Xenter 150
Lo Yamaha che mancava
In effetti ci si è chiesto spesso come mai Yamaha latitasse nel segmento degli scooter a ruote alte e scudo stretto da 150 di cilindrata, dove Honda domina da anni “disturbata” da ben pochi avversari. Yamaha infatti ha in listino da un bel po’ i più corposi XCity, ma solo nelle cilindrate di 125 e 250. Ma niente 150. Almeno fino ad oggi. Infatti, ecco qui il nuovissimo Xenter 150, la cui gestazione, da parte del team di ingegnerizzazione e design di Yamaha Motor Europe, è durata quattro anni. Il risultato è un prodotto elegante, di buona qualità e ben rifinito, e anche se alcune piccole lacune faranno magari arricciare un po’ il naso, come vedremo il nuovo Yamaha con ruote da 16” ha comunque parecchie frecce al suo arco per risultare interessante, a partire dal prezzo: 2.990 euro, parabrezza e bauletto compresi, con disponibilità già da novembre e, ovviamente, con garanzia triennale Yamaha. A gennaio 2012 arriverà anche lo Xenter 125, che non abbiamo provato e del quale non si sa ancora il prezzo.
Come accessori, sono disponibili anche una bella copertina paragambe dedicata (110 €), che non sbatte e non disturba la stabilità anche andando al massimo; un cuscinetto paraschiena per il passeggero da applicare al bauletto (39 €) e una borsa morbida da inserire sempre nel bauletto (49 €). Quest’ultimo, bello e ben fatto anche come sistema di chiusura, ha la capacità di 39 litri, il che lo rende ospitale per un casco integrale più altre cosine, o per due caschi jet “veri”, con visiera lunga.
Colori disponibili? Avalanche White, Midnight Black, London Grey.
Xenter contro tutti
Per i patiti di numeri e statistiche, scorrendo la classifica delle vendite degli omologhi concorrenti con i quali lo Xenter 150 va a confrontarsi, il primo che troviamo è ovviamente l’Honda Sh150, sesto scooter più venduto in assoluto (6.009 esemplari a tutto ottobre 2011, prezzi di 3.430 euro per il GT e 3.580 per lo Special, parabrezza e bauletto compresi); segue l’Aprilia
Scarabeo 200 (16° in lista con 2.271 pezzi: 2.990 euro, 3.210 per il modello 2011/2012); poi troviamo il Kymco Agility 200 (19°, 2.078 vendite, listino 2.620 euro, attualmente in promozione a 2.116); il 27° è il Malaguti Centro 160, che però andrà ad esaurimento, visto che purtroppo la storica azienda bolognese ha chiuso i battenti. Proseguiamo con un altro Kymco: People S 200, 28° con 1.281 unità vendute (3.427 euro, in promozione a 2.923); al 30° posto assoluto tra i primi 50 scooter più graditi dagli italiani, c’è il Suzuki Sixteen 150: ne sono stati immatricolati 1.171, prezzo 3.175 euro; buon 34° è il Peugeot Tweet 150, 1.063 pezzi immatricolati, prezzo 2.050 euro; 35esima piazza per il Piaggio Liberty 150, con 1.056 vendite all’attivo e un prezzo di 2.600 euro (2.700 per la versione S). Chiudiamo questo elenco puramente informativo con un altro Kymco: Agility 150, 40°, 930 pezzi, 1.914 euro di listino (1.723 in promozione), e con il Sym Symphony 151, 47esimo con 841 esemplari venditi, al prezzo di 1.799 euro per il modello S, e 2.099 per l’R. Seguiremo dunque con interesse come procederà l’inserimento del nuovo Yamaha in questo nugolo di piccoli corsari cittadini da qui alla fine del 2011, per valutarne l’indice di gradimento.
