Yamaha Tricity 300 TEST: tre ruote... GT!
Dopo i più piccoli 125 e 155 cc ecco che il prototipo del tre ruote 300 di Yamaha diventa realtà a e arriva sul mercato, dove sarà disponibile da luglio 2020.
E' il Tricity 300, che va ad aggiungersi alla famiglia pensando ad un pubblico più adulto e un utilizzo non esclusivamente urbano, grazie ad un propulsore di media cilindrata (quello dell'XMax 300) e un'abitabilità che potrebbe fare invidia a una Smart.
Non vi convince proprio quella ruota in più? Neanche a me, ma con l'utilizzo ci si prende gusto e ci si rende conto dei tanti pro di un multiruota: tanta protezione da aria e pioggia, stabilità a tutte le andature e sicurezza in piega, anche sul bagnato.
Bisogna poi contestualizzarne l'impiego, è ovvio che non andremo a farci le domeniche sui Passi (anche se nessuno ce lo vieta), ma per raggiugere l'ufficio da fuori città, belli comodi e protetti, perché no?
Vediamo allora come si presenta e come va il nuovo arrivato in casa Yamaha.
Com'è fatto?
Partiamo dall'estetica, che mixa perfettamente il look dei Tricity più piccoli e della Niken, con un tocco della sportività dell'Xmax.
Al primo colpo d'occhio sembra che il frontale sia davvero molto largo, ma – scheda tecnica alla mano - siamo a 815 millimetri, per intenderci solo 4 centimetri in più rispetto all'Xmax di pari categoria.
Anche le altre misure sono più o meno in linea con quelle di un maxi-scooter tradizionale: 2,250 millimetri di lunghezza, 1.595 di interasse e 795 millimetri di altezza della seduta da terra. La bilancia si ferma, tutto compreso, a 239 chili: non pochi rispetto a un collega di pari cilindrata, ma inevitabili per via dell'ingombro e dell'importante struttura di tutto l'anteriore.
Altri aspetti da segnalare sono la bella fanaleria a LED (tranne le frecce), la strumentazione LCD grande e completa anche se molto semplice nel design e di impronta automobilistica, e un grande sottosella da 43,5 litri in grado di ospitare due caschi integrali. Non ci sono vani nel retroscudo, anche se ce li saremmo aspettati, dove troviamo solo una presa da 12 Volt con copertura impermeabile.
La sella è grande e spaziosa sia per chi guida che per un eventuale passeggero, e lo spazio per i piedi è buono, nonostante la presenza del tunnel centrale.
Il parabrezza è di media misura, appena sotto agli occhi. Purtroppo non è regolabile in altezza nemmeno manualmente, dettaglio che avrebbe impedito alcune fastidiose turbolenze che – invece - si avvertono su spalle e testa alle velocità sostenute.
Il cuore del Tricity 300 è lo stesso che abbiamo conosciuto e apprezzato sull'XMax 300: il monocilindrico Blue Core 4 tempi, raffreddato a liquido da 292 cc e 28 cavalli a 7.250 giri con una coppia di 29 Nm a 5.750 giri.
I consumi garantiscono percorrenze di circa 30 chilometri con un litro di carburante (13 i litri di capienza del serbatoio) e le emissioni sono tra le più basse del settore, 77 grammi di CO2 per chilometro.
Ma il vero must del Tricity sta ovviamente nel sistema di sospensione anteriore LMW (Leaning Multi Wheel), progettato per offrire facilità di guida e stabilità affidandosi a parallelogrammi collegati al cannotto di sterzo e a una speciale forcella cantilever di tipo tandem, con due steli separati per ogni ruota.
Gli steli anteriori fungono da guida, mentre quelli posteriori hanno una funzione ammortizzante che provvede all'assorbimento delle irregolarità e delle oscillazioni. Le sospensioni agiscono in modo indipendente su ognuna delle due ruote e ciò significa che, se malauguratamente una delle due dovesse perdere aderenza, la seconda provvederà a tenerci in piedi.
Rispetto ai Tricity 125 e 155 qui abbiamo anche lo Standing Assist: con un tasto posto sulla parte anteriore sinistra del manubrio (dove normalmente troviamo il passing, per intenderci) è possibile bloccare il parallelogramma in modo da spostare agevolmente lo scooter oppure semplicemente restare belli comodi al semaforo con i piedi sulla pedana.
