KTM 450 Rally
In sella alla moto di Marc Coma
Dubai, dove tutto ciò che è impossibile si trasforma in realtà. Anche salire a bordo della moto vincitrice della Dakar 2011
Sono ormai sempre più convinto che se esistesse un vero e proprio oroscopo del motociclista, alla voce 2011 troverei sicuramente: “intense avventure da non dimenticare in posti incantevoli, con particolare inclinazione alle esperienze uniche. Tipologia moto: Rally” o qualcosa del genere. Leitmotiv di questo inizio anno infatti sono state le piste battute nel deserto, la guida navigata, le dune e il roadbook, per scoprire paesaggi che restano indelebili nel cuore. Esperienze tutte nuove per me, che da buon endurista mai e poi mai avrebbe immaginato di finire con un televisore piazzato sul manubrio, ma “a gran fatica” (sì certo…) mi sono sacrificato e lasciato attrarre da questa nuova dimensione, questo nuovo stile di vivere la moto da fuoristrada. Ovviamente l’occasione rende l’uomo ladro e, non appena saputo dell’opportunità di un evento cosi esclusivo e particolare, nulla si sarebbe potuto mettere tra me e l’aeroporto di Malpensa, mercoledì sera, nemmeno quel maledetto camioncino che per poco non mi fa perdere il volo!
Il fascino delle moto ufficiali
Diverse sono le occasioni e le opportunità che si incontrano nel provare le moto per lavoro, ma alcune più di altre sono in grado di alimentare quel desiderio che le rende più speciali. Forse perché esemplari unici, oppure per la loro cura maniacale nei singoli dettagli, per le storie che possono raccontare, per il prestigio che si sono guadagnate, o più probabilmente per tutte queste cose assieme; le moto ufficiali emanano un fascino irresistibile già ferme sul cavalletto. Ci sali sopra e ti senti già proiettato in prima fila, davanti a tutti, magari in impennata, quando in realtà stai facendo ancora mente locale su come toglierla da quel dannato cavalletto centrale.
Non importa, essere tra i pochi intimi a poter provare questo genere di bolidi rende speciali e lascia certamente un segno. Non tanto per l’orgoglio di poterne impugnare il manubrio, ma più che altro per il gusto di poter rivivere seppur lontanamente le esperienze dei campioni che le hanno studiate e plasmate assieme ai tecnici, che le hanno conosciute e cresciute e che alla fine le hanno portate al successo.
Finito il momento magico, è tempo di tornare in Italia. Poco impegnativo in quanto della durata di circa sei ore, il volo di rientro mi lascia però lo spazio sufficiente per sognare a occhi aperti. Per nulla paragonabile a una competizione come la Dakar, questa avventura mi ha avvicinato ancora di più al mondo della navigazione, non tanto per l’aspetto agonistico, quanto per la consapevolezza di essere uno dei pochi che hanno la fortuna di vedere posti che nessun altro potrà mai visitare in condizioni normali.
Non si tratta quindi solo di una gara, di uno sport agonistico da praticare con più o meno impegno, ma di un'esperienza di vita che racchiude un insieme di dinamiche interne, invisibili all’occhio profano, che la rendono pressoché unico. La sensazione di libertà, di avventura e di scoperta che il deserto ti può trasmettere, unitamente alla complicità con il proprio mezzo meccanico, unico strumento per poter fare ciò che si ama, procura una sensazione della quale è poi difficile fare a meno.
Crea dipendenza, ricordo, passione. Emozioni da rivivere il prima possibile.
Nota di redazione:
il nostro tester Aimone Dal Pozzo ha provato la KTM 450 Rally anche per il mensile Motocross. Sul prossimo numero troverete la prova completa della moto vincitrice alla Dakar, corredata dei dati tecnici.
Marc 46
Bella.......