Triumph Bonneville Speedmaster 2018 TEST. In California con l'inglesona
Mancava solo lei all’appello. Da quando Triumph, a fine 2015, ha lanciato la nuova gamma Bonneville, l’unico modello non ancora traghettato alla nuova piattaforma era proprio la Speedmaster. Con l’arrivo della nuova Triumph Bonneville Speedmaster la famiglia si completa con un tassello importante, che piacerà sia a chi cerca una moto dallo stile classico, sia a chi invece è rimasto affascinato dalla Bobber, ma la trova un po’ troppo limitante per via della sella da single. Buona parte della base tecnica infatti è quella della Bobber, con gli aggiornamenti tecnici e stilistici della nuova Black. La Speedmaster arriverà nelle colorazioni Jet Black, Cranberry Red, Fusion White/Phantom Black con doppia finitura dipinta a mano con prezzi a partire da 14.350 euro. Triumph realizzerà anche due versioni speciali: la Maverick (con scarichi neri e manubrio dritto) e Highway (con parabrezza, protezioni e borse).
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La base motoristica è la stessa: il bicilindrico da 1200 cc High Torque con fasatura a 270° in configurazione Bobber, capace quindi di 106 Nm a 4.000 giri e 77 cv a 6.100 giri (un guadagno di circa il 10% rispetto alla T120 standard), con doppio airbox e nuovo scarico in acciaio inox cromato e con catalizzatore a doppia camera nascosto fra i collettori, capace di conferire alla Speedmaster una voce piacevolmente profonda e vigorosa. Le prestazioni sono ovviamente molto superiori rispetto al modello 2015, con una coppia che cresce del 42% e una potenza superiore del 25%.
Invariata anche la gestione elettronica, con alimentazione ride-by-wire a due mappature (Road e Rain), controllo di trazione disinseribile e anche in questo caso il Cruise control che, supponiamo, arriverà come dotazione standard su tutti i modelli 2018.
Bello il quadro monostrumento realizzato specificamente per questo modello, non reclinabile come sulla Bobber Black. Altro punto che accomuna Speedmaster alle altre 1200 della famiglia è l’intervallo di manutenzione, fissato in 16.000 km.
La ciclistica ricalca in gran parte quella della Bobber standard, con cerchi da 16”, dotata però del nuovo impianto frenante Brembo con doppio disco anteriore da 310 mm e pinze flottanti Brembo a due pistoncini. La forcella è la KYB a cartuccia con steli da 41 mm ed escursione di 90 mm, mentre al posteriore troviamo la soluzione monoammortizzatore con forcellone a gabbia oscillante che simula una configurazione hardtail.
La posizione di guida è determinata da pedane avanzate e manubrio arretrato “beach bar”, ma la soluzione probabilmente più attraente (che la avvicina filosoficamente alla Bobber secondo il concetto citato all’inizio) è la possibilità di rimuovere facilmente la sella del passeggero e relativi maniglioni ottenendo così una configurazione monoposto – anticipiamo la vostra domanda, no, non è possibile eliminare anche il parafango posteriore…
Anche sulla Speedmaster troviamo il faro anteriore full-LED da 5” con DRL, completato dal faro posteriore nella stessa tecnologia. Il serbatoio è da 12 litri.
Il numero di accessori dedicati è naturalmente molto elevato – più di 130, tutti disponibili sul configuratore online – per permettere di caratterizzare la propria Speedmaster come meglio la si desidera. La lista comprende scarichi Vance & Hines, borse laterali, pedane Highway, paramotore e parabrezza Touring regolabile, oltre al kit per operare la rimozione della sella passeggero con finitura dedicata per il parafango.
E’ anche possibile acquistare gli accessori in due kit pensati per raggrupparli ad hoc secondo le (prevedibili) ispirazioni dei clienti. Chi volesse valorizzare le doti turistiche della nuova Triumph, troverà probabilmente interessante il kit Highway con borse laterali in vera pelle e cotone cerato, parabrezza Touring regolabile, sella comfort per il pilota, sella per il passeggero più larga in coordinato e una serie di elementi cromati, tra i quali paramotore, supporto per lo schienalino del passeggero, portabagagli e tappo dell’olio lucido.
