Aprilia Tuono V4 TEST: base o GT?
L’Aprilia Tuono è da anni al top del segmento delle hypernaked. Anche nelle ultime stagioni, in cui la concorrenza si è avvicinata moltissimo arrivando a migliorare sotto alcuni aspetti le prestazioni della Tuono V4, l’Apriliona è rimasta un capolavoro di prestazioni ed equilibrio: nella nostra comparativa delle hypernaked dello scorso anno ha continuato a farsi valere respingendo agevolmente gli assalti delle rivali.
Con il 2021 e gli aggiornamenti apportati a quella sorella supersportiva con cui la Tuono, da sempre, ha la parentela più stretta del segmento, la hypernaked di Noale è migliorata ulteriormente. Aprilia non ha ceduto alla tentazione di inseguire potenze massime da record - sarebbe stato facile, adottando tout court il propulsore della RSV4 2021 - ritenendo la configurazione attuale del propulsore quella più equilibrata per quell’uso sportivo, ma pur sempre prevalentemente stradale, per cui la Tuono è stata pensata.
Tutto il resto, però, è cresciuto. Se per la ciclistica bastavano un paio di affinamenti, perché da questo punto di vista la Tuono è sempre rimasta il riferimento indiscusso, l’elettronica - pur efficacissima e di grande raffinatezza - aveva ormai raggiunto il limite dello sviluppo, puntualmente arrivati con l’adozione del nuovo pacchetto sviluppato con un occhio alla piattaforma 660.
Ma non basta, perché dopo un primo tentativo un po’ interlocutorio fatto con il modello 2017, stavolta Aprilia ha caratterizzato la versione base della Tuono in maniera più marcatamente turistica. Addio sorella povera, benvenuta sorella GT - ci sono bastati pochi chilometri per chiederci come mai, pur a fronte di poche, miratissime modifiche a Noale abbiano perso l’occasione di cambiare nomenclatura per sottolineare le diverse inclinazioni di questa nuova Tuono.
Proprio per la ridotta entità di queste modifiche - lo ammettiamo - eravamo un po’ scettici. L’esperienza del modello precedente non ci aveva convinto del tutto sul tema della nuova vocazione della Tuono. Ed è quindi con molta curiosità e un po’ di sano dubbio che il sottoscritto si è accaparrato un esemplare di Tuono V4 2021 da provare con calma. Ecco com’è andata.
Com'è fatta
Con il modello 2021 l’Aprilia Tuono V4 rimane alla base della gamma Tuono da 1.100 cc per prezzo e pregio (mancano alcune dotazioni di pregio, come vedremo) ma rimane molto simile alla sorella Factory che vi abbiamo descritto nel dettaglio ai tempi della prova e che ha di fatto mutuato gli aggiornamenti più importanti apportati alla sorella superbike RSV4.
Come nella versione precedente, infatti, la Tuono V4 base offre una miglior sistemazione al passeggero grazie a una sella più ampia (e pedane leggermente più basse) e fa risparmiare qualcosa grazie alla rinuncia alle sospensioni semiattive Öhlins Smart EC in favore di una combinazione Sachs meccanica con forcella rovesciata a regolazione completa separata sui due steli da 43 mm e monoammortizzatore completamente regolabile con serbatoio di compensazione in configurazione piggyback.
In questa versione 2021 però la Tuono V4 offre anche un manubrio rialzato grazie a riser più alti e un plexiglass maggiorato, che aumenta la protettività nell’uso turistico. Tutto il resto - propulsore, pacchetto elettronico e ciclistica - rimane del tutto identico a quello della Tuono V4 Factory.
Prezzi, versioni, disponibilità
L’Aprilia Tuono V4 è già disponibile nelle concessionarie nelle colorazioni Glacier White e Tarmac Grey (quella della prova) a 16.990 euro f.c. Il primo tagliando si effettua alla scadenza dei 1.000 km, subito al termine del rodaggio, mentre successivamente gli intervalli sono di 10.000 km/12 mesi.
Gli accessori sono tantissimi, naturalmente, e spaziano da quelli performance (scarichi, cerchi forgiati, prese aria freni) a quelli più touring (supporto navigatore, sella in gel) fino all’abbigliamento e agli accessori estetici.
