Nico Cereghini: “La miglior definizione del TT”
Ciao a tutti! In una di quelle serate organizzate a Milano da Ciapa la Moto e coordinate da Maurizio Tanca, serate sempre piacevolissime, si è parlato di Paton e indirettamente di TT. C’era Roberto Pattoni, il figlio del grande Pep che ha creato a Milano la Paton alla fine degli anni Cinquanta, e c’erano alcuni suoi piloti storici, come Viginio Ferrari e Vittorio Scatola. Si è parlato di tutto, e arrivare al Tourist Trophy era inevitabile perché le magnifiche riedizioni delle storiche 500 verdi (“verde bolletta” come diceva lo spiritoso fondatore) oggi vincono le gare delle classiche che si corrono sull’isola. Lassù le bicilindriche bialbero di Roberto non hanno rivali.
Virginio è il pilota più onesto che conosco, è stato uno dei paladini della sicurezza, ha vissuto con me l’epoca dei dieci-morti-all’anno sulle piste del Mondiale, ha combattuto per modificare le piste salvabili e abbandonare le altre, e non può essere un sostenitore delle corse su strada e del TT. Come poteva discutere con un organizzatore, magari bocciare una curva senza spazi adeguati e poi andare a correre lassù tra case e pali della luce? Lui ha conosciuto Joey Dunlop, ha capito la sua filosofia, lo ha pianto nel 2000 e ci invita ad interrogarci davanti alle oltre duecentotrenta bare dei piloti morti sull’isola. Ferrari come me capisce benissimo quanto deve essere esaltante correre a 200 di media sulle strade più belle e storiche del mondo, ma se ti sei battuto per la sicurezza non ci puoi andare, devi essere coerente.
Allora è stato chiesto un parere a Roberto Pattoni, che conosco da quando era un timido adolescente che si nascondeva dietro alla tuta verde del padre, e resta un tipo schivo e di poche parole. E proprio lui se n’è uscito con la più bella definizione che abbia mai sentito sul TT. Che è passione, tradizione, cultura.
«Quando arrivai da ragazzino sulle corse – ha raccontato Pattoni - ero in soggezione davanti a tutti quei piloti famosi di cui sentivo parlare in casa da papà. Ma comparve Lorenzo Ghiselli, il pilota senese, che mi prese in simpatia e mi fece coraggio. Purtroppo Lorenzo è morto nell’85 a Imola con la Suzuki RG, dopo aver conquistato a 31 anni il titolo italiano 500. Lui mi aveva portato a Siena per vivere il Palio con la sua contrada, quella del Bruco: la benedizione del cavallo in chiesa, le sfilate, le abbuffate, la corsa in piazza e tutto il resto. Ebbene, io non sono un pilota e non mi sento di giudicare il TT, mi limito a portare lassù le moto per i miei clienti che corrono. Ma credo che il Tourist Trophy sia come il Palio di Siena: da fuori non lo puoi capire, invece se lo vivi lo ami, e diventa parte di te».
TT
All'sola di Man non ci sono mai stato ma ci devo andare in pellegrinaggio al "Santuario" del Motociclismo.
Il TT si corre dal 1907
Impossibile capire cosa rappresenta correre sull'Isola di Man se non ci si è andati almeno una volta.
La cosa certa è che chi corre sull'Isola di Man lo fa per una sua precisa scelta e la maggior parte di quelli che ci mettono piede per la prima volta, piloti o turisti, dopo poco stan già pensando a quando potranno tornarci.
A me l'italia non piace, se potrei userei un'iniziale anche più piccola.
Mi piace però quando sull'Isola di Man vedo la bandiera italiana sui serbatoi delle molte Paton, che corrono veloci come se non fossero passati molti anni dalla prima volta che una moto verde non giapponese facessi innamorare molti sguardi e tantissimi cuori.
Vedere la Paton ad agosto è stupendo, averne rivista una correre in maggio è stato qualcosa di inimmaginabile.
Grandissima Paton!
Grandissimo Roberto Pattoni!
Grandissimi tutti quelli che credono nelle cose che amano!