YAMAHA TDM 900
Quattro stagioniMentre allora non c'era nulla di simile sul mercato, attualmente sono presenti moto simili come impostazione e immagine, a sottolineare che il concetto lanciato dalla Yamaha è di quelli validi (quando l'intuizione è quella giusta…copiare, scusate, prendere spunto viene naturale).
Concetto tanto azzeccato da essere arrivati alla terza serie, con aumento di cilindrata da 850 a 900cc e con rinnovato equilibrio estetico e ciclistico. Rispetto alla serie precedente la nuova TDM è stata completamente rivista.
Esteticamente, così su due piedi, sembra identica alla 850, mentre guardando bene, non c'è un pezzo di carena o telaio uguale alla versione precedente.
La linea è molto piacevole, con un cupolino incaz… arrabbiato, che "aiutato" da un parafango anteriore tuttepunte conferisce grinta all'avantreno, mentre risultano più filanti e "tese" rispetto alla 850 anche le linee del capiente serbatoio e del codino (tanto filante quanto poco capiente per quanto riguarda il vano sottosella ). Ben realizzato, oltre che bello, il maniglione - portapacchi.
Il telaio doppio trave in alluminio, oltre ad essere più rigido, risulta il 29% più leggero rispetto al suo predecessore in acciaio, e grazie alla nuova verniciatura fa la sua bella figura.
Piacevoli ed ergonomici i blocchetti elettrici dei comandi al manubrio, con il plus del pulsante per l'hazard…insomma le quattro frecce! (peccato che si spengono se si toglie la chiave)
La strumentazione, che si potrebbe definire "annegata" nel cupolino, comprende un contagiri ed un indicatore temperatura analogici, mentre all'interno del display digitale si possono leggere le indicazioni, della velocità, dei due contachilometri parziali più quello totale e del livello benzina.
- Rispetto alla serie precedente la nuova TDM è stata completamente rivista
Da sottolineare l'utilità dell'azzeramento automatico del contachilometri quando si entra in riserva.
Il motore a prima vista sembra lo stesso, ma sotto sotto è stato "lavorato" in modo drastico, fino a fargli perdere ben 11 kg. Il bicilindrico cinque valvole si è visto sostituire con elementi più leggeri. Sia le valvole che le bielle e i pistoni. Anche i radiatori dell'acqua e dell'olio sono più leggeri di prima, mentre il cambio, ora a sei rapporti, è stato completamente ridisegnato.
Novità anche nell'alimentazione, via i carburatori per un bell'impianto ad iniezione.
Saliti in sella, la prima sorpresa è che ci ritroviamo seduti un pelo più in alto rispetto a prima (l'altezza sella è aumentata da 79,5 a 82,5 cm), ma l'effetto poltrona è sempre presente per fortuna, con una posizione di guida praticamente perfetta, così come non c'è nulla da dire sull'accoglienza per il passeggero.
Pronta l'accensione, in qualsiasi frangente, e motore che gira bene anche a freddo.
Nell'utilizzo a bassa velocità, per capirci, nell'uso cittadino, il motore ogni tanto digerisce male gli apri - chiudi, regalando qualche strappo di troppo, mentre all'aumentare della velocità cambia carattere diventando un mostro di fluidità.
Ottima sia la potenza che la coppia erogata dal bicilindrico Yamaha (si parla di 76 cv a 7.100 giri rilevati all'albero e di 8,27 kgm di coppia a 5.500 giri).
Agile nel traffico, ottima la reattività nell'evitare l'urto con automobilisti sbadati (Milano ne è piena a qualsiasi ora!), aiutata in questo da un impianto frenante che esalta per potenza e precisione (le pinze anteriori sono derivate da quelle della R1) e quando ti trovi a frenare sul pavè, la precisione è "importante", così giusto per evitare gli infarti da bloccaggio ruota indesiderato.
Abbandonando il caos cittadino, ci si accorge che la TDM è una compagna di viaggio perfetta, che nel misto medio veloce si esalta, sfoderando una precisione di guida notevole con possibilità di fare qualche "numero", così tanto per non annoiarsi, supportati da una stabilità a tutta prova. A tal proposito è piacevole notare l'ampia possibilità di regolazione delle sospensioni, che permette di trovare sempre la giusta taratura.
- Una compagna di viaggio perfetta
Nei tragitti autostradali la TDM si bea letteralmente delle sue capacità di macinachilometri sfoderando una precisione esemplare anche nei curvoni affrontati con la scimmia sulla spalla (tanto per intenderci, un poco allegri), che le permettono spostamenti veloci a medie elevate (senza dover fare sedute di preparazione in palestra), magari montando il parabrezza più protettivo.
Con un serbatoio da 22 litri e dei consumi che sono buoni in tutte le situazioni, l'autonomia non è un problema per la TDM 900. Per farmi capire, è più facile che ci si fermi spinti dal bisogno, o per meglio dire bisognino, piuttosto che per mancanza di benzina.
Insomma, definirei la TDM una moto "quattro stagioni" (ecco che alla Yamaha si sentono male…) sempre pronta, sia che si tratti di andare in ufficio o da un cliente in giacca e cravatta, sia che si voglia affrontare una vacanza con armi e bagagli appresso.
Per entrambe le moto , i consumi di olio sono praticamente zero , mai un rabbocco , per le gomme con le dunlop roadsmart 2 ci si fanno anche 16000 km , consumi carburante varia tra i 18 km/l andatura allegra 130/150 km/h e i 21 km/l andatura tranquilla 90/110 km/h
Ribadisco , e' una moto progettata e costruita' con la proverbiale qualita' nipponica , con rapporto qualita'/prezzo/prestazioni/flessibilita' d'uso ancora oggi, a mio avviso senza eguali.
Ciao
Renato