KTM 390 Adventure TEST: in sella con Francois, scopriamo pro & contro!
C’è tanta attesa attorno alla nuova KTM 390 Adventure che abbiamo visto all’ultima EICMA e non potevamo lasciarvi a lungo a bocca asciutta. Siamo tutti inchiodati a casa, dal tele-lavoro. Ma le idee non mancano mai ed eccoci quindi pronti a raccontarvi come va la nuova, piccola avventuriera.
Non lo facciamo volando sulle ali della nostra fantasia, ma sedendoci in sella con chi la moto l’ha provata per davvero. E qui mi riferisco al mio carissimo amico Francois Barrois, tester della rivista francese Moto Magazine. Francois è volato a Tenerife appena prima che il lockdown lasciasse a terra Moto.it e ha provato in lungo e in largo la 390.
Trovate quindi qui sopra un video particolare, diverso dal solito. C’è un’introduzione in cui vi raccontiamo in italiano la moto insieme a Joachim Sauer (Product Marketing di KTM). Segue poi la prova di Francois in francese, ma coi sottotitoli disponibili in italiano. E per finire torno in campo per riassumere le parole del nostro collega francese.
Com’è fatta la 390 Adventure
La KTM 390 Adventure è una moto inedita per la casa austriaca, che mai si era spinta a produrre una enduro stradale di piccola cilindrata. La 390 nasce sulla base tecnica della 390 Duke e strizza l’occhio ai mercati asiatici, ma ha diverse cartucce buone per imporsi anche da noi. Va a inserirsi in un segmento giovane e vitale, quello delle adventure di piccola cilindrata, dove oggi abbiamo Honda CRF Rally 250 (che però ha parecchi cavalli in meno), Royal Enfield Himalayan (dallo stile ben più classico) e BMW R310GS (di indole più stradale). Ecco KTM arriva con un’immagine differente, più sportiva. A dirlo è in primis la potenza del motore, di ben 44 cavalli. Un po’ di anni fa li trovavi sulle 600/650 monocilindriche.
Il motore della 390 ha in realtà 373 cc, è monocilindrico anche lui, bialbero con 4 valvole, raffreddamento a liquido e iniezione elettronica. I 44 cavalli a 9.000 giri spingono una massa in ordine di marcia di appena 172 kg. Interessante anche il valore di coppia massima, pari a 37 Nm a 7.000 giri. Il cambio ha 6 rapporti e sfrutta la frizione dotata di antisaltellamento. Di serie troviamo l’acceleratore elettronico ride by wire e il controllo di trazione escludibile in fuoristrada. I tagliandi principali sono previsti ogni 15.000 km.
La dotazione tecnologica è di alto livello, se pensiamo che ci sono anche la strumentazione TFT, le luci a LED e persino il cornering ABS Bosch 9.1. MP a due canali. I cerchi (da 19” con misura 110/90 davanti e 17” 130/80 dietro) sono a razze, di tipo tubeless e calzano gomme Continental TKC70.
Il freno anteriore ha un disco da 320 mm, dietro da 230. Il telaio è un traliccio di acciaio, vincolato al forcellone in lega. Le sospensioni sono WP e completamente regolabili (170 mm di escursione all’anteriore, 177 dietro). Il serbatoio contiene 14,5 litri di benzina (3,5 di riserva) e il peso è di 158 kg a secco, che diventano 172 col pieno. La sella è a 855 mm (c'è un kit per abbassarla di 25 mm).
Saranno presto disponibili i cerchi a raggi nel catologo accessori KTM, mentre al momento KTM smentisce che nei prossimi anni possa arrivare una versione R, magari col 21 anteriore.
Come va
Qui la palla balza a Francois qui sopra. Noi dal canto nostro possiamo riassumere le qualità che Moto Magazine ci ha descritto con passione e competenza. La 390 Adventure conquista subito a partire dal motore. Non strappa ai bassi, ha una bella curva di coppia fino a 6.000 giri, non serve tirargli il collo. Dopo i 6.000 arriva un allungo deciso, utile anche su strada per chiudere i sorpassi in sicurezza. Le vibrazioni sono ridotte, così come i consumi (che verificheremo prestissimo in Itali).
Passando alla guida, emerge la grande agilità della Adventure, che pesa poco e ha un sella non troppo alta e soprattutto stretta. Come tutte le KTM è duretta su strada, ma nella guida sportiva è poco cedevole. Le sospensioni sono le migliori della categoria e sono sensibili alle regolazioni, adattandosi quindi ai piloti leggeri così come a quelli più robusti.
La dotazione elettronica è eccellente e, a voler essere pignoli, avremmo gradito un controllo di trazione offroad: quello di serie va infatti escluso in fuoristrada per avere la giusta trazione. Ma va anche sottolineato come, tra le piccole, sia una delle pochissime moto ad avere il traction. E questa è una gran cosa nella guida in città e sul bagnato.
Ottima la frenata, che prevede la modalità offroad, che esclude l'ABS sulla ruota posteriore.
Special thanks to
Francois Barrois di Moto Magazine
Clicca qui per vedere la prova integrale di Francois
Riguardo ai vari commenti 19" e 21" ho una moto col 21 e il 310 col 19, la risposta e la maneggevolezza del 19 sono migliori, ritengo un buon compromesso il 19" in città appoggio i piedi a terra in sicurezza e nel fuori non ho mai avuto bisogno di una ruota più alta, certo che le pieghe sull'appennino tosco-emiliano le faimeglio con un motard, o con un 17", resta una moto di piccola potenza e le salite che fai con le Enduro con la E maiuscola te le sogni. Ritengo la 390 Adventure attraente per il mio uso e la dotazione di sicurezza.