Il test delle Beta Enduro RR 2019: c’è anche la nuova 200!
Sono arrivate in questi giorni nelle concessionarie le Beta della serie RR Enduro in edizione 2019 e ve le proponiamo in questo primo test. Su tutte spicca l’inedita RR 200 2T, che completa la serie a due tempi ma che arriverà a ottobre. E' una moto che eredita la ciclistica dell’ultima 125. Il telaio in acciaio al cromo molibdeno, con struttura a doppia culla sdoppiata sopra la luce di scarico, è stato progettato per le piccole cubature rivedendone le quote principali e garantendo un ottimale posizionamento del motore. Anche quest’ultimo deriva dalla base della sorella minore, ed è caratterizzato da un lay-out specifico e particolare, volto a ottimizzare la distribuzione delle masse e la fluidodinamica. E’ munito di miscelatore automatico e di avviamento elettrico.
Gli aggiornamenti su tutta la gamma esistente derivano dall’esperienza sui campi gara. Il lavoro si è concentrato sia sul motore che sulla ciclistica, con una particolare attenzione al reparto sospensioni – tanto anteriore quanto posteriore – che ora vanta una componentistica ZF di altissimo livello ed estremamente evoluta rispetto al passato.
Il test della RR 125 2T
La 125 è la piccola di casa Beta. Piccola solo di cilindrata, perché è in grado di farsi valere contro i modelli della concorrenza più agguerrita. Il MY 2019 a livello tecnico cambia poco rispetto al modello 2018, ma chiaramente c’era da aspettarselo in quanto il debutto in questa cilindrata c’è stato lo scorso anno.
A differenza delle sorelle di maggior cubatura, la 125 non monta il miscelatore automatico e non ha l’avviamento elettrico, questo per contenere il peso e permettere a chi vuole gareggiare di avere una moto pronto gara e senza fronzoli.
Nonostante l’altitudine di oltre 1.000 metri del luogo in cui si è svolta la prova la moto aveva una carburazione perfetta, ciò ha permesso al motore di esprimere al meglio le proprie prestazioni e la propria potenza. Come per tutte le 125 bisogna fare “cantare” il motore, di conseguenza si deve stare attenti a non farlo scendere troppo di giri, altrimenti si rischia di perdere lo spunto in uscita di curva.
Nei cambi di direzione la moto è rapidissima e l’ingresso in curva è facilitato da forcella e mono ammortizzatore ben tarati dalla casa madre. Il freno anteriore è modulabile, a differenza del posteriore che, in caso di frenate decise, tende a bloccare la ruota rapidamente.
La nuova RR 200 2T
E’ la cilindrata che mancava in casa Beta per completare la gamma a 2 tempi. Chi frequenta i campi di gara forse storcerà il naso nel leggere che Beta ha coraggiosamente deciso di lanciare questa cilindrata, ma il mio consiglio è di provarla perché molto probabilmente la potenza e la maneggevolezza di questa moto vi stupiranno.
È una via di mezzo ben riuscita tra la 250 e la 125, con la manovrabilità della 125 e una buona potenza che la rendono molto divertente. Oltretutto monta di serie miscelatore e avviamento elettrico, cosa che renderà la vita più facile a chi deciderà di acquistarla. La frenata è molto simile a quella della 125, con il posteriore che tende a bloccare in caso di frenate particolarmente decise.
La 200. come tutta la gamma sia a 2 che 4 tempi, ha una triangolazione sella-pedane-manubrio ottima per i piloti di media statura. La sella sostiene bene, non da la sensazione di sprofondare, né di essere seduti “sul marmo”.
RR 250 2T
E’ la più aggressiva della gamma 2t, oltre a essere uno dei modelli più venduti dalla casa italiana. La carburazione fin troppo magra del modello che ho provato ha messo in evidenza il carattere spigoloso di questa moto, la quale è in grado di mettere decisamente in imbarazzo se si esagera con l’acceleratore.
