Alp 4.0 contro Alp X, la sfida turistica di 500 km in giornata [VIDEO]
Lo scorso EICMA, Betamotor ha svelato due nuovi modelli: Alp 4.0 e Alp X. Si sapeva che la Casa toscana stesse lavorando alla nuova e attesa generazione di quella che è diventata negli ultimi vent'anni una moto di culto. Tanti si sono appassionati a questo concetto di semplicità estrema, di commistione tra enduro, trial e trail per creare una moto dall'approccio facile e in grado di portarti sostanzialmente ovunque. La Alp è probabilmente nella storia Beta il modello di maggior successo, quantomeno quello divenuto più popolare.
La nuova generazione, dicevamo, si è sdoppiata. Già in passato da una costola della Alp era uscita la M4, di fatto una versione supermotard pensata per l'utenza più cittadina e giovane. Ora non sappiamo se nel prossimo futuro possa arrivare qualcosa del genere, ma non possiamo neppure escluderlo. Di certo, però, c'è che con questa nuova generazione si è puntato a distinguere una proposta più dichiaratamente off-road, la Alp 4.0, ed una più scrambler e urbana, la Alp X.
Abbiamo già avuto l'opportunità di provare la nuova Alp 4.0 appena uscita e qui ritrovate il nostro video. Ci rimaneva però la curiosità non solo di provare la nuova X ma di metterle a confronto. Chi scrive ha barato - ora lo posso ammettere - e per farlo ha giocato uno scherzetto al collega toscano Pietro costringendolo a raggiungerlo sugli Appennini come raccontiamo nel video.
Due schede tecniche QUASI uguali
Cos'hanno in comune e in cosa si differenziano? Presto detto: si tratta in pratica della stessa moto per quel che concerne telaio e ciclistica. Le differenze sono dovute unicamente alla misura delle ruote con la Alp X che ha cerchi da 19 e 17 pollici e la Alp 4.0 che li ha da 21 e 18 pollici. Questo comporta misure di pneumatici differenti (100-90-19 contro 90/90-21 e 140/80-17 contro 140/80-18) e ad un abbassamento generale della Alp X di un centimetro riscontrabile sia nell'altezza sella (855 mm anziché 865 mm) sia della luce a terra (260 mm contro 270 mm). Anche le sospensioni rimangono le stesse con forcella telescopica tradizionale con steli di 43 mm di diametro e monoammortizzatore posteriore con leveraggio e 86 mm di escursione. Non sono previste regolazioni. Per il resto a distinguerle ci pensano soltanto tre mirate differenze stilistiche: le colorazioni (bianca o rossa la Alp 4.0, grigia o grigio scuro la Alp X), il faro tondo a led per la Alp X e i fianchetti a copertura del radiatore per la Alp 4.0.
Vien da sé che anche il motore è lo stesso. Si tratta di un monocilindrico ovviamente della cilindrata di 348 cm3 da 35 CV a 9500 giri/min. Un'unità compatta, moderna e brillante del tutto a proprio agio a spingere i 140 kg delle Alp. Ci è piaciuto per prontezza, sound e per l'imprevista capacità di allungare. Abbiamo riscontrato anche ottimi consumi sempre tra i 28 e i 30 chilometri litro. Il cambio è a sei marce, abbastanza corto ma non così tanto da essere in affanno nei trasferimenti. Proprio grazie alla sesta marcia si viaggia a 130 km/h a 7.000 giri/min con la possibilità di riprendere anche prontamente per un eventuale sorpasso.
L'impianto frenante è Nissin con disco anteriore da 290 mm e posteriore da 220 mm. Garantisce una buona frenata anche se va un po' premuto. Ci sembra del tutto in linea con la tipologia di moto: comandi più repentini potrebbero mettere in difficoltà il principiante o in off road. La potenza comunque c'è e non abbiamo notato fading. Non può chiaramente mancare l'ABS Bosch che può essere disinserito nella modalità Off Road. Un pulsante sul blocchetto di sinistra infatti fa scegliere tra due mappature - che però ci sembrano identiche a livello di potenza ed erogazione - e solo in quest'ultima si può disinserire l'ABS.
