Yamaha TMAX: in pista con la YZF-R6
Una provocazione bella e buona: quella di mettere a confronto due mezzi dalla personalità estremamente diversa, che hanno più di un punto in comune, almeno sulla carta, pur restando agli antipodi per prestazioni dinamiche. La curiosità, strumenti alla mano, di toglierci e togliervi qualche dubbio, di riuscire a dare una risposta alle chiacchiere da bar, che grazie ai social sono diventate endemiche, e che riguardano questo scooter di successo.
La provocazione sta nel confrontare in pista (in strada sarebbe stato impossibile oltre che poco sicuro), due mezzi molto diversi, ma che nell’immaginario dei loro possessori o potenziali tali, rappresentano la sportività. Il protagonista è uno scooter dal DNA atipico, Yamaha TMAX. Il capostipite tra gli scooter sportivi, venduto in oltre 230.000 esemplari, successo legato alle ottime prestazioni in primis, e alle doti di guidabilità, condensate in un design accattivante.
Un successo che ha portato i suoi possessori ad esaltarne oltremodo le performance, e i suoi detrattori ad affermare l’esatto contrario. Come uscirne? Semplice, mettendolo alla prova in un confronto improbo, con una moto sportiva della stessa famiglia, la Yamaha YZF-R6, l’altra protagonista del test. Mezzi differenti ma che sulla carta hanno diversi punti in comune. Già, perché il TMAX è sì uno scooter, ma ha delle prerogative tecniche che ne fanno pendere il baricentro verso il mondo delle moto vere e proprie rispetto alla gran parte dei concorrenti.
Prima di tutto monta il suo motore bicilindrico solidale al telaio, con quest’ultimo in alluminio così come il forcellone con relativo mono dotato di leveraggio progressivo. Poi c'è la sospensione anteriore, una forcella a steli rovesciati da 41 mm stretta da una doppia piastra. Vi sembra poco? Vi assicuriamo che non è così. Queste caratteristiche garantiscono, almeno in parte, quelle prestazioni dinamiche che hanno reso famoso il TMAX sin dal suo esordio. Certo, nel corso degli anni alcuni aspetti sono cambiati, alcuni angoli sono stati smussati, il confort e l’accoglienza del mezzo in generale sono migliorati, il tutto mantenendo quella personalità che tanto piace alla tribù dei Timaxxisti.
La prova, davvero atipica, ci serve per capire quanto uno scooter con questa personalità e con queste prestazioni possa avvicinarsi al comportamento di una sportiva vera e propria come la Yamaha YZF R6, una vera moto da pista sotto mentite spoglie (ma neanche poi tanto “mentite”). 46 cv per 215 kg, il TMAX, 118 cv per 190 kg la R6, numeri che ci interessano solo in parte, noi vogliamo vedere come si comportano tra le curve, e anche prima, quando si frena, quando si inserisce la moto in curva e le sensazioni che danno, supportati dall'acquisizione dati professionale AIM Solo 2, tutta da leggere e interpretare.
Il tracciato che abbiamo scelto lo conosciamo bene, è il Cremona Circuit di San Martino del Lago, spesso e volentieri protagonista dei nostri test, un circuito con un lungo rettilineo poco adatto al nostro TMAX, ma anche dotato di un misto stretto e tortuoso che fa al caso nostro. Infatti quello che vorremmo replicare è il comportamento dinamico in quello che potrebbe essere un tipico percorso di montagna o comunque un misto stretto, con qualche curvone veloce.
Non ci vuole un genio per capire che la R6 parte favorita anche senza mettere mano all’assetto delle sospensioni e limitandoci ad un adeguamento delle pressioni dei pneumatici, ma siamo curiosi di vedere cosa è capace di fare il TMAX. Tutti dentro, ci scaldiamo e prendiamo confidenza con i rispettivi mezzi cercandone via via i limiti, che nel caso del TMAX emergono abbastanza velocemente. Il cavalletto inizia a strisciare sonoramente sull’asfalto e questo limita non poco la velocità di percorrenza in curva. La lepre, rappresentata dalla R6, serve da riferimento e fin tanto che si guida nello “stretto” rimane a vista, riuscendo a percorrere le curve con circa 9-10 km/h di vantaggio. Un’enormità se si confrontassero due moto, accettabile nel confronto con uno scooter.
Sorprendente la stabilità del TMAX, sia nella fase di frenata, frangente in cui emerge anche l’ottima funzionalità dell’ABS, per nulla invasivo ma sempre pronto ad evitare “il peggio”, sia in percorrenza di curva, con lo scooter che rimane preciso in traiettoria e per nulla “ciondolante”. L’ottima aderenza delle Bridgestone Battlax SC2 e la risposta della ciclistica permetterebbero di spingersi oltre, ma il rischio di sentire il posteriore alzarsi per colpa del cavalletto è troppo alto, e in questa circostanza anche il controllo di trazione avrebbe poche speranze di metterci una pezza. Forziamo quindi le frenate (davvero instancabile l’impianto frenante!), e cerchiamo di raccordare al meglio le traiettorie, là dove la R6 riesce ad essere più incisiva, ne consegue che il TMAX riesce a strappare un tempo sul giro di 1'57"8 rettilinei compresi, mentre l’R6 ferma il cronometro sul 1'40"10.
Tempi migliorabili mettendo mano all’assetto della quattro cilindri, che abbiamo mantenuto nella configurazione “stradale” (non siamo alla ricerca del tempone con questa moto, ci serve solo da riferimento), e soprattutto smontando il cavalletto centrale del TMAX che ne limita decisamente l’angolo di piega. Emerge comunque l’ottimo comportamento dello scooter bicilindrico Yamaha, che dati alla mano, è davvero divertente e comunicativo nel misto stretto, un cattivo cliente per qualsiasi moto di media cilindrata, se ben guidato.
Il fatto di non avere a che fare con un vero cambio e relativa frizione, toglie a parer nostro parte del divertimento e del mestiere, ma semplifica decisamente la vita a chi vuole sfruttarne fino all’ultimo, cavalli e angoli di piega. Insomma, andare forte con questo scooter è di certo più semplice rispetto ad andarci con una moto vera e propria, ma i limiti sono anche decisamente inferiori a quelli di una moto stradale, per non dire nel confronto con una sportiva, anche se la piacevolezza di guida rimane, così come le doti confort e fruibilità in generale. Lasciamo quindi ben separati i due mondi, scooter e moto, anche se in alcuni casi si avvicinano molto. Soprattutto nelle chiacchiere da bar!
Sono stati utilizzati
Tute: Dainese Kyalami - Ixon Mirage
Caschi: Arai Renegade-V - Arai RX7-V
Stivali: Dainese R Axial Pro - Alpinestars SuperTech R
Guanti: Spidi STR 4 Vent - Alpinestars GP Plus R
Acquisizione dati: AIM Solo 2
Maggiori informazioni
Luogo: Cremona Circuit
Foto: Photohouse
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Ormau, Genova (GE)Commento da censura, ma ci provo: il doppio test è solamente per tappare il buco editoriale che durerà, causa mancanza gare, fino a marzo; e poi...quanti commenti vuoti e scontati! Sembra di leggere(in media) qualche temino delle elementari.
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Capobutozzi1, Roma (RM)Per rendere un minimo fattibile il confronto avrebbero dovuto utilizzare la R3