Nico Cereghini: “Campioni e tasse, ahi ahi”
Ciao a tutti! Uno spiritoso lettore, che si firma “wolf.wolf” e non guarda da anni le cerimonie della premiazione della MotoGP, ha fatto una buona proposta: con quei piloti che nascono in un Paese e poi stabiliscono altrove la loro residenza, sventoliamo sopra i podi la doppia bandiera; così identifichiamo chi ha fatto certe scelte fiscali. Le tasse, argomento spinoso. A noi tocca pagarle fino all’ultimo euro, ai milionari invece no. A Capodanno mi ero proposto di andare ad Andorra per indagare su Marquez, ma poi Marc ha precisato che la casa nel Principato sui Pirenei l’ha presa, sì, ma le tasse le pagherà ancora in Spagna. Vedremo quanto resisterà. L’impressione è che si sia spaventato di fronte all’indignazione popolare, perché la sua prima dichiarazione (“vado ad Andorra per allenarmi in quota”) non era bastata. Magari avrebbe potuto ammettere: “Risparmio cinque milioni di tasse l’anno, è legale e non siate ipocriti, lo fareste anche voi. L’hanno fatto Pedrosa e Lorenzo, che sono andati ad abitare in Svizzera”. Ma la verità è scomoda e anche Lorenzo e Pedrosa troverebbero qualche scusa, magari verrebbe fuori che sono molto golosi di cioccolata. Come Max Biaggi disse a suo tempo che andava a Montecarlo perché gli piace il mare, che effettivamente a Roma non c’è e in Italia, come sanno tutti, scarseggia.
E’ lecito fissare dove si vuole la propria residenza? Pare di sì, purché sia residenza reale e non fittizia come per esempio fu contestato prima a Capirossi a Montecarlo e poi a Melandri a Derby (GB). Ma se la residenza è effettiva, allora si può fare. Possiamo prendercela con l’Europa, che una politica fiscale unitaria ancora non l’ha, e ogni milionario trova a cento chilometri da casa un paradiso fiscale pronto ad accoglierlo. I nostri campioni hanno la strada spianata verso residenze vantaggiose, e dopo qualche pasticcio e qualche condanna hanno imparato l’arte. Rossi, come ricorderete, aveva scelto Londra e fu contestato dal fisco nel 2007. Inviò a varie tivù una cassetta registrata e quella mossa non giovò alla sua popolarità. Di fonte alla generale incazzatura, e benché il famoso tributarista italiano Uckmar gli suggerisse di fare opposizione all’Agenzia delle Entrate, preferì vivere in pace e pagare in fretta. Con lo sconto, versò trentacinque milioni di euro contro i 112 contestati. Poco? Sì, ma è la prassi, e comunque dal 2008 è l’unico sportivo milionario residente in Italia. Gli altri stanno tutti fuori.
Cosa possiamo fare? Arrabbiarci serve a poco, soltanto a farci venire il mal di pancia. Che almeno ci sia concesso di prenderli un po’ in giro. Ridiamoci sopra che fa bene alla salute.
Nik64 ha centrato il problema
Il fatto che una persona della sua cultura arrivi a porsi tale domanda in quei termini la dice lunga sull'efficacia del lavaggio del cervello che i media di una certa corrente ci stanno facendo.
Certo che è lecito cambiare dimora: è una delle libertà irrinunciabili di una democrazia che si voglia definire tale!
Possibile soluzione...