BETA RR 400
Enduro pronto garaEvidentemente il mercato si sta risvegliando e questo consente alle case di investire maggiormente nel settore.
Nell’anno in cui festeggia i suoi primi 100 anni di attività su due ruote, Beta riparte con il progetto Enduro, che già trent’anni fa le aveva portato grande fama. L’azienda toscana mette in campo per l’occasione l’esperienza acquisita con i tanti successi ottenuti nel mondo del fuoristrada, e sviluppa attorno ad un cuore quattro tempi, di derivazione KTM, una moto dalla componentistica davvero invidiabile.
Con le quattro motorizzazioni a benzina (250, 400, 450, 525), Beta offre a tutti gli enduristi la possibilità di trovare dal concessionario una vera enduro pronto-gara, dotata di molta grinta, di pesi e volumi contenuti e ricche dotazioni di serie.
RR 400 4T
C’è chi sostiene che per ottenere i migliori risultati si debba avere sempre il maggior numero possibile di cavalli. Dunque il motore 450 diventa una scelta “obbligata”.
In realtà combattere (sportivamente parlando) ad armi pari non significa necessariamente avere gli stessi centimetri cubici ma vuol dire avere la moto che meglio si adatta al proprio fisico, al proprio allenamento e all’impiego specifico del mezzo.
E’ sempre più redditizio sfruttare al 100% un motore anziché lasciarsi trasportare da troppi cavalli, soprattutto se si gira per una giornata intera.
Beta sa perfettamente che la realtà del fuoristrada tiene conto di numerose variabili e proprio per questo motivo, propone nella gamma 2005 la RR 400 come appetibile via di mezzo tra la piccola 250, la potente 450 e l’ormai potentissima, forse davvero troppo 525. La 400 rimane in termini di cavalleria molto vicina alla blasonata 450, ma gode di caratteristiche molto differenti.
Da subito sono apprezzabili le azzeccate geometrie della moto. Il manubrio abbastanza alto, la sella slanciata e piatta, il serbatoio poco ingombrante e le pedane ben posizionate, consentono una grande facilità negli spostamenti del pilota. La conformazione dell’anteriore, a mio avviso, risulta un po’ particolare e può creare, negli inserimenti in curva, situazioni di sottosterzo, ma d’altra parte, la notevole inclinazione del cannotto fa in modo che la RR risulti decisamente stabile sul veloce e sullo sconnesso così come nelle situazioni di mulattiera.
Il motore 400 offre al pilota grande facilità nella guida e nella gestione della potenza e questo è un punto molto importante, non una semplice impressione. Di poco inferiore alla 450 in fatto di picco di potenza massima erogata, questo motore risulta molto più dolce e lineare nell’erogazione, caratteristica davvero apprezzabile in situazioni di enduro impegnativo. Garantisce una coppia eccezionale ai bassi che viene mantenuta fino ai regimi medi di rotazione. Calano poi le prestazioni quando i giri aumentano ulteriormente e si supera il punto di picco. Il cambio a 6 marce consente di avere un rapporto per ogni occasione: il primino in casi estremi e le altre marce equamente distribuite non fanno mai perdere vigore al motore. E’ anche vero che in molte situazioni è possibile lasciare inserita una marcia sola, la terza per esempio, per affrontare quasi tutto, data l’estrema elasticità del motore.
Anche sulle Beta, come ormai su tutte le 4 tempi, è presente il motorino d’avviamento con il pulsante sul manubrio, diventato indispensabile sia per gli amatori che per vari professionisti. Il computer di bordo retroilluminato e le protezioni telaio in carbonio danno alla RR un tocco di classe.
A livello di sospensioni la forcella Marzocchi da 45 mm ed il monoammortizzatore posteriore pluriregolabile offrono una buona sensibilità con il terreno. La forcella, forse di taratura un po’ morbida nel mio caso, assorbe senza problemi le asperità del terreno, mentre la presenza dei leveraggi (a differenza di KTM che monta il PDS) rende il retrotreno meno nervoso e più intuitivo da prevedere.
Per quanto riguarda l’impianto frenante la Beta si è affidata alla nuova tecnologia dei dischi Wave, montando all’anteriore un disco flottante da 255 mm di diametro e al posteriore uno fisso da 240 mm, abbinati rispettivamente ad una pinza a doppio pistoncino ed una a pistoncino singolo. Non abbiamo rilevato problemi di scadimento di prestazioni nell’uso anche stressante dell’impianto fenante.
Possiamo concludere affermando che Beta, propone una moto tutta nuova, anche dal punto di vista del motore che, sebbene sia di produzione KTM, è stato dotato di particolari importanti che riconducono l’utente alla filosofia della casa toscana. Inoltre Beta ha creato anche un oggetto di stile degno di nota. Le sovrastrutture slanciate, i particolari in carbonio, la livrea rossa fiammante e i numerosi accorgimenti da vera enduro, la posizionano sul mercato del fuoristrada allo stesso livello delle concorrenti, se non oltre.
E questo è soltanto il primo anno, figuratevi il prossimo futuro!