Che vi piaccia di più l'una o di più l'altra non sarà una questione di soldi perché il prezzo è lo stesso ed è piuttosto invitante: 5.790 euro.
Come cambiano nella guida
Abbiamo già anticipato come il motore sia convincente nelle prestazioni. Viene assecondato anche dal resto. Rispetto al passato le nuove Alp sono ancora più agili ma allo stesso tempo più precise nella guida e consentono davvero di divertirsi tra le curve. Qui emerge la vera differenza tra le due. La Alp X offre chiaramente un maggior appoggio sull'anteriore e consente (o forse dovremmo dire consentirebbe poi vi spieghiamo) maggiori angoli di piega in stabilità oltre che traiettorie più rotonde; è più adatta a chi vuole anche ciondolare tra le curve e vede l'off road come un di più. Al contrario la Alp 4.0 con il suo 21" davanti è proprio una bicicletta. Stupisce come nel misto sia così godibile e non soffra più di tanto la differenza con la sorella che, di contro, non viene così staccata nel fuoristrada sebbene lì sia terreno di caccia dell'altra. Insomma con l'una o l'altra riuscite comunque a fare tutto. Chiaro che la Alp X rinuncia a qualcosina nell'off per dare di più su asfalto e viceversa. Tra le due, però, possiamo azzardare che è la Alp 4.0 quella che ci è parsa infine più equilibrata nel setup. Di fatto la scelta è più che altro stilistica. Riguardo al condizionale di prima facciamo una postilla: non ci hanno convinto le coperture montate sull'esemplare di Alp X provato. Si trattava delle Shinko Trail Adventure. Sospettiamo che una gommatura più raffinata possa esaltare maggiormente le doti di questa moto soprattutto tra le curve.
Anche il cambio ci ha convinto con rapporti un po' corti ma corretti per il tipo di moto e per renderla divertente. La leva è da enduro e adatta allo stivalone grosso da cross: almeno sulla Alp X avremmo preferito una spaziatura inferiore. Le sospensioni anteriori tendono al morbido e all'affondo in staccata - ma non è una moto da staccata! - mentre dietro il mono è molto più sostenuto e frenato. Anzi, quando si prende una buca ad alta velocità appare fin troppo rigido. Tutto sommato, però, per il tipo di guida e la fascia di prezzo superano la prova.
Comfort in viaggio: luci e qualche ombra
Forse a qualcuno sembrerà strano ma non sono affatto pochi quelli che usano la Alp per fare dei viaggi avventura anche lunghi e non solo per andarci a funghi. Per questo eravamo curiosi di macinare almeno 500 km in un giorno. Abbiamo scoperto che consumano poco e che le prestazioni ci bastano, ci divertono. Ma abbiamo constatato anche che le vibrazioni si sentono specie sul manubrio e specie se facciamo trasferimento. Non c'è una presa USB a portata per gli strumenti di navigazione e Infine abbiamo avuto conferma che la sagoma della sella con degli spigoli troppo vivi ed una imbottitura così rigida non è proprio il massimo. Ultimo, ma non ultimo, non ci sono ganci o appigli e anche l'avere il portatarga "laggiù" non aiuta a issare una borsa. Perciò se la vostra intenzione è usarla per tante ore in un giorno sapete già dove dovrete intervenire.
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renzoghilardi, Pieve a Nievole (PT)Proprio stamattina sono transitato davanti allo stabilimento BETA di Rignano sull'ARNO e, mi pare , lo abbiano ampliato di parecchio. Meglio cosi', vuol dire che le cose vanno per il verso giusto.
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agbmoto, Ornavasso (VB)Quel porta targa proprio non mi pare azzeccato ed anche i parafanghi anteriori così aderenti alle ruote qualche dubbio me lo pongono.