispettivamente a due e un pistoncino, con tubi in treccia metallica. Da sottolineare che l’impianto è controllato da un sistema ABS Bosch dotato di sistema anti roll-over, che impedisce il sollevamento della ruota posteriore nelle frenate più decise. Il peso dichiarato per entrambe le versioni è di 134 kg con il pieno di benzina.
Motore in comune
Il motore come scritto sopra è lo stesso per entrambe le moto, con l’unica differenza della rapportatura finale, 13/62 sulla “SX”, 13/69 sulla “RX”. Il motore è un monocilindrico 124,2 cc, alesaggio corsa rispettivamente di 58 e 47 mm, la distribuzione è monoalbero a 4 valvole con raffreddamento a liquido, mentre la potenza erogata è quella codice di 11 kW a 10.700 giri e 11,3 Nm a 8.000 giri. Molto contenuti i consumi di carburante, almeno stando a quanto dichiarato, le due moto italiane riescono a stare in media sotto ai tre litri ogni cento chilometri, caratteristica che sommata ai sette litri di serbatoio, garantisce buone percorrenze chilometriche prima di far visita al benzinaio (questo sì è un bel vantaggio rispetto alle care e vecchie due tempi a miscela).
Naturalmente “SX” e “RX”sono entrambe omologate Euro 4, e sono disponibili in due varianti grafiche Red Fun e Black Drift la SX, nella sola grafica Red Fun la RX.
La compatta strumentazione LCD è discretamente completa: oltre al tachimetro ed al contachilometri ci sono due contachilometri parziali, l’orologio, la temperatura del liquido, velocità massima raggiunta ed orologio, manca però il contagiri.
Come vanno su strada
Iniziamo il test in sella alla Aprilia 125 RX, e la prima cosa che notiamo è che ci stiamo davvero bene in sella, niente effetto “motina” di cui soffrono alcune ottavo di litro, qui ci si sente davvero in sella ad una vera moto, con dimensioni adeguate.
Il nostro metro e ottanta ci si accomoda bene, e l’altezza considerevole del piano di seduta da terra, viene mitigato sia dal peso ridotto della moto, che permette di manovrare da fermo con il minimo della fatica, sia dalla sella stretta che non rende impossibile toccare con entrambi i piedi sull’asfalto.
Quest’ultimo è stato protagonista della prima parte del test, e dobbiamo dire che nonostante il tassello, la RX si guida discretamente bene su strada. Il motore si dimostra lineare e privo di strappi nell’erogazione anche a freddo, e una volta entrato in temperatura incassa senza patemi “allunghi infiniti”, alla ricerca di una brillantezza che forse i quindici cavalli di legge non possono garantire. In compenso la coppia non è poi male, e se non si fa del tutto sedere il mono, è capace di far riprendere vigore alla spinta, anche grazie ad una rapportata del cambio abbastanza corta.
La pioggia che ci ha accompagnato per diverso tempo, e di conseguenza l’asfalto bagnato, non ci possono che far apprezzare la presenza dell’ABS, una novità tra le ottavo di litro di questo genere, mentre la buona modulabilità del freno posteriore, questo sì libero di bloccare (caratteristica irrinunciabile nella guida in fuoristrada), permette di gestire al meglio la ruota dietro. Le misure abbondanti dei dischi e la buona resa delle pinze rendono pratica e sicura la RX su strada, a essere pignoli avremmo gradito una risposta meno spugnosa della leva anteriore, ma forse sono solo capricci da motociclisti navigati (e attempati!), con il senno dei sedici anni, va tutto alla grande.
Lasciato l’asfalto, ci alziamo sulle pedane e aggrediamo un poco di sterrato. Anche in questo caso si apprezza la comunicatività della ciclistica, con un avantreno sempre bello solido e reazioni composte del posteriore. La potenza del motore non permetterà derapate epiche, ma per prendere confidenza con il fuoristrada è perfetto, così come sorprendente è l’assetto delle sospensioni, davvero ben tarate e poco propense al fondo corsa. Robusta e instancabile la frizione, mentre il cambio non va mai in crisi, preciso e rapido sia a freddo, sia quando viene “brutalizzato” in fuoristrada!
La versione SX ci sta aspettando invece, per un test atipico, ma davvero apprezzabile, visto che la ottavo di litro di Noale ci farà divertire tra i cordoli di un kartodromo. Pochi giri e non possiamo che fare i complimenti a chi ha sviluppato ciclistica e assetto di questa moto, sicura e divertente in fuoristrada, con le gomme tassellate montate sui cerchi da 18 e 21 pollici, precisa e divertente su asfalto e anche in pista. Divertimento e facilità di guida, vanno a braccetto con un motore che consuma nulla e appare davvero instancabile e dall’affidabilità a tutta prova.
La SX ci fa sorridere sotto al casco integrale, è agilissima con le ruote da 17 pollici, non perde nulla in stabilità e soprattutto permette di prendere confidenza con la guida sportiva. La potenza limitata insegna a sfruttare al meglio l’erogazione, a frenare il meno possibile e a disegnare traiettorie pulite. Poi scatta “l’ignoranza” e allora ci si concede qualche piccolo traverso, tanto per fare coreografia, ma senza esagerare, altrimenti ci si pianta a metà curva e basta. Sorprendenti le gomme CST di primo equipaggiamento, offrono grip in abbondanza, almeno su questo asfalto, e permettono di piegare senza tanti indugi. Poi il meteo si ribella, la pioggia battente ci fa desistere dal continuare a divertirci, anche perché la tutta di pelle zuppa non è il massimo della vita, quindi esce la scritta Game Over.
Si torna a casa, ma con un sorrisino stampato in faccia, anche questa volta in sella a delle moto che molti reputano un passo indietro rispetto alle 2T, un passo necessario per rientrare nelle normative aggiungiamo noi, ci siamo divertiti e pure tanto. Il tempo per le potenze elevate e per le prestazioni “da bar” arriveranno, per chi non ne può fare assolutamente a meno, nel frattempo per chi compie sedici anni oggi, queste due moto sono davvero un bel modo di cominciare!
Maggiori informazioni:
Luogo: Colonia, Germania
Meteo: Cielo coperto, 15° C
Foto: Volker Rost
Sono stati utilizzati:
Casco: Caberg XTRACE SPARK
Giacca: Rev’it GT R Air
Jeans: Dainese Bonneville Slim
Tuta: Dainese Kyalami
Guanti: Ixon RS Pistol HP
Scarpe: TCX X-Street Air
Airbag: MotoAirbag® vZERO