Triumph Thunderbird Commander
Alla conquista degli States!
San Diego (California) – Triumph ha scelto un posto da favola per farci guidare la sua poderosa Thunderbird Commander. Siamo infatti volati in California per scoprire le due importanti novità della casa inglese nel segmento cruiser, che sta crescendo molto in Europa e che proprio in America è nato.
La famiglia Thunderbird nel 2014 cresce e affianca alla conosciuta versione standard introdotta nel 2009 e alla cattiva Storm del 2010 altre due moto: la LT, lussuosa versione da turismo dotata di parabrezza, borse in pelle e schienale, e la Commander, con il doppio fanale in stile Speed Triple (quella vecchia), aggressiva come la Storm ma molto più comoda e adatta anche a portare il passeggero.
LT e Commander non si limitano a cambiare pelle, ma ricevono un telaio dedicato che abbassa la sella e rende la guida ancora più agile. Di invariato ci sono solo il motore e il serbatoio.
Una nota che molti appassionati di cruiser già conoscono: la Thunderbird in tutte le sue versioni è spinta dal bicilindrico parallelo più grande al mondo, misura ben 1.699 cc e dimostra la vitalità del marchio inglese.
Oggi Triumph dispone infatti di una gamma davvero estesa di motori, che spazia da ben cinque tre cilindri (di 675, 800, 1050, 1200 e 2300 cc) ai due twin (di 865 e 1.700 cc).
Commander. La cruiser dall’animo custom
La nuova Thunderbird Commander è una poderosa cruiser che si fa notare per il suo stile muscoloso e possente. Bassa, lunga, con scarichi larghi e pedane comodissime, la riconosci subito grazie al doppio faro cromato. Lo stesso che ha debuttato sulla mitica Speed Triple T509 nel 97 e che rende immediatamente riconoscibile il muso della Thunderbird a un chilometro di distanza.
L’impronta a terra è garantita dagli enormi pneumatici, da 140 mm di larghezza davanti e addirittura 200 dietro, entrambi montati su cerchi in lega da 17 pollici.
La Commander è una moto unica a partire dal motore: il bicilindrico parallelo di 1.700 cc, raffreddato a liquido, ha oltre 94 cavalli a 5.400 giri e una coppia esagerata, ben 151 Nm a soli 3.500 giri.
E’ il più grande al mondo in questa configurazione tipicamente Triumph. È un bialbero a corsa lunga con fasatura a 270° per dare personalità all’erogazione soprattutto ai bassi regimi.
Il cambio è a sei rapporti, ha la frizione a comando idraulico. La trasmissione finale è invece affidata alla silenziosa e pulita cinghia dentata.
Il motore funge da elemento semi-portante all’interno del telaio tubolare a doppio trave in acciaio. E proprio quest’ultimo è nuovo sulle Thunderbird che abbiamo guidato nel Nord America.
Infatti la casa inglese non ha badato a spese e ha rivisto tutta la parte posteriore al fine di ricevere una sella più larga e ospitale. E’ realizzata con tre differenti imbottiture, ha il supporto lombare e offre una comodità stupefacente. Dopo ore in sella e centinaia di miglia contate dalla strumentazione ti dimentichi di avere il sedere da quanto è comoda.
Le sospensioni sono fornite da Showa e si fanno apprezzare in particolare per l’abbondante escursione (120 mm davanti, 109 dietro), decisamente superiore a quanto offerto dalla concorrenza americana e giapponese. Il risultato? Sullo sconnesso il posteriore della Commander rimane confortevole, ammortizza le buche e non violenta la schiena con le martellate tipiche delle moto custom.
È giapponese anche l’impianto frenante (Nissin), che dispone di tre dischi da 310 mm e ABS. Consente alla Commander di fermarsi in spazi da sportiva: complice la generosa gommatura, la moto passa da 130 km/h a 0 in soli 64 metri.
Il peso è decisamente alto (340 chili con 22 litri di benzina), ma l’equilibrio dinamico della moto fa in modo che questo non sia mai un problema.
La Commander è disponibile in due colori, rosso o nero, al prezzo di 17.590 euro franco concessionario con due anni di garanzia. Arriverà nelle concessionarie nel mese di marzo.
La nostra prova
Su strada la nuova Triumph Thunderbird Commander si rivela facile, persino maneggevole tra le curve del nostro test in California, tanto che le grandi pedane in alluminio toccano spesso l’asfalto. Non che questo sia un problema, quelli di Triumph hanno pensato bene di dotare la moto di slider intercambiabili.
Il peso dà fastidio in manovra, ma anche qui la sella a soli 700 mm da terra permette di spostare con facilità la Commander.
E della sella vi abbiamo già detto: è fenomenale in quanto a comodità, dimenticatevi il più piccolo indolenzimento anche se siete magri e avete i ciapet ossuti. Si tratta di un aspetto fondamentale quando si parla di cruiser, moto sì classiche e ricche di cromature, ma nate anche per viaggiare e portarci a spasso.
Sulla Thunderbird Commander si ha un ottimo controllo grazie alla corretta ergonomia. Le pedane sono avanzate il giusto e non ci sono significative vibrazioni a disturbare il pilota. La strumentazione è leggibile e chiara; c’è l’indicatore della benzina e il tachimetro con le principali spie. Mancano il contagiri e l’indicatore della marcia. Altra pecca, più significativa, è l’assenza della serratura sul tappo della benzina.
L’enorme bicilindrico parallelo di 1.699 cc ha una risposta dolce al richiamo del gas, ma sa essere anche rapido in uscita di curva e chiama in causa di rado il cambio a sei marce.
La spinta ai bassi è forte, decisa. Consente alla Commander di riprendere velocità, tanta velocità, anche in quinta e sesta sui percorsi meno veloci. Se poi c’è da fare un sorpasso, la Triumph 1.700 stupisce con un allungo deciso.
Il consumo di benzina non spaventa, i due cilindroni si accontentano di 4,2 litri/100 km a 90 km/h e di 6,3 litri/100 km in città.
Il cambio, dotato di bilanciere, non è un burro, ma si rivela preciso. La risposta delle sospensioni è perfetta per il tipo di moto; non sono cedevoli nella guida brillante, ma garantiscono un ottimo smorzamento delle asperità sullo sconnesso.
Sul piano della funzionalità, e quindi della sicurezza, si mette in luce anche la risposta potente e ben modulabile dei freni con ABS.
Sono sovradimensionati e arrestano la grande Thunderbird Commander in poco spazio senza che l’antibloccaggio intervenga a sproposito.
La Commander è una cruiser che strizza l’occhio alle custom più aggressive, non aspettatevi quindi lo stereo a bordo. Meglio così, il rumore è cupo, profondo. Senti distintamente i singoli scoppi del motore e il moto forte di due enormi pistoni.
La Thunderbird Commander porta un po’ di America qui da noi. Ma lo fa con uno stile che sa di Triumph anche dall’altra parte dell’oceano. Lo sguardo - doppio - non mente.
Pregi
Stile e finiture | Guidabilità | Confort | Frenata
Difetti
Tappo serbatoio senza serratura | Strumentazione scarna
Per Fat Bob
bellissima