SUZUKI GSX-R 600
Quattro lettere miticheUna sequenza di quattro lettere che si può ormai definire mitica.
Accattivante e aggressiva, la Giessexerre 600 è la sorella gemella della 750, dalla quale riprende in toto ciclistica e carrozzeria.
Tagliente e arrabbiata davanti, affilata e pungente dietro, la supersport Suzuki non soffre in personalità, anzi.
In epoca di scarichi sottosella, la casa giapponese ha rilanciato il terminale basso rivedendone solo i volumi (che non è poco). Il risultato è rappresentato da quel "moncherino", che sulle prime poteva lasciar perplessi, ma che con il passare del tempo ha convinto anche i più scettici.
Da acquistare obbligatoriamente nella colorazione bianco-nero-blu, tinte legate indissolubilmente alla storia della serie GSX-R. La K6, questa la sigla riferita al model year 2006, sposta il baricentro verso l'uso pistaiolo rispetto alla precedente K5, senza però perdere il titolo di regina, nella propria categoria, di moto più "accogliente" e maggiormente "protettiva", insomma più comoda…
La posizione di guida, infatti, non è così impiccata e scomoda come quella offerta da qualche rivale diretta, e permette di poter utilizzare la 600 Suzuki anche per i noiosi spostamenti casa ufficio, oppure per brevi viaggi, potendo contare su di un comfort accettabile.
Della destinazione maggiormente votata alla pista, purtroppo, ne ha "sofferto" anche il propulsore, che ha visto sacrificare la proverbiale coppia ai regimi medio-bassi, in favore di un rinvigorimento della potenza agli alti (anzi altissimi…) giri. Infatti il carattere del quattro in linea, viene espresso ben oltre i 10.000 giri indicati, per poi scemare passati i 15.000 giri/min (la zona rossa inizia a 16.000…). Questo significa che su strada, per ottenere riprese "brillanti", si deve mettere spesso mano…anzi piede, al cambio.
Fortunatamente quest'ultimo è sia rapido che preciso negli innesti, mentre la frizione si dimostra poco pesante e resistente agli strapazzi da motociclista invasato. La rivisitazione del propulsore da parte dei tecnici giapponesi ha portato il quattro cilindri in linea della GSX-R 600 ad esprimere una quantità di cavalli decisamente al top della categoria. Stiamo parlando di 125 cv (92 Kw) a 13.500 giri/min, mentre la coppia arriva a toccare i 67,7 Nm a 11.500 giri/min.
L'infinito e sempre sorprendente lavoro di alleggerimento subito dalle moto sportive di ultima generazione non ha risparmiato la supersport Suzuki, che viene dichiarata per 161 chili a secco, almeno una ventina in più in ordine di marcia.
Appagante per gli occhi e come vedremo più avanti anche per la guida, la dotazione ciclistica comprende un prestazionale telaio a doppia trave in lega d'alluminio, un forcellone con leveraggio progressivo sul quale lavora un mono totalmente regolabile ed una forcella anteriore a steli rovesciati, anch'essa totalmente regolabile.
Pregevole la dotazione "frenante", costituita da un doppio disco da 310 mm anteriore, con pinze ad attacco radiale Tokiko a 4 pistoncini e singolo posteriore da 220 mm.
Su strada la Gixxer si apprezza sia per la fluidità del propulsore, che permette di andare a passeggio senza strappi e incertezze, sia per la leggerezza intrinseca della moto, che permette di danzare tra le curve (e tra le auto incolonnate) senza richiedere il minimo impegno fisico.
Esaltante il soud cupo che fuoriesce dal piccolo silenziatore e dalla cassa filtro (difficile distinguere la provenienza) ai medi regimi, mentre agli alti, l'urlo che sprigiona il quattro cilindri Suzuki lacera letteralmente l'aria.
Il livello elevatissimo di prestazioni raggiunto dalle seicento supersport, difficilmente si può apprezzare su strada e questo vale purtroppo anche per la GSX-R.
- Appagante per gli occhi e anche per la guida
E’ in mezzo ai cordoli, che si riesce a godere appieno della "piccola" Suzuki, ed è qui, che se ben condotta, tira fuori gli attributi e regala un'overdose di divertimento al pilota di turno.
Portandola a spasso (si fa per dire…) sul nuovo tracciato dell'Autodromo di Franciacorta, la GSX-R 600, mostra di sentirsi a proprio agio, pur mantenendo l'assetto standard ed una gommatura prettamente stradale. Il set up con cui esce di fabbrica permette di tenere buoni ritmi senza che il comportamento della ciclistica accusi particolari problemi. Il motore conferma quanto detto prima e l'assetto è sempre sicero. Anche durante le operazioni atte a recuperare delle manovre azzardate del pilota (cioè io...) la GSX-R risponde sempre in modo "pacato". Rapida e neutra in inserimento, altrettanto svelta nel raggiungere l'angolo di piega desiderato, la Suzukina "telefona" al pilota ogni sua reazione. La leggerezza letta sulla scheda tecnica, viene confermata anche nella guida in pista. L'impegno richiesto nei cambi di direzione è sempre minimo.
Elemento fondamentale per una buona riuscita del gioco in pista, l'impianto frenante Tokiko si dimostra oltre che ultraperformante, anche estremamente resistente e modulabile. Eccellente il lavoro svolto dalla frizione antisaltellamento, che fa scordare gli "sbandieramenti" delle vecchie
versioni.
I turni sono finiti, la fatica inizia a farsi sentire più per colpa dell'età che della moto...ma la soddisfazione è tanta. Proprio un bel giocattolo, sempre se si può considerare un oggetto da 10.200 € un giocattolo. Questa versione K6 merita e guadagna sul campo i galloni, gli stessi di tutte le altre GSX-R, a partire da quelle del 1985.