Suzuki Address 110
Suzuki va a completare la sua gamma scooter con il nuovissimo Address 110 (anche se i più attenti ricorderanno un Address anche nel passato della Casa giapponese), un concentrato di semplicità che risponde però a tutte le richieste di chi vive quotidianamente la città su due ruote. Un cinquantino? Troppo poco. Un 125? Forse troppo, prezzi e ingombri cominciano a salire. Per gli eterni indecisi, un 110 cc sembra essere la giusta via di mezzo per avere quel tocco di brio in più, mantenendo dimensioni e costi al minimo indispensabile, senza rinunciare (quasi) a nulla.
Poca la concorrenza, che si identifica in Yamaha D'elight -1.990 Euro, commercializzato come 125 ma in realtà 114 cc - e Honda Vision – 2.050 Euro, 108 cc - molto simile nelle caratteristiche tecniche come nell’aspetto. Address si posiziona in una fascia di prezzo leggermente più bassa, debuttando sul mercato a 1.899 Euro, 100 Euro in più se volete anche il bauletto con poggiaschiena.
La dotazione di bordo
Sono molti i punti di forza che fanno di Address il perfetto compagno per il tragitto casa-lavoro o per i piccoli spostamenti urbani: primo fra tutti quello dei consumi, che si attestano sui 50 chilometri percorribili con un litro di carburante e si traducono in circa 250 chilometri di autonomia con il pieno del serbatoio da 5,2 litri.
Punto secondo: indispensabile e fondamentale un buon vano sottosella. Address può contare su 20,6 litri, la capacità necessaria per ospitare comodamente un casco fullface. E, nel retro scudo, due tasche da 1 litro di capienza totale possono accogliere tutti gli oggetti di uso comune che normalmente ci impegnano le tasche: chiavi, documenti e quant’altro sia utile avere sempre a portata di mano. C’è anche il gancio per la borsa o per le buste della spesa. La pedana è molto stretta, ma piatta, non che si possano portare casse d’acqua da 6, ma qualcosina la si può appoggiare nello spazio tra i piedi.
Punto terzo: il peso. Nella giungla metropolitana, lo sappiamo bene, ci si deve muovere con agilità e Address, con i suoi 97 kg in ordine di marcia, se la cava alla grande. Leggero nelle manovre, veloce nei cambi di direzione e sicuro da parcheggiare anche in pendenza, grazie al blocco del freno posto sulla leva sinistra e facilmente azionabile.
Motore e ciclistica
Il propulsore è un 4 tempi raffreddato ad aria da 113 cc che eroga una potenza di 9 cavalli a 8.000 giri, la coppia massima è 8,6 Nm a 6.000 giri. La sospensione anteriore si avvale di una forcella telescopica con precarico molla regolabile, al posteriore troviamo un mono anch’esso regolabile; l’impianto frenante è composto da un disco all’anteriore e un tamburo posteriore.
Visto che abbiamo elogiato le sue misure da smilzo, diamo un po’ di numeri: Address misura in lunghezza 1.854 mm, è largo 665 mm con un interasse di 1.260 e la sella è posta a soli 755 mm da terra. Numeri che parlano di un mezzo realmente alla portata di tutti, complice il già citato peso di soli 97 chilogrammi. I cerchi sono entrambi da 14 pollici.
La nostra prova sulle strade di Torino
Ed eccoci in sella al mignon di Casa Suzuki, pronti a sfidare l’intenso traffico che attanaglia le vie di Torino. Una volta accomodati ci accorgiamo di quanto davvero sia minuto il nuovo centodieci giapponese, ma la posizione risulta comunque accogliente e le ginocchia sono ben lontane dal toccare lo scudo.
Sbirciando i colleghi più alti, anche oltre il metro e ottanta di altezza, constatiamo che nemmeno loro hanno problemi di spazio; ottimo lavoro per quanto riguarda l’ergonomia quindi ma la sella è dura, la sospensione anteriore morbida e quella posteriore rigida: connubio sfavorevole per il fondoschiena, dopo diversi chilometri tra buche e pavè cittadini. Dal canto suo lo scooterino di Hamamatsu si fa perdonare con un raggio di sterzata da mountain bike e un motorino brillante e bello lineare, che arranca un po’ soltanto quando ci spingiamo sulle salite che portano alle colline fuori città.
Buona l’efficienza dell’impianto frenante: la potenza non esuberante dell’Address e il suo peso piuma non rendono difficile il lavoro del piccolo disco anteriore e del tamburo posteriore, più che sufficienti per poter sempre contare su una pronta e buona frenata. Attenzione solo al posteriore che, se chiamato in causa con eccessiva verve, tende a bloccare la ruota. Impianto frenante minimal ma sufficiente dunque, così come la strumentazione, risicata al minimo sindacale per ovvi motivi di contenimento dei costi. Lo volete a meno di 1.900 Euro? A qualcosa si doveva rinunciare, ma non alla qualità generale: le finiture sono buone e i componenti all’altezza del logo che porta sulla carena.
Prezzo e accessori
Suzuki Address è già nelle concessionarie a 1.899 Euro, 1.999 per la versione con bauletto da 30 litri e poggiaschiena. Due le colorazioni disponibili: grigio e bianco. Per il lancio del suo nuovo scooter Suzuki propone, fino al 30 aprile 2015, una formula rateale a Interessi Zero (TAN 0%, TAEG massimo 4,02%) in 18 oppure 24 mesi, per importi compresi tra 500 e 2.000 Euro.
Suzuki punta molto sul neonato 110 e, oltre al progetto Tasso Zero, porta Address nelle università italiane, proprio nel cuore del target di clientela a cui punta: i più giovani. Nel corso del mese di marzo gli studenti hanno avuto modo di conoscere il nuovo scooter Suzuki e provarlo presso i rivenditori. Altra grande visibilità arriverà dalla MotoGP, dove Address è scooter ufficiale del Team, agghindato di tutto punto con una livrea davvero racing.
Non mancano infine gli accessori, tra le proposte troviamo il parabrezza basso (185 Euro), il set di manopole riscaldabili regolabili su cinque intensità (217 Euro), i paramani (161 Euro), diversi kit di adesivi e il bauletto da 30 litri.
"Non mancano infine gli accessori, tra le proposte troviamo il parabrezza basso (185 Euro), il set di manopole riscaldabili regolabili su cinque intensità (217 Euro), i paramani (161 Euro), diversi kit di adesivi e il bauletto da 30 litri."
NON SONO UN PO ALTI COME PREZZI????
paramani a 161 euro su uno scooter di questo prezzo???
Complimenti
questo non è ne carne ne pesce, in Italia non se lo filerà nessuno, dovesse passare la norma per poter girare in tangeziale sarebbe tagliato fuori. Basta questo a non farmi pensare di prenderlo.
Insomma... ok Cheap, ma.. fatto 110, non si poteva fare 125 ? con quella cilindrata e consumi realmente bassi, forse....