Come va
È facile: come vi aspettate che vada una Tuono. Forte, bene, con tantissimo feeling da una ciclistica come solo a Noale possono fare. Non vi basta? OK, allora mettetevi comodi e facciamo una disamina un po’ più completa…
La posizione in sella è naturale: al manubrio rialzato fanno da contraltare le pedane che restano sportive e relativamente rialzate, per garantire una buona luce a terra e supportare gli spostamenti del corpo nella guida sportiva. Si siede comodi e anche su percorrenze autostradali di una certa distanza - diciamo fra un rifornimento e l’altro - non si avvertono anchilosamenti o carichi particolari. E quando si guida fra le curve, si è nelle condizioni perfette per gustarsi la dinamica e tenere un ritmo elevatissimo con davvero poca fatica.
Bello il colpo d’occhio sul ponte di comando, con il nuovo TFT ampio e leggibile. Serve un po’ per metabolizzare la nuova interfaccia attraverso i quattro pulsanti sul blocchetto sinistro, ma tutto nella norma.
Basta qualche centinaio di metri per riconoscere il DNA Tuono. Il propulsore V4 è favoloso: ricco di coppia, potente in alto e con una voce allo scarico da brividi. Ma è soprattutto la ciclistica che conquista. Se sulla versione precedente dell’allestimento base si trovava qualche limite nelle sospensioni - efficaci quando si guidava a ritmi elevati ma poco inclini al comfort nella guida rilassata e su fondi sconnessi - sulla Tuono V4 2021 sono bastate variazioni all’idraulica per definire un comparto di assoluta eccellenza.
Coerenti nella guida sportiva, relativamente confortevoli quando si preferisce un passo disimpegnato, forcella e mono sono lodevolmente omogenei nella taratura, caratterizzati da una buona scorrevolezza e dalla capacità di copiare bene le asperità degli asfalti anche mediamente disastrati. Non siamo chiaramente a livello di una maxienduro, ma ci sono stradali turistiche messe molto peggio. Certo, sarebbe stato meglio avere le meravigliose Öhlins semiattive della Factory, ma il prezzo sarebbe lievitato non poco…
L’agilità è davvero notevole, complice la scelta di un 190/55 al posteriore in luogo del 200/55 della Factory, con il contorno del grip e del supporto offerti dai Pirelli Diablo Rosso III di primo equipaggiamento. I cambi di direzione, soprattutto sul veloce, sono il suo forte: la Tuono è rapida ma precisa, e del tutto scevra da instabilità di sorta. Agile senza nervosismi, l’Apriliona è una di quelle moto che si ricorda sempre con occhi sognanti. E la frenata è al di sopra di qualunque critica le si voglia muovere, sia sotto il profilo della potenza che del feeling al comando.
Capitolo motore: l’erogazione è quella - fantastica - che ormai abbiamo imparato ad associare al V4 di Noale. Fluido al minimo, corposo ai medi e favolosamente potente in alto, è un costante invito al gioco e - diciamocelo - alla sfida alle regole del codice della strada. Serve la virtù di un santo per non regalarsi una snocciolata di marce (il cambio, tra l’altro, è piacevolmente ravvicinato nella rapportatura) non appena la strada si libera, e la voce allo scarico non fa altro che istigare ulteriormente al peccato qualunque motociclista dal sangue caldo.
A frenarvi può (forse) bastare il pensiero del benzinaio, perché le prestazioni del quattro cilindri veneto si pagano tradizionalmente care in termini di consumi: se si gioca (come è bello fare) è difficile andare oltre i 15-16 km/litro, e anche guidando con un occhio al risparmio, i 200 km con un pieno sono un obiettivo non banale. Ma se per voi i consumi rivestono importanza primaria, probabilmente la Tuono non è stata pensata per voi.
A tanti pregi corrispondono anche alcune piccole sbavature del quadro tecnico. La mappa Tour, che dovrebbe essere quella più tranquilla, effettivamente addolcisce molto l’erogazione in basso ma poi, attorno a metà contagiri, presenta una specie di effetto fionda (in alto le leggi di apertura dei corpi farfallati sono probabilmente quasi del tutto equivalenti) che disturba un po’ se non prende addirittura in contropiede. Al contrario, la Sport è sicuramente più diretta ma - a patto di avere la necessaria esperienza - è anche quella meglio calibrata e più precisa.