Si può attivare al di sotto dei 10 chilometri orari e 2.000 giri del motore e si disattiva semplicemente con un colpo di gas.
Al posteriore un classico doppio ammortizzatore ha il compito di smorzare le asperità del terreno.
Per quanto riguarda i freni abbiamo 3 dischi, uno per ruota, tutti da 267 millimetri, che lavorano con l'ABS e con il sistema di frenata combinata. Più sicuri di così, non si può frenare! I cerchi, tutti da 14 pollici, calzano gomme 120-70 davanti e 140-70 dietro.
Finito di “dare i numeri” possiamo saltare su e vedere come si comporta in città - e fuori - il nostro tre ruote.
La nostra prova su strada
Non appena in sella la parola che trasmette il Tricity è solo una: comfort. C'è un sacco di spazio sulla seduta, per le gambe, per il passeggero, e la sella è ben imbottita; punto a favore del nostro tre ruote che, come la maggior parte degli scooter, ha una sospensione posteriore rigidina che non bada troppo al fondoschiena di chi guida.
Dista 795 millimetri da terra, non molti in realtà, ma essendo molto larga si rischia di faticare a poggiare i piedi a terra. Chi scrive (165 centimetri) deve portarsi nella parte anteriore della seduta per fermarsi in sicurezza ma, in questo caso e per le manovre da fermi... w lo Standing Assist!
Niente da dire invece per quanto riguarda il feeling con l'anteriore: rispetto ad altri multiruota qui la confidenza si instaura subito e la distribuzione dei pesi è perfetta per non sentirsi mai a disagio durante la guida.
Anche nel momento dello sgancio delle sospensioni, quando si riparte da uno stop senza aver appoggiato i piedi ma avendo utilizzato lo Standing Assist, non si ha quella fugace ma fastidiosa sensazione di “scooter che cade di lato” e il Tricity riparte senza la minima esitazione.
Certo, visto il peso e la cavalleria a disposizione non ci si possono aspettare prestazioni da urlo, ma il suo dovere il nostro tre ruote lo fa più che bene, con un motore silenzioso, lineare, dotato di un buon allungo e cambi di marcia impercettibili.
Non si possono azzardare grandi sorpassi perché la birra non è molta, ma più che sufficiente per l'indirizzo di utilizzo del mezzo, che dalla sua ha anche un discreto spunto da fermo.
Fuori città, sulle strade a scorrimento veloce, non ha dalla sua la velocità, ma ha certamente la stabilità, il riparo dall'aria, il comfort. E' perfetto quindi per chi lavora in una grande città ma abita fuori e ha un po' di chilometri da fare, e vuole farli in tutta comodità e sicurezza, anche in caso di maltempo.
La frenata non delude, forte della sicurezza data dall'ABS, dal sistema combinato e dalla buona modulabilità dell'impianto.
Accessori, colori e prezzi
Ricordiamo che il Tricity 300 di Yamaha è guidabile dai 21 anni di età con la sola patente B, ma non su tangenziale e autostrade.
Dato che abbiamo "lamentato" l'assenza di un parabrezza regolabile dobbiamo sottolineare però che nella vasta gamma di accessori si trova un bel plexi molto più alto, per aumentare la protezione in caso di spostamenti particolarmente lunghi e veloci.
Yamaha propone anche dei pacchetti accessori: Urban, Winter e Sport, per personalizzare il Tricity a seconda delle proprie necessità.
Il tre ruote è disponibile in tre colori: Nimbus Grey, Gunmetal Grey e Tech Kamo a 7.999 euro f.c..
Sono stati utilizzati
Casco Caberg Drift Evo
Giacca Tucano Urbano
Guanti Tucano Urbano
Leggins MotoGirl UK distribuiti da Tucano Urbano
Scarpe TCX Boulevard
Maggiori informazioni
Scooter: Yamaha Tricity 300
Data: giugno 2020
Meteo: Sole, 25°
Luogo: Modena e provincia
Terreno: Urbano e extraurbano
Tester: 165 cm
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