Honda CRF450R Salvini
We are the champions!Una prova speciale
Ci sono giorni che ti svegli con un mix di tensione e di gioia. Siamo fortunati, la giornata è gelida ma il cielo è limpido e l’Appennino non è ancora coperto dalle neve.
Poi c’è lei, la protagonista di questo fantastico test e di un anno di gare che ha riportato l’Italia tra le grandi dell’enduro mondiale. Ed è a nostra disposizione. Lei è la Honda CRF450R con cui Alex Salvini ha vinto il Mondiale di Enduro nella Classe E2 insieme al Team Honda HM Zanardo – Jolly Racing di Sandro Tramelli (con Franco Mayr nei panni di Team Manager e Tullio Pellegrinelli in quelli di Team Director).
Un trio – quello composto da pilota, moto e team - che nella stagione 2013 ha dominato la scena vincendo nove giornate, e che si sta già preparando alla difficilissima conferma del titolo nel 2014, anno che vedrà impegnato nella classe di Alex un altro grande campione del mondo, Antoine Meo (Team KTM Farioli).
A Salvini piace una moto dal setting basso sul posteriore, per questa ragione viene impiegato un link dalla progressione leggermente diversa, che tiene bassa dietro la CRF450.
La taratura delle sospensioni è piuttosto rigida ed è studiata per supportare le grandi prestazioni di Alex, senza per questo rivelarsi – come vedremo tra poco – inadatta alla guida di noi cristiani.
La forcella Kayaba da 48 ad aria non ha dato problemi nel corso della stagione ed è stata oggetto delle consuete revisioni e personalizzazioni nei settaggi da parte di Tullio Pellegrinelli.
La moto pesa circa 114 kg col pieno di benzina (guardate che meraviglia lo splendido serbatoio in carbonio da circa 7 litri).
L’impianto elettrico è di tipo semplificato, come si usa nelle gare di enduro, ma le luci restano perfettamente funzionanti grazie alla potenza del generatore di serie Honda.
I radiatori sono maggiorati e i freni a disco sono più leggeri e dotati dello sgancio rapido per agevolare la sostituzione delle ruote, dotate di pneumatici e mousse Metzeler.
Come anticipato, lo scarico è doppio come sul modello di serie, ma viene qui fornito da Leovince che equipaggia la moto del mondiale con due silenziatori in alluminio dotati di fondello in fibra di carbonio.
Chi sogna di girare nei boschi con la replica della Honda campione del mondo (o di mettersela in salotto, che non sarebbe comunque malaccio), sappia che il team Zanardo fornisce in after market tutte le parti sia di motore che di ciclistica che vedete montate sulla moto del nostro servizio.
A dimostrazione del fatto che la CRF di Salvini è sì una moto speciale, ma resta parente strettissima della Honda 450 che tutti possono acquistare.
Come si comporta: non teme i sassi, li schiaccia
Il timore che la moto di Alex sia un oggetto difficile, a misura di campione del mondo, trova riscontro al mattino presto, quando Sandro Tramelli gela il nostro entusiasmo: “E’ meglio se ti scaldi prima con la mia CRF250, quella di Alex è tosta, provala più tardi”.
Comandi signor sì. Guai a contraddire il capo del team Honda e guai, soprattutto, a stendere pronti-via la moto del mondiale.
Partiamo qunidi a cannone in mulattiera col duemmezzo quattro tempi in scia a Sandro Tramelli, abbiamo il nostro bel da fare sia a tenere il suo passo che a gestire la moto nei bastardissimi canali ghiacciati che si aprono come voragini al nostro passaggio.
Un paio di volte la piccola CRF pare puntarsi sul davanti, pronta a disarcionarsi, ma la stabilità del telaio in alluminio ci mette una pezza e ci evita situazioni imbarazzanti.
Ci tornano in mente le parole di Sandro, “fortuna che abbiamo lasciato per dopo la 450” pensiamo sotto il casco.
Finalmente agguantiamo il manubrio della moto di Alex, non stavamo nella pelle!
Prima sorpresa: ma come diavolo tiene le leve il campione della E2? Frizione e freno puntano il cielo da tanto sono alte. Piacciono all'insù anche noi, ma così è troppo e dopo un po’ di chilometri e di fettucciato il braccio destro chiede pietà.
Anche l’assetto è bello duro, ma questo era messo in conto viste la velocità e l’irruenza con le quali Salvini affronta le speciali.
Una pedalata morbida basta a caldo come a freddo per dare vita al motorone 450. La prima è abbastanza lunga, ma si rivela una meraviglia anche nei tratti lenti e impestati, come pure nei tornantini a U dove faticherebbe una bici da trial. Il motore a iniezione è infatti dolcissimo e permette di ripartire quasi da zero anche senza giocare con la frizione, e con una trazione esagerata.
La stabilità della CRF 450 campione del mondo è davvero sbalorditiva, la moto entra a cannone nei canali stretti dove il misto di ghiaccio e fango legava le ruote della piccola CRF250. Basta poi sfiorare l’acceleratore in terza o quarta per uscirne come proiettati da una palla di cannone.
Pare davvero incredibile, ma la moto di Alex ci mette a nostro agio molto più di quanto farebbe una bella Honda di serie.
La forcella Kayaba ad aria ha una resa straordinaria: più cerchi di metterla in crisi e più risponde con una precisione e una direzionalità dell’avantreno che permettono di frenare forte anche sulle buche in discesa del fettucciato.
Sui sassi smossi la Honda CRF450R è un vero Caterpillar, l’anteriore non scarta mai, dà una sicurezza esagerata e consente di fare strada con la metà della fatica.
Sino a oggi non avevamo provato nulla del genere sui terreni duri, roba da fantascienza. Non osiamo immaginare a che ritmo possa affrontare gli stessi ostacoli un campione come Salvini.
La frenata è molto potente e altrettanto modulabile, ma non ci riserva particolari sorprese rispetto a un impianto standard ben fatto.
Il motore Honda di Salvini rispecchia l’erogazione estremamente lineare e corposa della CRF 450, ma ha più schiena a metà e, se si insiste con la marcia, porta a un allungo impressionante.
La risposta dolce trae in inganno, sembra non fare strada, ma poi ti ritrovi lungo a ogni staccata, e tocca attaccarsi ai freni per acchiappare in tempo la curva.
A fine giornata lasciamo volentieri il manubrio a Marco Aurelio Fontana, che prende subito confidenza con la Honda CRF450R di Alex e infila una bella serie di giri nel fettucciato con una velocità via via migliore. Marco non sale in moto da mesi, ma la CRF450 lo mette subito a proprio agio; lo dimostrano il suo ritmo e la semplicità con cui affronta i tratti difficili del tracciato.
Il campione olimpico di mountain bike (ricordate il suo incredibile podio a Londra senza sellino?) ha uno stile perfetto in sella e una resistenza fisica che gli permetterebbe di finire una Sei Giorni senza sudore.
La moto campione del mondo da parte sua manifesta un potenziale incredibile, il lavoro del Team Honda Zanardo l’ha resa semplicemente favolosa e dannatamente veloce anche nelle mani di chi non risponde al nome di Alex Salvini. Bravi, bravi davvero.
anche con l'iniezione e la rekluse se rimani "attaccato" su qualche "muro" con la moto spenta, senza avviamento elettrico sono dolori.
grande titolo
grazie per questo mondiale 2013 che sarà ricordato ;)