Il kit Maverick invece avvicina la Speedmaster alla Bobber, conferendole un look più minimalista e aggressivo con sella singola marrone trapuntata, manubrio piatto e più inclinato, scarichi Vance & Hines neri e altri componenti rifiniti pure in nero: collettori di scarico, tappo dell’olio e un kit per la rimozione del maniglione e della finitura del parafango posteriore, per una linea ancora più aggressiva e sfuggente. Non manca la collezione di capi di abbigliamento, con la linea Bonneville Speedmaster che sarà disponibile contemporaneamente al lancio della moto.
La nostra prova sulle strade di San Diego
Se non è una prova del nove, poco ci manca. Ci aveva convinto la Bobber e ci era piaciuta parecchio anche la recentissima Bobber Black. Linea giusta, finiture e qualità da prima della classe, telaio sincero e un motorone con una coppia libidinosa ai bassi. Però - come riconosce la stessa Casa inglese - la Bobber è una moto di nicchia, destinata a chi ha spesso e volentieri un'altra moto in garage. Il motivo lo sapete già: la sua è una sella per single impenitenti, il passeggero non è manco contemplato.
Con la Speedmaster, che stiamo provando sulle fantastiche strade di San Diego, di fatto la famiglia Bobber si allarga e abbraccia gli ammoliati (e pure quelli in caccia...). La sella per il passeggero c'è, è piccolina, ma discretamente imbottita e le pedane sono abbastanza comode.
Le sospensioni hanno sempre poco escursione (è un vincolo imposto dal particolare telaio della moto), ma lavorano bene a patto di non entrare a cannone sulle buche e sulle sconnessioni della strada. Il manubrio è molto largo e le estremità ruotate all'indietro si rivelano comodissime nei lunghi trasferimenti, mentre tra le curve preferiamo il controllo offerto dal manubrio diritto. Il serbatoio da 12 litri è un po' più largo rispetto a quello della Bobber, ma la cosa è praticamente inavvertibile alla guida della moto di Hinckley. Guida che si conferma spassosissima tra i tornanti e le esse del Paese americano. Il peso è praticamente inavvertibile grazie al baricentro basso (e la sella dista solo 70 cm da terra), la Speedmaster è maneggevole tanto che non diresti mai di essere in sella a una 1.200. La spinta è possente dai 2.000 giri fino a oltre 5.000 giri, accompagnata da un sound pieno e corposo (non lo ricordavamo così bello nemmeno sulla Black). Non ci sono vibrazioni e anche cambio e frizione sono leggerissimi.
E' valida la frenata, che coniuga una buona potenza con un'ottima modulabilità. Si guida bene questa Triumph, così bene che viene subito voglia di piegare, complice il fantastico grip delle gomme Avon sull'asfalto californiano. E qui emerge l'unico vero difetto della Speed: le pedane toccano troppo presto, complici i piolini estremamente lunghi. Portate pazienza, bastano poche centinaia di chilometri per farli fuori e guadagnare qualche grado di divertimento. Interessanti anche in consumi registrati nel corso del test, con medie superiori ai 18 con un litro.
Abbiamo usato
Casco Arai SZ RAM X Cafe Racer
Giacca pelle Tucano Urbano
Jeans Tucano Urbano
Guanti Tucano Urbano
Scarpe Dainese Street Biker
Maggiori info
Luogo: San Diego - CA
Meteo: 12°, sole
Tester: Andrea Perfetti (185 cm, 86 kg)
Foto: Kingdom Creative
Non la comprerei dovendo scegliere tutta la vitaa t120
Cmq costa troppo non penso ne venderanno molte
Le vendite, almeno in italia, mi sembrano diminuite da quando altre moto si contendono lo stesso mercato
salut!