Yamaha Tricity 155
Lo abbiamo conosciuto due anni fa, al debutto nella versione da 125 cc. Ci è piaciuto e i numeri ci hanno dato conferma: nelle grandi città Tricity si è fatto largo tra gli utenti nonostante la concorrenza, ben presente e difficile da sbaragliare. I suoi punti di forza sono certamente la leggerezza, la semplicità di guida e la piccola cilindrata, di facile utilizzo e manutenzione.
Ma giusto a riguardo della cilindrata, un 125 è perfetto in città ma chi vive nell'hinterland e per arrivare in ufficio ha bisogno di percorrere tratti autostradali o di tangenziale, ha bisogno di qualcosina in più. Ecco allora che, forte del know-how maturato in questi due anni, arriva Tricity 155, coi suoi 30 cc in più e qualche altra interessante novità.
Cosa cambia
Tricity cresce dunque ma non solo nella cilindrata: partendo dal frontale troviamo ora un faro full LED, anche se lo sguardo non cambia; cambiano invece le carene del retrotreno che si adattano al nuovo telaio con interasse più lungo (+ 40 mm), e alla nuova sella ridisegnata e più comoda, ottima anche in due. Migliorie che si traducono a vantaggio del vano sottosella che ospita ora, comodamente, un casco integrale e ne giova anche il serbatoio, che arriva a 7,2 litri di capienza. Tenendo conto che Tricity percorre circa 39 chilometri con un litro di carburante (dato dichiarato dalla Casa, noi siamo stati sui 35 strapazzandolo un bel po'), possiamo dimenticarci del benzinaio per circa 250 chilometri.
Due altre gradite novità, nel retroscudo, sono la presa da 12 Volt per ricaricare il cellulare e il sempre utile freno di stazionamento; non c'è il sistema di blocco delle sospensioni per sostare senza il cavalletto, ma Tricity è talmente leggero che stampella laterale e centrale sono più che sufficienti.
Il propulsore è un Blu Core da 155 cc raffreddato a liquido, 4 tempi e 4 valvole, praticamente un superquadro (alesaggio e corsa 58 per 58,7 mm), forte di una quindicina di cavalli, più che sufficienti per affrontare la giungla urbana e azzardare qualche sorpasso fuori città; va bene anche per l'autostrada, anche se non supera i 100 km/h di velocità massima. Ma cosa vuol dire Blu Core? Il logo non vi sarà sfuggito, fa bella mostra di sé anche dalle carene delle Yamaha MotoGP… i tecnici giapponesi ci spiegano che si tratta di un approccio alla progettazione focalizzato sull'aumento dell'efficienza di combustione e raffreddamento, riducendo le perdite di potenza, per offrire accelerazioni più rapide e consumi ridotti.
Come va
I tre ruote sono pensati per non mettere in crisi chi si avvicina al manubrio per la prima volta, ma mettono senza dubbio in sicurezza guidatori di qualsiasi livello. Le città, si sa, sono insidiose per chi si muove su due ruote: i temibili pavè e le insidiose rotaie, soprattutto sul bagnato, sono optional noiosi per chiunque. Così come sarà capitato a chiunque e spesso di trovarsi in situazioni di emergenza e dover spremere le leve dei freni, con conseguente perdita di aderenza o equilibrio. Con un tre ruote, specie se dotato di ABS e frenata combinata UBS come Tricity, il rischiometro si abbassa notevolmente e il lavoro dei dischi (220 e 230 mm) è agevolato così come la sicurezza di chi guida. La frenata è modulabilissima e forse fin troppo blanda, non ci sarebbe dispiaciuto del mordente in più; anche l'ABS non si è mai sentito chiamato in causa e lo annoveriamo tra i meno invadenti provati sinora.
Capitolo sicurezza - il più importante – archiviato, passiamo al secondo punto chiave: il comfort. Sul Tricity è garantito da una buona posizione di guida che offre visibilità, dalla comoda sella non troppo alta (780 mm da terra) e da una carenatura anteriore che mette al riparo gambe e buona parte del corpo dai gelidi spifferi di questo periodo. Anche i 165 chili in ordine marcia aiutano a godersi lo scooter senza troppi pensieri, per non parlare delle vibrazioni: assolutamente non pervenute.
Le sospensioni, unica pecca riscontrata, risultano rigide sui pavè particolarmente sconnessi delle vie milanesi. Che in Yamaha abbiano optato per un settaggio meno morbido e dunque un'impronta più sportiva? Probabilmente sì visto il comportamento dinamico in curva e a velocità sostenute: Tricity non si scompone, non sbacchetta e tiene angoli di piega da vero sportivone, ovviamente grazie anche al buon sistema LMW, al quale è necessario dedicare un capitolo a parte.
Il sistema LMW
Cuore tecnologico di Tricity è senza dubbio il sistema LMW (Leaning Multi Wheel), che cercheremo di spiegare nella maniera più semplice possibile: è stato progettato per offrire facilità di guida e stabilità e si affida a parallelogrammi collegati al cannotto di sterzo e a una speciale forcella cantilever di tipo tandem, con due steli separati per ogni ruota.
Gli steli anteriori fungono da guida, mentre quelli posteriori hanno una funzione ammortizzante che provvede all'assorbimento delle oscillazioni. Le sospensioni agiscono in modo indipendente su ognuna delle due ruote e ciò significa che, se malauguratamente una delle due perde aderenza, la seconda provvederà a tenerci in piedi senza difficoltà.
In conclusione
125 per chi si muove in città, 155 per chi deve fare qualche chilometro in più, entrambe le declinazioni del tre ruote dei tre diapason ci hanno convinto e il rapporto con le due ruote anteriori – al contrario di quel che si potrebbe pensare – è immediato e piacevole anche per chi arriva da una configurazione classica. L'ingombro anteriore è paragonabile a quello di un qualsiasi scooterone e dunque… non si passa dappertutto, ma quasi.
Promosso? Sì, e perché non pensare ad una versione maxi che vada ad affiancare sua maestà il T-Max? Se è questa la tendenza, vedremo magari un bel Tri-Max?
Prezzo, colori e accessori
Tricity è disponibile in tre colori: bianco, blu e grigio, a 4.390 Euro f.c.. Tra gli accessori originali disponibili troviamo i paramani e un utile plexi alto, baule da 39 litri, schienalino e copertina dedicata.
Sono stati utilizzati
Casco Tucano Urbano El'met
Giacca Tucano Urbano Parka
Guanti Tucano Urbano Sally
Scarpe TCX Boulevard
Maggiori info
Scooter: Yamaha Tricity 155
Meteo: variabile, 15°
Luogo: Milano e hinterland
Terreno: Urbano
Foto e video: Fabrizio Partel
perdonate se torno sull'argomento
qualcuno mi puo' confermare
se con il 155 si puo' andare in autostrada ?
si puo? guidare solo con la patente B ottenuta solo anno 2007 ?
ringrazio e saluto
Tra quelli proposti dal mercato, Il 155 mi è sembrato decisamente il meglio riuscito , almeno sotto i profili estetico, tecnico ed economico.
Guidarlo è semplice e rilassante, se non fosse per la rigidezza delle sospensioni che, per chi vive in città dalle strade prevalentemente disastrate (come Roma), rende alcuni percorsi addirittura dolorosi.
Altra pecca - davvero inspiegabile - è l'assenza di un lampeggiatore abbaglianti, molto utile di notte per segnalare la propria presenza o intenzione di sorpasso.
La pedana piatta e passante contribuisce molto al comfort del mezzo.