Qualche piccola perplessità la desta anche il quickshifter. A fronte di un cambio meccanicamente perfetto, la gestione elettronica a volte presenta qualche piccola incoerenza: nell’uso sportivo, agli alti regimi, è impeccabile, ma quando si guida disimpegnati ci sono combinazioni rapporto inserito/regime/apertura acceleratore (non sempre prevedibili) in cui il taglio dell’accensione risulta un po’ lungo e innesca fastidiosi “cammellamenti”. La frizione, comunque, è lì per quello, e stiamo parlando davvero di piccole sbavature che non rovinano certo un quadro d’eccellenza.
Nell’uso disimpegnato vale la pena di segnalare la protettività del plexiglass maggiorato, che toglie molto carico nei trasferimenti a velocità sostenuta, anche se il manubrio alto fa sì che la posizione più eretta sposti la zona casco al di fuori dell’area protetta.
Capitolo turismo e uso quotidiano: avremmo preferito una soluzione più capiente per le valige, che oltretutto sembrano un po’ posticce. Certo, stiamo parlando comunque di una sportiva, ma l’aftermarket sa fare di meglio e dalla soluzione proposta dalla casa ci aspettiamo di più. Quasi nulla da segnalare invece nell’impiego cittadino, dove la Tuono V4 sguscia bene nel traffico. Anche se, come potete immaginare, servono gambe d’amianto per resistere al calore sprigionato al semaforo dal suo motore. La concorrenza, del resto, non è messa meglio…
Per chi è l’Aprilia Tuono V4?
La nuova Aprilia Tuono V4, che continuo a pensare dovrebbe chiamarsi Tuono V4 GT, è per chiunque cerchi un mezzo pensato per lo sport-touring vero. Ovvero per chi vorrebbe una supersportiva o una hypernaked sulle curve, senza però doversi piegare ai compromessi in termini i di comfort e versatilità imposti dalle due categorie di cui sopra.
È per quei motociclisti il cui concetto di turismo è lo spararsi un weekend lungo di curve sui passi alpini senza soffrire troppo nei trasferimenti, o magari andare dove vuole la compagna potendo però scappare per qualche ora a spararsi due pieghe o - perché no - un turno in pista, visto che ce n’è una casualmente lì nelle vicinanze. Se siete turisti da migliaia di chilometri al giorno, magari in autostrada, cercate altrove - anche, e non è una considerazione secondaria, per questioni di consumo.
Insomma, una rivale diretta per la KTM SuperDuke GT, ma anche per le crossover più prestazionali - BMW XR e la futura Multistrada Pikes Peak - con un’impostazione nettamente più sportiva grazie alla derivazione più diretta di tutte dalla sorella supersportiva - la RSV4. Dopotutto, ricordatevelo, le differenze fra lei e la Tuono Factory si contano sulla punta delle dita di una mano.
Certo, consuma tanto e - destino comune dei motori a V longitudinali, soprattutto con l’Euro-5 - scalda tantissimo in mezzo alle gambe del pilota nel traffico. Ma ve lo assicuriamo, se rientrate nell’identikit di cui sopra, è poco prezzo da pagare in cambio delle gratificazioni che la Tuono V4 è in grado di regalarvi tutte le volte che la guidate. Provatela. E poi attenti alla patente…
Maggiori informazioni
Moto: Aprilia Tuono V4
Meteo: Variabile, 28°
Luogo: Appennino modenese
Foto/video: Giancarlo Vaccaro
Montaggio: Fabrizio Partel/Moto.it
Sono stati utilizzati
Casco Arai Quantic
Giubbotto MTech Screamer GP
Jeans MTech X-Force
Guanti MTech Gear Air Cee
Scarpe Alpinestars Sektor WP
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sermacol, Milano (MI)oggi sono andato in un concessionario Aprilia per chiedere informazioni su borse e relativo telaietto ma, a quanto pare, non risultano ancora tra gli optionals ufficiali. Mi è sembrato di capire che le borse montate sulla Tuono del servizio siano originali Aprilia .... e allora mi chiedo .. Edoardo ma come hai fatto?
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DarioDayAspetto la RST4 Futura possibilmente con VTEC o con la possibilità di funzionare a 2 cilindri a velocità autostradali. Non me la faranno mai... ed io mi tengo la mia H2 SX.