SUZUKI Burgman 200
L'equilibrio sta nel mezzoEstetica condivisa con l'ottavo di litro, il duecento rappresenta sicuramente una giusta via di mezzo per chi usa lo scooter prettamente in città, ma che non disdegna l'utilizzo extraurbano magari in coppia.
Il look pur piacevole e che richiama nelle linee il resto della famiglia, non brilla per originalità stilistica. Moderno e concreto, mi viene da scrivere, ma niente più. Come oramai tradizione per tutta la gamma Burgman, finiture e scelta dei materiali sono di livello elevato, così come gli assemblaggi sono scevri da difetti.
Le dimensioni abbondanti sono giustificate da una capacità di carico notevole e da un'abitabilità generosa. Decisamente capiente e dalla forma regolare, il vano sottosella permette di stivare due caschi integrali oggetti vari di medie dimensioni. Molto pratici anche i vani presenti nel retroscudo (uno dei quali dotato di presa 12v).
La posizione di guida è la classica da maxi scooter a ruota bassa, gambe avanti, sella bassa. Nel caso del Burgman 200 si sente la mancanza di qualche cm in lunghezza, nel senso che non si riesco ad allungare le gambe quanto vorrei (per chi è sotto al metro e 75 nessun problema). Ampia e ben imbottita la sella appare comoda sia per il guidatore che per il passeggero.
Il piano di seduta a soli 73,5 cm da terra permette di poggiare facilmente entrambi i piedi a terra. In questo si è anche aiutati dalla conformazione della pedana che si stringe nei punti giusti.
Anche se non ricchissima di informazioni, la strumentazione si distingue per l'ottima leggibilità.
Il test dinamico, che si è svolto nei dintorni di Como, prevedeva sia strade urbane che extraurbane, quest'ultime ricche anche di salite impegnative.
Sulle prime il Burgman 200 sorprende per la leggerezza nei cambi di traiettoria e nella guida a basse e medie velocità in genere. A tanta rapidità non corrisponde un comportamento nervoso sul veloce, anzi, l'equilibrio del Burgman è costante anche sui curvoni più ampi.
- La posizione di guida è la classica da maxi scooter a ruota bassa, gambe avanti, sella bassa
Ottima la risposta delle sospensioni e del telaio se giudicati in termini di guida e prestazioni. Meno positivo il giudizio in termini di comfort, a causa dello scarsa attitudine ad incassare non tanto della forcella, che anzi si difende più che onestamente, ma della coppia di ammortizzatori posteriori. Questi lavorano bene solo sugli avvallamenti, ma le sconnessioni "secche" vengono telegrafate con "eccessiva precisione" alla schiena del guidatore.
Ottima la risposta del monocilindrico 4 valvole, che grazie ai 18,4 cv erogati a 8.500 giri min., ma soprattutto ai 1,7 Kgm di coppia erogati a 6.000 giri min. permette disimpegni sicuri in ogni frangente.
Erogazione fluida su tutto l'arco di utilizzo e assenza di vibrazioni rendono decisamente positivo il giudizio su questo motore.
Da plauso il comportamento dell'impianto frenante. Il disco anteriore da 240 mm con pinza a due pistoncini ed il posteriore anch’esso da 240 mm lavorano insieme (sistema di frenatura integrale).
Limitato lo sforzo da applicare alle leve anche nelle frenate più impegnative, e modulabilità ai massimi livelli per il settore scooter. Decisamente difficile arrivare al bloccaggio delle ruote.
Buona la protezione aerodinamica fornita dallo scudo anteriore, meno funzionale il basso parabrezza, che arriva a deviare l'aria fino all'altezza delle spalle. Nella lista degli optional è però presente una versione rialzata del plexiglass che può ovviare al problema.
Il prezzo da pagare per il Burgman 200 è di 3.850€, quotazione in linea con i rivali e decisamente in linea con i contenuti del nuovo nato in casa Suzuki.