Yamaha MT-125 e YZF-R 125
Tutto lo stile di famigliaA Iwata si sono dati una mossa nel vero senso del termine, nuovi modelli dalla personalità forte e dalle pregevoli caratteristiche tecniche, presentati nel corso degli ultimi mesi del 2013 e nel primo semestre del 2014. Le due ottavo di litro protagoniste del nostro test sono la conferma del nuovo corso Yamaha, che dopo un paio di anni di torpore, ha cambiato passo e ha presentato una serie di modelli interessanti, la serie MT in primis, oltre ad averne di altrettanto gustosi in serbo per i prossimi mesi.
Le due Yamaha protagoniste della nostra prova si chiamano rispettivamente MT-125 e YZF-R125, sono una naked e una sportiva carenata, entrambe degne del nome che portano. La nuda appartiene alla famiglia delle MT, che dopo la bicilindriche MT-07 e la tre cilindri MT-09 si arricchisce di questa ottavo di litro monocilindrica dai contenuti e dalle prestazioni davvero interessanti. Stesso discorso dicasi per la YZF-R125, porta di ingresso nel mondo delle sportive di Iwata, una superbike in miniatura, che ha le carte in regola per diventare il sogno dei sedicenni amanti delle due ruote sportive.
Come sono fatte
La base tecnica è la stessa per entrambi i modelli, e parte da un moderno motore monocilindrico a quattro tempi e quattro valvole, raffreddato a liquido e dotato di cambio a sei rapporti. La potenza è quella Codice, per cui nulla in più dei 15 cv (11 kW) stabiliti dalla legge, erogati a 9.000 giri, con una coppia massima di 12,4 Nm (1,25 kgm) a 8.000 giri. Pochi? A fine prova ci viene da dire, sufficienti a divertirsi in sicurezza. La meccanica deriva da quella della precedente R125, ma è stata profondamente modificata nella termica, con un nuovo cilindro, una testata rivista e con albero a camme modificato, così come nuovo è il corpo farfallato. A parità di potenza vengono dichiarati sensibili miglioramenti in termini di consumi, che diminuiscono di oltre il 10%, portando la media dichiarata a 48 km/litro, numeri ampiamente confermati nel corso della nostra prova
Oltre alla meccanica le due piccole Yamaha condividono la ciclistica, il telaio Deltabox in acciaio è uguale per entrambe le moto, così come la forcella a steli rovesciati da 41 mm e 130 mm di escursione utile, il mono, regolabile nel precarico molla, che ha una corsa utile di 114 mm. I cerchi a sei razze sdoppiate calzano pneumatici 100/80-17 e 130/70-17, due le marche disponibili in primo equipaggiamento, Michelin, con le Pilot Street, e Pirelli con le Sport Demon.
Anche l'impianto frenante è unico, con un disco da 292 mm con pinza radiale a due pistoncini e singolo posteriore da 230 mm con pinza a singolo pistoncino.
Dove le differenze sono maggiori è nel look naturalmente, trattandosi di una naked e di una sportiva carenata. Entrambe sono moderne e ricercate, ben curate sin nei minimi particolari e realizzate con materiali piacevoli e di qualità. Le plastiche, anche quelle non verniciate, sono belle da vedere e da toccare, mentre gli assemblaggi sono da moto di categoria superiore. La sella in materiale simil-scamosciato è un particolare che molte moto di cilindrata superiore possono solo sognare, mentre si nota una particolare attenzione alla fattura e al design anche dei particolari secondari, come i supporti pedana e le leve del cambio e del freno posteriore.
La strumentazione totalmente digitale è visualizzata su tre display differenti, e si distingue per completezza, anch'essa degna di una moto di ben altra categoria e cilindrata. Oltre al contagiri e al tachimetro, sono infatti visualizzati i dati riguardanti il consumo medio e istantaneo (sia in termini di km/l sia di litri per 100 km), velocità media e autonomia residua, tempo di viaggio e chilometri residui prima di effettuare il tagliando. Non mancano il livello del carburante, l'orologio e la temperatura del liquido di raffreddamento e la spia che indica l'approssimarsi del limitatore di giri!
