Kawasaki W800
Fuori dal tempo
La prova della W800
Bella è bella. Se amate le moto dallo stile classico, che più classico non si può, resterete ammaliati dalle splendide cromature della Kawasaki W800. Un gran bel pezzo di metallo, dal quale sono perentoriamente banditi dettagli in plastica (giusto la strumentazione è realizzata in questo materiale).Il serbatoio è in metallo - of course - e anche i parafanghi sono in acciaio cromato, tanto da potercisi specchiare.
Le finiture sono curate e a prova di controllo di qualità: i giapponesi la sanno lunga in materia, e sulla W del ritorno hanno saputo fondere i canoni estetici degli anni '60 (ricordate la bella W1 del 1966?) con la migliore tecnologia dei nostri giorni. I materiali sono di ottima fattura, al pari delle verniciature e delle cromature. Questa instant classic giapponese dà proprio l'idea di essere fatta per durare nel tempo, insensibile alle mode del momento. 8.190 euro è il suo prezzo, che ci pare in linea con quanto offerto dal prodotto. Tanto più che è prevedibile un'ottima tenuta di valore nel tempo, come già accaduto alla W650.
Cosa cambia nel motore bicilindrico parallelo
Il twin giapponese cresce di cubatura sino agli attuali 773 cc. La potenza resta di 35 kW, ma a 6.000 giri (sulla W 650 era posizionata 1.000 giri dopo). Impressiona sulla carta, e ancor di più su strada, la coppia della W800, che raggiunge il picco di 60 Nm a soli 2.500 giri (erano 4.500 sulla 650). Il peso col pieno di benzina (14 litri) è di 215 kg.
I comandi, sia al manubrio che ai pedali, sono estremamente modulabili e non richiedono alcuno sforzo. Anche il cambio (i rapporti sono cinque) si manovra che è un piacere, sebbene sia chiamato in causa di rado. L'erogazione è infatti un mostro di dolcezza. La W dà tutto subito, dai 2 ai 3.000 spinge con rara decisione, invitando a buttare subito la marcia lunga, così da godersi il panoroma. O le curve.
Sì, perchè è sui percorsi tortuosi che la nuova Kawasaki offre il meglio di sè: rotonda, intuitiva nello scendere in piega e nel cambiare direzione, è di una facilità disarmante.
Sali in sella e ti viene spontaneo sorridere, la W800 mette di buon umore. Sarà anche prodotta in Giappone, ma il suo fair play è britannico al cento per cento.
Il bicilindrico raffreddato ad aria sa spingersi sino a oltre 7.000 giri, magari per effettuare un rapido sorpasso. Ma il bello arriva molto prima e raramente si superano i 4.000 giri nella guida di tutti i giorni. Le vibrazioni sono ridotte al minimo e solo nei transitori, intorno ai 3.500 giri, abbiamo avvertito una risonanza sul serbatoio.
Freni e sospensioni vecchia maniera
La forcella con steli da 39 mm e i due ammortizzatori (regolabili su 5 posizioni nel precarico) non tradiscono le aspettative, e copiano con sufficiente cura le imperfezioni dell'asfalto. Quando le buche sono troppo profonde, ci pensa il sellone super imbottito a proteggere la nostra schiena. Il rendimento del freno anteriore è onesto, senza infamia e senza lode: discreta la potenza, buona la modulabilità. Una bella promozione va al tamburo, che invece eccelle nella precisione di intervento. Arriva al bloccaggio solo se davvero lo si vuole, ma che senso ha guidare così la bella W800?La Kawasaki W800 è disponibile nella colorazione verde, oggetto della nostra prova, al prezzo di 8.190 euro franco concessionario. Tra gli accessori vi segnaliamo il cupolino sportivo e la sella monoposto, utili a dare un look da Joe Bar alla W. A noi però piace un sacco già così, essenziale e fuori dal tempo come Kawasaki l'ha fatta.
Pregi
Guida sempre facile | Motore fluidissimo | Estetica
Difetti
Il freno anteriore ha poco mordente
Bellissima, ma....
Ho avuto qualche difficoltà ad ottenere i (pochi) accessori aftermarket idonei a farne una viaggiatrice (in particolare il parabrezza "Old Style" originale Kawasaki), non parliamo poi di una coppia di borse di cuoio (su una moto così delle borse di plastica sarebbero un vero cazzotto nell'occhio!): alla fine, le ho dovute far costruire su misura da un bravo artigiano.
Ma fin qui, poco male, moto nuova = pochi gadget aftermarket; i problemi veri, quelli che mi hanno fatto tirare qualche moccolo alla onorevole casa di Iwata (di cui sono un vecchio cliente) sono arrivati dopo!
CICLISTICA: ottima, come si racconta anche nella vostra prova; ma perchè non fate menzione, quando parlate di come và giù in piega bene, quanto facilmente (e pericolosamente!) si striscia il cavalletto centrale? Talmente con facilità che adesso ho veramente paura di fare una piega appena più "allegra" , non certo con le orecchie per terra. Se poi ho a bordo la Zavorrina, le raschiate di cavalletto sono assicurate, nonostante l'indurimento della molla di precarico degli ammortizzatori posteriori.
-MA SOPRATTUTTO-
MOTORE! Possibile che il problema della pompa di iniezione che ha "colpito" la stragrande maggioranza dei possessori di W800, compreso il sottoscritto, e tendenzialmente tutti nel range tra 4000 e 6000 km di percorrenza, sia stato trascurato in questo modo dalla Casa Madre? Per altri modelli che ho posseduto, compresa la "piccola" KL250, mi sono stati inviati richiami ufficiali per cose molto meno gravi, e verificatesi in una percentuale bassissima di esemplari: cosa è successo a Iwata (o a Milano, se si tratta della Kawa Italia)?
E, ciliegina sulla torta, che dire del fatto che attualmente (Ottobre 2012) in tutta Roma NON ESISTE UN CONCESSIONARIO UFFICIALE NE' UNA OFFICINA AUTORIZZATA KAWASAKI?!?! Quando ho telefonato al numero verde Kawa mi hanno invitato a portare la moto a Valmontone (oltre 50 km da Roma) o ad Anzio (oltre 60km).
Questo si chiama suicidio commerciale.... Mi stò pentendo di non avere optato per una inflazionata Bonneville o per una Italianissima V7.