Il peso contenuto di questa fa sì che la guida nello stretto risulti agevole, mi sono però trovato un po' in difficoltà nelle mulattiere in discesa, perché la taratura della forcella piuttosto rigida fa scartare spesso l’avantreno.
La frenata è all’altezza della potenza di questa moto, a volte però il freno anteriore è risultato poco modulabile, con la tendenza a bloccare.
RR 300 2T
La 300 è il modello a 2 tempi di cubatura maggiore della casa toscana, a differenza della 250 però si dimostra docile e meno aggressiva nell’erogazione. È la moto “da mulattiera” per definizione, leggera e con il motore sempre pronto a tutti i regimi di giri, anche se la sensazione è che “muri” prima rispetto alla 250.
La taratura della forcella di questa moto non mi ha permesso di godermela al meglio in mulattiera, questo perché nei punti con molte pietre tendeva a scartare, ciò mi portava a guidare con una leggera insicurezza. Modificando il setting della forcella sono comunque riuscito ad ottenere dei buoni miglioramenti. Oltretutto tarare le sospensioni è stata rapida per via dei nuovi registri per la regolazione di precarico, compressione e ritorno interamente regolabili stando seduti sulla moto e senza attrezzi, peculiarità di tutti i modelli Beta 2019. Il freno posteriore di questa moto era poco modulabile, aveva una leggera tendenza a bloccare.
RR 350 4T
E’ una moto divertente e con un motore docile, adatto a qualsiasi utilizzo. In alcuni casi, come nei lunghi rettilinei, si vorrebbe magari avere un po' di spunto in più, è quindi il modello a 4 tempi con cui bisogna cercare di più l’allungo del motore per andare forte.
Come nel caso del 300 a 2 tempi anche questo modello soffre una taratura delle sospensioni che la fa scartare nelle parti di mulattiera con qualche sasso in più, ma regolando il setting la situazione migliora. Nel fettucciato il peso della moto e l’inerzia del motore non mettono in difficoltà, mentre anche in questo caso il freno posteriore ha una leggera tendenza a bloccare.
RR 390 4T
Tra le 4 tempi è il modello che mi è piaciuto di più, con un motore potente ma che comunque non mette in imbarazzo, sempre pronto a qualsiasi regime di giri. Il telaio e le sospensioni con questa cubatura danno il meglio; la forcella lavora senza indecisioni e il mono ammortizzatore copia bene le asperità del terreno. Nel fettucciato si comporta bene, dando la sensazione di “averla sempre guidata”. A differenza della 350 il freno posteriore tende a bloccare meno.
RR 430 4T
La 430 si potrebbe definire un ulteriore upgrade della 390, in questo caso però la potenza del motore comincia ad essere “troppa”. La risposta del motore è sempre rapida e decisa, a qualsiasi regime di giri. Nel fettucciato, a differenza delle sorelle di cilindrata minore, si comincia a sentire “ il peso” della cubatura del motore ed i cambi di direzione risultano meno rapidi. I freni, anche in caso di forti stress, sono sempre risultati all’altezza della potenza di questa moto.
RR 480 4T
E’ la moto cui bisogna “dare del lei”, con un motore pronto a qualsiasi regime di giri, in grado di mettere in difficoltà anche i piloti esperti. Un aiuto nel gestire tutta questa potenza viene dal nuovo comando del gas, il quale risulta progressivo fino a circa metà apertura, questo per evitare di avere inutili eccessi di potenza nella guida in mulattiera. Dai metà gas in poi il motore fa sentire tutta la sua potenza. La taratura rigida di forcella e mono ammortizzatore non mettono in crisi il pilota, anzi, risultano adatte a una moto di questa cubatura rendendola meno goffa.
Testo di Marco Boarolo
Sono stati utilizzati:
Casco: Airoh
Abbigliamento: Acerbis Thunder Gear
Guanti: Acerbis MX-X2
Stivali: Acerbis X-Rock
in ITALIA .
E il compagno Colaninno faccia il suo mestiere con la bella "qualità"che da ai suoi prodotti, quando li produce !!
Massimo