Come vanno
Il primo approccio con le nuove centoventicinque lo abbiamo avuto in sella alla YZF-R125, moto sportiva nel look e anche nell'ergonomia. La passione e soprattutto la giovane età sono due caratteristiche che devono aver pesato notevolmente nella definizione della posizione di guida, decisamente caricata sui polsi e sportiva senza compromessi. La fatica è però relativa solo alla posizione in sella, per il resto la piccola Yamaha (nella cilindrata ma non nelle dimensioni) è di una facilità estrema. Il motore è sì a corto di cavalli, ma la loro erogazione e le doti di ripresa, almeno sopra i 4.000/4.500 giri, non sono niente male, inoltre i comandi sono precisi e poco affaticanti (anche se la leva del freno anteriore l'avremmo preferita un pelo più vicina), con un cambio che oltre che essere ben spaziato, non manca mai l'appuntamento, dimostrandosi rapido e preciso negli innesti. L'assetto è uno dei particolari che più ci ha colpito, buone capacità nel filtrare le asperità, e coerenza anche nella guida brillante, ne fanno uno dei punti forti di questa moto. La forcella in particolare, anche se stressata oltremisura, soprattutto in un breve test in pista, ha dimostrato di essere davvero ben fatta ma soprattutto ben tarata. I freni, purtroppo per il momento privi di ABS, sono ben modulabili, ma potenti quando richiesto. Agile e reattiva, anche in virtù di un peso dichiarato di 140 kg (2 in più della MT-125), la R-125 si dimostra stabile e sicura anche alle velocità prossime a quella massima, mentre la ciclistica appare in grado di gestire potenze ben superiori a quella limitata dal Codice. Il divertimento comunque non manca, e i ragazzini che smaniano per salire in sella a una moto vera piuttosto che a uno scooter, possono stare tranquilli, qui c'è tanta roba in più!
L'appuntamento è ora con la MT-125, versione svestita che sin dal primo istante appare più comoda e utilizzabile. Perché? É presto detto, con un manubrio più alto e una posizione meno caricata in avanti ci si sente subito a proprio agio. Pur rimanendo tutti i pregi della YZF-R125, la MT-125 riesce a migliorare i risultati in termini di sensazioni di guida e soprattutto di comfort. Agilità e facilità di guida rimangono ai massimi termini, mentre sfruttando a fondo il monocilindrico, ma soprattutto la ciclistica, ci si diverte più del previsto. Divertimento che è a buon mercato, non tanto per il prezzo di acquisto che è piuttosto impegnativo, anche se giustificato dalla qualità del prodotto, quanto per i costi di gestione, consumi in testa. Nel corso del test con la R-125, spremendo al massimo il motore, siamo non siamo mai scesi sotto i 40 km/l, mentre nei tratti urbani con traffico intenso, senza badare a quanto e come si apre il gas, si viaggia sui 43/44 km/l. Nei tratti extraurbani, a velocità costante, si possono tranquillamente percorrere più di 50 km/l.
L'impazienza che caratterizza gli adolescenti ha vita dura visto che entrambe saranno nelle concessionarie tra poco più di un mese, e che quindi saranno disponibili più probabilmente da settembre (sappiamo tutti che l'Italia si blocca durante le ferie agosto), ciò però significa che ci sarà più tempo per “lavorare ai fianchi” i genitori. Prezzi? 4.190 e 4.490 euro. Colorazioni disponibili? Race Blu – Matt Grey – Anodized Red.
Pregi
Design e finiture | Guidabilità | Consumi | Dotazione
Difetti
Mancanza ABS
viva 4t
poveri 16enni di oggi
Però forse è meglio così....e poi con 50 km litro quasi quasi me ne prendo io una