Yamaha XJR 1300 e XJR 1300 Racer 2015
La Sport Classic di Iwata si rinnova, ma non tradisce le origini, rimanendo un'icona nel settore delle maxi naked dal sapore vintage. Un sapore che si può apprezzare dal punto di vista estetico, soprattutto su questa versione 2015, mentre i contenuti sono quelli di una moto moderna, con una meccanica e una ciclistica non sofisticate, ma che sfruttano tecnologie attuali. Una moto adatta all'uso quotidiano, con un'attitudine alla guida rilassata, e perfetta come base di partenza per una customizzazione.
La linea si presenta muscolosa e slanciata al tempo stesso, rispetto al modello precedente appare più compatta e più magra nella zona del serbatoio, che scende di volume e quindi di capacità, da 21 a 15 litri. Il faro è di minori dimensioni, 180 mm rispetto ai 215 del precedente modello, mentre il codone della generazione precedente è stato ridimensionato e adesso al posteriore troviamo un codino sfuggente e meno pronunciato. I singoli particolari, e la componentistica in genere, denotano cura e attenzione, cura che grazie agli stimoli e alle idee di bike maker di grido, ha portato alla nascita della versione "Racer", con il cupolino in carbonio e i semimanubri, che fanno molto Cafè Racer, così come il coprisella passeggero e il parafango anteriore (entrambi in fibra di carbonio). Se l'idea per la nuova XJR 1300 prende spunto da una creazione di Keino, per l'esattezza dalla Rhapsody in Blue, per la XJR 1300 Racer l'ispirazione arriva da una creazione di Deus Ex Machina, nella fattispecie la XJR 1300 Eau Rouge. Spunti e idee che non cambiano nella sostanza la maxi di Iwata, ma che di certo la rendono ancora più attraente, in tutte e tre colorazioni disponibili, Matt Grey, Blue Metallic e Midnight Black.
Motore e ciclistica
Il collaudato motore a quattro cilindri DOHC da 1.251cc mantiene il raffreddamento ad aria, caratteristica che lo rende il propulsore di cilindrata maggiore al mondo con questa tipologia di raffreddamento e questo frazionamento. La potenza erogata è di 98 cv (71,9 kW) a 8.000 giri, cavalleria in linea con il carattere di questa moto che vede privilegiare il “tiro”, soprattutto ai medi regimi, ecco infatti che la coppia è bella corposa, con ben 108 Nm (11,1Kgm) a 6.000 giri, messi a terra dal pneumatico posteriore per mezzo di una robusta trasmissione a cinque rapporti.
La massa che si deve portare a spasso il motore della XJR 1300 è di tutto rispetto, ma niente di trascendentale, con i suoi 240 kg in ordine di marcia con il pieno del serbatoio, certo non la si può definire smilza, e neanche cerca di sembrarlo, anche perché vorremmo vedere, con un interasse di 1.500 mm. Il telaio, se si esclude l’accorciamento del telaietto posteriore, rimane identico al precedente, mentre le sospensioni, regolabili su entrambi gli assi, guadagnano il trattamento DLC (Diamond Like Carbon) sugli steli forcella che ne migliora la scorrevolezza oltre a rendere l’aspetto più intrigante.
L’impianto frenante prevede una coppia di dischi da 298 mm con pinze a quattro pistoncini, mentre per il singolo da 267 montato posteriormente è prevista una singola a doppio pistoncino. Manca purtroppo l’ABS, così come manca un controllo di trazione.
Accessori
La possibilità di personalizzazione offerta dal catalogo accessori ufficiali Yamaha, permette di arricchire ulteriormente entrambe le versioni della XJR 1300. Manubrio ribassato e plexiglass (trasparente o nero), pedane regolabili, porta targa alleggerito, tamponi para motore e borse morbide, una da montare sopra la sella passeggero (volume variabile da 24 a 36 litri), e una da serbatoio (volume espandibile da 19 a 23 litri). Se poi volete fare cantare a dovere il quattro cilindri, siete costretti a montare un terminale di scarico Akrapovic specifico per la XJR 1300, soldi spesi bene!
Come va
Iniziamo la prova su strada delle naked Yamaha in sella alla fascinosa XJR 1300 Racer, che oltre ad avere un look vintage ha pure una posizione in sella che riporta indietro nel tempo, a quello che erano le sportive fine anni settanta/primi ottanta, le superbike con cui battagliavano piloti del calibro di Roberts, Lawson e Rainey. Quindi, pedane alte e semi manubri messi là in fondo, oltre il lungo serbatoio, pancia a terra e palmi delle mani belli caricati. Anche la strumentazione analogica riporta indietro nel tempo, e se non fosse per il piccolo display su cui sono visualizzati orologio livello benzina e contachilometri ci si troverebbe piacevolmente proiettati indietro di qualche anno, anzi parecchi!
Il giro previsto ci fa attraversare l’Heatcote National Park, con le sue foreste intervallate da ampi pascoli e paesaggi collinari, davvero una vista affascinante e in linea con lo spirito di queste moto. Il meteo lo è un po’ meno, con una variabilità degna delle migliori tradizioni anglosassoni, meno per quelle locali, pioggerellina fine e fastidiosa alternata a sprazzi di sole e umidità talmente elevata che è come se stesse piovendo! Per fortuna il giro prevede un passaggio sulla costa, e più precisamente un attraversamento del Royal National Park, affacciato sull’Oceano, o meglio il Mar di Tasmania, e quindi ben ventilato e meno umido. Qui possiamo godere del sole e del calore, dell’estate australiana, che anche se in fase terminale, riesce ancora a picchiare duro.