Sotto i riflettori
Il nuovo scooter Yamaha è elegante e ben fatto, e stilisticamente ha una sua identità, in particolare nello stile dell’avantreno dai due grossi occhioni di famiglia. Bello il parabrezza ricurvo completamente trasparente, paramani compresi. Anche il design posteriore è piacevolmente ben coordinato, in particolare nella zona dei maniglioni dalla funzione evidentemente anche estetica, e con un ampio e ben visibile fanalino a led. Notevole anche il fatto che il portapacchi sia saldamente inglobato nella carrozzeria, e che il bauletto, realizzato specificamente per far corpo unico con l’insieme, si incastra rapidamente in appositi incavi e rimane saldamente al suo posto, senza innescare noiosi scricchiolii. Da notare, inoltre, la linea del retrotreno “ liberata” dalla presenza degli ammortizzatori , visto che qui abbiamo un “mono” quasi orizzontale che si intravvede appena sulla destra, sopra al radiatore. Soluzione esclusiva, questa del radiatore posizionato a lato del motore, che abbassa il baricentro e limita l’ingombro frontale, vista anche la presenza di un telaio a doppia culla, quindi con doppio montante anteriore. Avendo a portata di mano un metro flessibile ed un Honda SH300, mi ha preso la curiosità di prendere un paio di misure: allo scudo, Xenter ed SH in larghezza si equivalgono (circa 50 cm), mentre il manubrio dello Yamaha è di circa 5 cm più stretto dell’altro.È elegante anche il manubrio, che sotto un plexiglas fumé ospita un bel cruscottino a cristalli liquidi, abbastanza completo: oltre all’indicatore di livello carburante, riporta a grandi cifre la velocità (al centro), l’orario, i chilometraggi e l’utile temperatura ambientale; nella parte alta, invece, figurano cinque spie di servizio ed i pulsantini di selezione e reset delle funzioni. Come per tutte le strumentazioni lcd, però, controsole può diventare difficile leggerne le informazioni, a maggior ragione usando occhiali o visiera scura . Sotto al cruscotto troviamo un coperchio a scatto che nasconde un utile vano della misura di un Telepass, o poco più. Il blocchetto dell’accensione è piazzato più sotto, al centro del retro scudo e sopra al gancio portaborse, e gestisce anche la serratura della sella. Sotto la quale c’è un portaoggetti tutt’altro che faraonico, oltre al tappo di rifornimento del carburante e a quello del liquido refrigerante.
La pedana piatta è ampia e comoda, anche se giocoforza anche qui non si possano distendere le gambe come invece è possibile su buona parte dei “ruote basse”. Però, giusto per dare un’idea, ci possono stare ben due confezioni sovrapposte da 6 bottiglie d’acqua minerale, piuttosto che un trolley di discrete dimensioni: chi usa spesso lo scooter per recarsi in aeroporto o in stazione per brevi trasferte di lavoro (quindi con bagaglio non troppo ingombrante), ringrazierà sentitamente.
Mancanze particolari? Beh, la stampella laterale, non ancora prevista nemmeno come optional, e la presa a 12 Volt; ma ci metterei pure una piccolezza che secondo me non dovrebbe mancare su mezzi privi di frizione manuale, cioè il pulsante per spegnere il motore in caso di emergenza, sulla destra del manubrio: una mancanza peraltro frequente su mezzi di questo segmento, ma tant’è. Per stare sul filo dei 3.000 euro, è logico che il marketing Yamaha abbia dovuto dare, come si suol dire, "un colpo al cerchio ed uno alla botte".
Nuovo motore infulcrato direttamente nel telaio, e sospensione Monocross
Quando si parla di tecnica, lo Xenter – sempre per il discorso del prezzo, evidentemente – evidenzia una piccola contraddizione: infatti, il suo impianto frenante, infatti, è si di tipo combinato, con la leva destra che logicamente aziona il disco anteriore mentre la sinistra serve sia l’anteriore che il posteriore: che però è a tamburo…Ma tutto il resto è comunque di notevole livello, a partire dal suo inedito monocilindrico da 155 cc con quasi 16 cv, che, oltre alla particolare sistemazione del radiatore, vanta il primato di essere l’unico "4 valvole" della sua categoria. Per ridurre le vibrazioni sono state adottati diversi accorgimenti tecnici, come i pistoni forgiati in alluminio, il riporto ceramico sui cilindri e un contralbero di bilanciamento. Non solo: il motore è fissato nel telaio a doppia culla chiusa in tubi d’acciaio senza l’interposizione di link oscillanti, il che elimina movimenti trasversali che rendono più solido l’insieme motore-telaio. Nel mondo degli scooter, inoltre, il sistema ammortizzante posteriore quasi orizzontale tipo Monocross (denominazione esclusiva di Yamaha da quasi quarant’anni) fino ad oggi era appannaggio solo dell’iconico TMax. E ora lo troviamo anche sull’ambizioso nipotino Xenter. L’ammortizzatore è posizionato all'interno del telaio, quindi più vicino al baricentro, proprio per centralizzare le masse e aumentare la maneggevolezza; la sua molla a passo variabile, inoltre, converte il movimento della ruota da verticale a orizzontale, garantendo un’azione molto progressiva e un'escursione di 92 mm.La porti un bascione a Firènze…
