DERBI GP1 250
A muso duroLa linea è decisamente racing, da qualunque punto di vista lo si osservi, questo Derbi risulta cattivo. Se davanti assomiglia terribilmente ad un Jet Lookheed F-117 Stealth, con spigoli vivi a profusione e quei due fari dallo sguardo aggressivo, visto da tergo l'arrabbiatura non passa. Codino rastremato che spara alto e dai tratti molto…motociclistici.
Così come preso a prestito dal mondo delle moto "vere" appaiono il telaio in alluminio e l'impianto frenante. Quest'ultimo è dotato di due dischi anteriori da 245 mm con pinza radiale, mentre dietro c'è un singolo da 240.
Anche le sospensioni fanno un figurone, grazie alla forcella a steli rovesciati da ben 40 mm ed al mono posteriore dalla singolare dislocazione, sopra il pneumatico posteriore.
Impronta a terra "importante" grazie ai due pneumatici montati, 120/70-14 anteriore e 140/60-14 posteriore.
Il motore di questo Derbi è il conosciutissimo e molto apprezzato Piaggio Quasar da 244,29 cc.
Originalità nella linea e nelle finiture
Le finiture ed alcuni particolari del GP1 se da una parte si possono definire originali, dall’altra mi viene da dire anche troppo "dimessi" nell'estetica e nel materiale scelto per realizzarli, pur tenendo conto del prezzo d’acquisto piuttosto "allettante"di 3.690 €.
- La linea è decisamente racing, da qualunque punto di vista lo si osservi
Per esempio la coppia di vani porta oggetti ricavati davanti alle ginocchia del guidatore e chiusi da due sportelli in plastica morbida (difficili da richiudere perfettamente) oppure gli spessori di spugna posizionati dietro al cupolino, sono particolari che mal si sposano con l'immagine del GP1. Anche la quantità di carter e coperchi motore vari in plastica nera risulta eccessiva.
La disponibilità di vani è discreta, oltre ai due laterali sullo scudo anteriore, che possono contenere piccoli oggetti, se ne aggiunge uno centrale in cui riporre un cellulare o al massimo un mazzo di chiavi. Il vano sottosella permette lo stivaggio di un casco jet…ma non troppo ingombrante.
Cruscotto racing con contagiri analogico di grandi dimensioni (ma non sarebbe più logico un tachimetro?) e display digitale di piccole (purtroppo per la leggibilità) dimensioni, sul quale vengono visualizzati il livello del carburante, contachilometri, tachimetro e orologio.
In sella
Salire sul GP1 è poco scooteristico e molto motociclistico per via del tunnel centrale decisamente alto, che obbliga ad alzare (e non poco vista l'altezza del codino) la gambetta come sulle moto vere.
La posizione di guida è "unica", a causa della configurazione della sella che impedisce di arretrare e alla configurazione della pedana, che non ha problemi ad accogliere scarpe di misura "importante" ma che ne impedisce qualsiasi movimento in senso longitudinale.
Una volta in marcia, bastano pochi chilometri per accorgersi che quanto promesso dall'estetica, viene confermato dalla …dinamica. Traduzione, se il GP1 è sportivo fuori, è altrettanto sportivo dentro. Ciclistica rigida, che significa precisione di guida e rapidità nel rispondere ai comandi. Fulmineo negli inserimenti e "tonico" nei cambi di direzione, insomma...preciso. Tutto questo a discapito del comfort, a causa di un set up di sospensioni tendente al rigido. Soprattutto il mono fatica a incassare anche le asperità meno pronunciate, trasmettendo il tutto senza filtri alla schiena del guidatore. Anche regolando il precarico della molla, smollandolo completamente, cambia poco. Sullo sconnesso si deve anche fare attenzione alle "cuspidi" della carenatura anteriore, che possono "interferire" con le tibie dei guidatori più alti.
Reattivo e potente l'impianto frenante si comporta bene, soprattutto l'anteriore, modulabilità e resistenza di ottimo livello, permettono decelerazioni sicure anche nella guida più spinta..
Il motore convince sia nell'uso cittadino, dove si dimostra vivace nelle partenze da fermo e fluido alle medie velocità e perfetto anche per qualche puntata nell’extraurbano. Nel secondo caso però qualche limite viene dalla scarsa protezione aerodinamica offerta dal cupolino. Questo costringe il guidatore a contrastare l'effetto dell'aria spostandosi con il busto in avanti, senza la possibilità però, di arretrare sulla sella. Ecco allora che i due specchi retrovisori, montati troppo arretrati, diventano inservibili, così come la strumentazione che si viene a trovare troppo vicina al busto del guidatore e di difficile consultazione.
Il GP1 dimostra di essere uno scooter dal look moderno, dalle prestazioni sportive e senza compromessi per quanto concerne il comfort. Un due ruote per guidatori…estremi.
prestazioni
Consumi?