Ma all’inizio del giro ce la dobbiamo vedere con la pioggia, e le caratteristiche, e soprattutto la distribuzione dei pesi della XJR 1300 Racer, rendono la guida sul bagnato poco piacevole, con la sensazione di un avantreno pesante e poco confidenziale, mentre il motore pastoso e fluido, recita il suo copione alla grande, esibendo fieramente una coppia e un’erogazione semplicemente fantastica, di quelle che "cambio e frizione chi li ha visti". La coppia permette di sbrigare in tempo zero qualsiasi operazione di sorpasso, ruotando semplicemente la manopola del gas, la risposta del motore è immediata e appagante a qualsiasi regime, così com’è appagante il sound di scarico soprattutto se la moto è equipaggiata con lo scarico Akrapovic. Certo che quando l’asfalto è bagnato la Racer fatica a nascondere la massa, e i curvoni in discesa sono da percorrere con un minimo di accortezza, anche perché ABS e controllo di trazione non sono pervenuti. Saremo viziati ma... ben vengano l'aspetto vintage e il concetto classic, però l'antibloccaggio lo troviamo irrinunciabile.
Nel corso della prova ci siamo alternati alla guida delle due versioni della XJR 1300, e alla fine abbiamo trovato la Racer più intrigante e fascinosa esteticamente, ma quando si tratta di guidare e si parla di macinare chilometri la XJR 1300 nuda e cruda parla un’altra lingua. Il suo essere vintage è molto più alla nostra portata, ci saranno le pedane alte che alla lunga stancano le gambe, ma il manubrio alto permette di “sentire” la moto molto più che gli estetici semi manubri della Racer, mentre il busto eretto affatica molto meno della postura da vecchia SBK. Motore, ciclistica e posizione in sella sono maggiormente accordati, e grazie a questo si apprezzano più i pregi che non i difetti di questa moto. Badate bene, però, che quelli che per molti possono ritenersi difetti, per altri, magari quelli che hanno vissuto direttamente l’epopea di questo genere di moto, possono essere classificati come “caratteristiche peculiari”.
Guidate in maniera pulita e rotonda le due maxi air-cooled si comportano bene e appagano pienamente, con un netto vantaggio della “base” rispetto alla Racer, ma se solo pensiamo di alzare il ritmo, la ciclistica mostra qualche limite dovuto alla configurazione decisamente classica. In particolare entrano in crisi i due ammortizzatori posteriori, che garantiscono un confort discreto, assorbendo meglio i lunghi avvallamenti piuttosto che le sconnessioni secche (meno male che la sella è ampia e ben imbottita), ma che essendo privi di leveraggi rispondono in maniera brusca se messi sotto pressione. Staccate e inserimenti in curva modello “io speriamo che me la cavo”, non sono nel portfolio della XJR 1300, la forcella affonda senza tanti complimenti, mentre il posteriore perde l’aplomb che lo caratterizza nella guida disinvolta e tranquilla. I freni che si sono dimostrati potenti e modulabili iniziano a richiedere uno sforzo maggiore e fanno capire che non è il caso di esagerare.
La XJR 1300 sembra dire al guidatore, “guida, goditi la strada e non stressarmi”, ed effettivamente le caratteristiche del motore e la ciclistica privilegiano queste caratteristiche, mentre in sella alla XJR 1300 Racer ci sente un po’ dei ganassa - dei vanitosi in dialetto milanese - che sacrificano in parte la piacevolezza di guida sull’altare del fare il figurone davanti al locale alla moda.
Ho chiamato tutti i concessionari calabresi e nessuno ce l'ha in esposizione, ho provato con quelli della vicina Basilicata e stessa cosa. Su moto.it, nel link sotto ci sono delle consessionarie che la vendono e ce l'hanno. Cavolo, vedrò di salire a Roma.
Ho questo giocattolone elegantissimo da ormai diversi anni. Prima di LEI, cambiavo moto molto spesso e ho avuto un po’ di tutto partendo dal 50ino Aprilia al 125 Navarro, poi il classico 600 Monster fino alle bombardone Kawasaki, la Zx9r 2001 rigorosamente verde e poi la strabiliante Zx10r del 2004 quindi primo modello (la migliore perchè poi l'hanno ingentilita...)ed era veramente una bestia indomabile ma terribilmente libidinosa. Poi per necessità di coppia… sono passato a moto più comode prendendo prima la Mt01, e poi ho preso LEI la mia piccola XJR 1300 tutta nera ed è stato amore a prima vista già dal primo km... E’ il mio scooterone da città, comodissima nelle disastrate strade cittadine dove la faccio danzare nel traffico come una gattona perché col manubrio ampio la posizione di guida è eccellente per me che sono 1,84 ( altro che queste schifezze tipo tmax e roba simile), e quando poi si va fuori porta è semplicemente fantastica, non stanca mai, motore potente ed elastico, e finalmente in coppia si sta benissimo... Difetti: NESSUNO… quando si è innamorati non esistono ;)
Se Valentino Rossi ne ha 1 nel suo garage un motivo ci sarà... roba da veri intenditori di moto
Se poi siete un pò esagerati come me e vi manca un pò il divertimento di una moto più estrema, io sto pensando ad una dorsoduro 1200 ( tra l’altro usate se ne trovano a buoni prezzi), ma da affiancare e mai a sostituire la mia meravigliosa XJR perchè guai a chi me la tocca… :)