Ma veniamo alla prova di questo nuovo protagonista cittadino, svoltasi a Firenze con escursione alla volta delle colline del Chianti, notoriamente prodighe di bellissime strade, oltre che di numerosi quanto antipatici (per usare un eufemismo) autovelox. Al di là della sua magnifica ambientazione, il capoluogo toscano non è stato scelto casualmente per questo evento, in quanto rappresenta la terza piazza italiana per il mercato degli scooter, in particolare di questo segmento. In effetti, a Firenze sembra davvero che le moto se le siano scordate: i parcheggi pullulano letteralmente di file lunghissime di scooter, raramente inframmezzati da qualche moto (una su venti, facendo un conto della serva).Il nuovo "peso leggero" di Yamaha (è accreditato di 142 kg col serbatoio pieno), favorito anche da un buon angolo di sterzata , si è mostrato subito perfettamente a suo agio non solo nel traffico di un soleggiato sabato fiorentino, ma anche in tangenziale e lungo i piacevolissimi tratti collinari che ci hanno condotto a Greve del Chianti e ritorno, per un totale di un’ottantina di chilometri, una ventina dei quali percorsi gironzolando per la città di Dante.
La postura in sella è classica: lo Xenter è molto ben abitabile, si guida a busto eretto con le ginocchia a 90 gradi, e la sella è spaziosa, specie in lunghezza: peccato però che “spinga” in avanti, e anche cercando di rimanere seduti al centro, ad ogni frenata si finisce sempre per trovarsi nuovamente sulla punta. Anche questa è una piccola pecca comune a molti scooter, che probabilmente un rivestimento più “gripposo” (si, l’ho inventato sul momento, mi prendeva bene…) potrebbe rimediare, ma mi chiedo sempre perché non ci si pensi all’origine: dice che la cosa è studiata per favorire le persone più basse, che siedono in punta…Ok, comunque mi piacerebbe poter scegliere dove sedere, visto che lo spazio c’è. Come nella quasi generalità dei casi, la sella posteriore favorisce più i passeggeri di taglia standard che i grossi calibri, e per l’appoggio dei piedi sono previste due pedane estraibili in lega leggera.
Altro punto di forza di questo mezzo è – come del resto sottolineano giustamente in Yamaha – l’estrema facilità con cui si riesce ad issarlo sul cavalletto centrale: un minimo sforzo combinato tra piede e braccio destro sul maniglione, e il gioco è fatto. Un pregio peraltro doveroso, vista appunto l’assenza della stampella.
Comunque, già dopo i primi metri su selciati cittadini spesso antichi o comunque su fondi sconnessi, è saltato fuori uno dei più apprezzabili punti di forza dello Xenter, rappresentato dall’elevato livello di comfort garantito dalle sue sospensioni, morbide ma in senso “buono”: sia la forcella che il Monocross posteriore, infatti, non tamponano mai (perlomeno a nessuno dei tester presenti è capitato, compresi quelli di taglia forte, ehm) e lavorano davvero bene, tant’è che su pavé, ciottolati e asfalto rovinato si va che è un piacere, ulteriormente confortati dall’assenza di vibrazioni o fastidiosi rumorini di carrozzeria. Avere sospensioni che non ti fanno saltare i denti sull’odioso pavè del centro città è davvero un pregio notevolissimo, che rende ancora più gradevole l’uso di un mezzo molto ben bilanciato.
Si viaggia confortevolmente con lo Xenter, insomma, oltretutto ben protetti da un parabrezza alto il giusto - almeno per i miei gusti (sono alto 1,76): odio guidare dietro a schermi troppo alti e invadenti (che in Germania, guarda caso, sono vietati) mentre in questo caso lo sguardo è di almeno una decina di centimetri sopra il bordo superiore del plexiglas (che in basso si estende a riparare anche le mani) - con l’aria che lambisce la testa senza disturbare: tant’è che riuscivo a guidare con la visiera sollevata senza alcun fastidio.
comprato ad ottobre
oggi l'ho visto