Triumph Thruxton RS
Thruxton è un nome mitico per chi mastica motociclismo da qualche anno, o meglio dire qualche lustro. Le recenti si fa per dire, versioni del 2004 e 2016, sono nipoti della Triumph Bonneville T120 Thruxton, moto che prende il nome dalla vittoria alla 500 miglia di Thruxton appunto, con in sella un tal Mike Hailwood, alla fine degli anni cinquanta, mentre si deve a lei e a Malcom Uphill il superamento delle 100 miglia orarie di media al Tourist Trophy del 1969, cat. Production.
Tornando ai nostri giorni la Thruxton è tornata in auge nel 2004 per poi aggiornarsi nel 2016, ma questa versione 1200 RS 2020, gli fa fare un balzo in avanti in termini di immagine, qualità e prestazioni. Rimanendo fedele allo stile cafe racer e fondendolo con quello delle odierne modern classic, la Thruxton 1200 RS, che ricordiamo prende il posto della “R”, è disponibile in due esclusive colorazioni: Jet Black e Matt Storm Grey/Matt Silver Ice, con un prezzo di 16.900 €. Quotazione importante, in parte giustificata dalla dotazione di cui fanno parte il possente impianto frenante caratterizzato da una coppia di dischi flottanti da 320 mm frenati da pinze monoblocco ad attacco radiale Brembo M50 e saldamente ancorati ad una forcella Showa Big Piston, che lavora in sinergia con la coppia di ammortizzatori Öhlins montati al retrotreno.
Un gran bel colpo d’occhio per una moto che appare ben fatta, con materiali di qualità e finiture a prova di critica, caratterizzata da un look classico ma con tecnologie attuali, come per esempio le luci a LED sia per i gruppi ottici sia per gli indicatori di direzione, la presa USB sottosella, e la chiave di accensione con immobilizer.
Motore
Con i suo look nero opaco, il Twin inglese ha ricevuto tutta una serie di modifiche e affinamenti che gli hanno fatto guadagnare 8 CV, arrivando a 105 (77 kW) a 7.500 giri (con un allungo incrementato di 500 giri), e 112 Nm di coppia ora erogati 700 giri prima, cioè a 4.250 giri.
Le inerzie sono diminuita del 20%, grazie a nuovi alberi a camme e all’alleggerimento dell’albero motore e di altri componenti (frizione - contralberi - coperchio distribuzione in magnesio - carter più sottili). Il bicilindrico oltre a guadagnare l’Euro 5, allunga il chilometraggio tra un intervento di manutenzione e l’altro, portandolo a 16.000 km.
Ciclistica e freni
Come accennato sopra la Thruxton RS ha una dotazione di tutto rispetto, più unica che rara considerando la mancanza di rivali dirette. Al telaio a doppia culla sono ancorate le sospensioni, forcella Showa BPF ultraregolabile da 43 mm (escursione utile 120 mm), e coppia di ammortizzatori Öhlins con serbatoio separato (piggyback), totalmente registrabili e con escursione utile di 120 mm, montati su un pregevole forcellone in alluminio anodizzato.
La coppia di cerchi a raggi in alluminio sono gommati con pneumatici Metzeler Racetec RR (anteriore 120/70 ZR17, posteriore 160/60 ZR17), mentre un impianto ABS tiene a bada l’esuberante impianto frenante, caratterizzato dalle pinze monoblocco Brembo M50 che mordono dischi flottanti da 320 mm, mentre dietro viene montata una pinza Nissin a due pistoncini per frenare un disco da 220 mm.
Sulla bilancia la Triumph Thruxton RS perde 6 kg scendendo a 197 kg dichiarati a secco.
Elettronica e strumentazione
I due strumenti analogici circolari hanno al loro interno due display “navigabili” con un semplice pulsante, e grazie al quale si riescono a visualizzare oltre ai classici contachilometri (totale e parziale), l’indicatore di marcia, autonomia residua, consumo medio e istantaneo, l’orologio, livello carburante e novità per questa moto, anche i Riding Mode con controllo di trazione. Questi sono tre, Sport - Road - Rain, e intervengono sulla risposta dell’acceleratore, sull’ABS e del controllo di trazione (che all’occorrenza si può escludere).
Accessori
Per chi volesse personalizzare la Thruxton RS, sono disponibili oltre 80 accessori dedicati che possono rendere la bicilindrica britannica una gioielleria viaggiante.
Non stiamo a elencarli tutti, e se proprio non resistete potete consultare il sito Triumph, ma a noi intrigano parecchio sia i silenziatori Arrow con fondello in fibra di carbonio, ma soprattutto la semicarena café racer, da abbinare al kit parafango minimal.
Come va
La prima impressione una volta in sella alla Thruxton RS è estremamente positiva, l'impostazione di guida non è costrittiva e pur trasmettendo una sensazione di compattezza sia in senso longitudinale ma soprattutto in larghezza, grazie al serbatoio “scavato” all’altezza delle ginocchia, con il busto moderatamente inclinato in avanti a caricare in maniera netta ma non per questo scomoda, i palmi delle mani.
Il motore ha personalità da vendere, corposo e con una ''voce'' calda e intrigante, rende la guida piacevole sia andando a spasso, sia cercando il massimo delle prestazioni. Le modifiche al bicilindrico ci hanno regalato un motore dall’architettura e dall’aspetto classici, ma con prestazioni adeguate se non superiori alle aspettative. Non è tanto la potenza in più, 8 CV non fanno miracoli, quanto la coppia e la disponibilità ad allungare con maggior vigore rispetto alla versione precedente.
Su strada si viaggia spesso tra i 3 e i 4.500 giri, e lo si fa con scioltezza avendo sempre a disposizione una riserva di kgm che ti spingono fuori dalle curve o ti consentono sorpassi rapidi e sicuri, ma se ci viene voglia di oltrepassare questa soglia, diciamo dai 5.000 ai 7.000, beh, il bicilindrico ha davvero un altro passo rispetto a prima.
La ciclistica da parte sua è protagonista nei giochi, agile quanto basta e stabile come non ci si aspetterebbe, con un appoggio sicuro grazie alla gommatura sportiva, e forte di un impianto frenante surdimensionato. Tutto funziona bene finché si viaggia tranquilli, ma si dimostra all’altezza anche quando si cercano i limiti del motore e della Thruxton RS in generale. Non un ondeggiamento o uno sbacchettamento, neanche un’incertezza nei cambi di direzione più repentini, Showa e Öhlins lavorano alla grande, e la luce a terra elevata permette di togliersi soddisfazioni anche quando il ginocchio sfiora l’asfalto. Qualche particolare fa storcere il naso, la leggibilità dei display della strumentazione o gli specchi retrovisori, più belli che funzionali, ma vi assicuriamo che il sorriso stampato sotto al casco diventa una costante quando si guida questa moto. Le aspettative di vendita di questo modello non faranno gridare al miracolo, ma la cosa certa è che chi si prenderà questa moto ne resterà stupito per svariati motivi, o meglio, per i pregi dimostrati, ben più numerosi dei difetti riscontrati.
Giacca Rev’it Blake
Guanti Rev’it RSR
Stivali TCX
Casco Arai Concept X
Pantaloni Dainese D1 EVO
dov'è il trucco ?
servirebbe un articolo dedicato agli impianti di scarico attuali, e SC Project potrebbe fornire tutti i chiarimenti del caso.
Massimo Clarke, se ci sei batti un colpo (scherzo)
Pero' il prezzo, non so. Mi sembra un poco esagerato, anche se sono presenti componenti di ottima fattura