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Rally dei Faraoni 2012. 4ª Tappa: Barreda e Husqvarna conquistano la terza vittoria

- Joan Barreda aggiudicandosi la quarta prova porta a tre il numero delle sue vittorie. Quarta tappa piena di colpi di scena con alcuni ritiri eccellenti. Incidente senza gravi conseguenze per Franco Picco | P. Batini, Abu Mingar
Rally dei Faraoni 2012. 4ª Tappa: Barreda e Husqvarna conquistano la terza vittoria

Quarta tappa, la più bella dell’edizione 2012. “Così hanno detto - pensa Pal Anders Ullevalseter – vediamo se è vero!”. Ma alle 06:45, la speciale era iniziata da appena un quarto d’ora, il cambio della sua KTM si blocca. È impossibile pensare di coprire le due sezioni della lunga Speciale, 215 + 248 chilometri, con una marcia soltanto. Così il norvegese, quarto in classifica generale fino alla vigilia, si ritira e torna al bivacco, dove si affretta a cercare un mezzo per andare a recuperare la moto. Domani comunque Ullevalseter partirà. Questa la dinamica del colpo di scena di prima mattina, il primo di una lunga giornata. Non molto più avanti, infatti, Jordi Viladoms sparisce dai monitor del Posto di Controllo di Gara (il PC Course, in quel gergo che si inchina agli inventori dei Rally, i francesi). In realtà si tratta di un guasto all’Iritrack, ma è un fatto che Viladoms, dolorante alle costole in conseguenza della caduta del giorno precedente, fa fatica a forzare, e procede molto al di sotto delle sue possibilità.


La corsa passa per la Pista degli Inglesi. Ma ce ne sono un sacco di piste con quel nome, perché gli inglesi sono stati qui molto tempo, ed hanno aperto molte vie di comunicazione. Dunque la pista in oggetto è meglio

individuata dal “Labirinto”, un dedalo di roccia, terra e sabbia non lontano da Mut. Franco Picco ha portato, come sempre, una nidiata di pulcini a fare esperienza in Egitto. Sono Carlo Zuffetti, Paolo Sabbatucci, Carlo Seminara, Franco Panigalli, Alessandro Evilio e Vincenzo Tracanzan. In gara anche il meccanico ed amico, l’egiziano Amin Shafai. Anche per uno dei più grandi miti dei Rally africani è un bel da fare. Di solito Franco sta in mezzo al gruppo, posizione da dove riesce a controllare agevolmente l’intera “muta”. Facile davanti, basta un segnale di polvere, un po’ meno alle spalle, perché costringe a girarsi. In prossimità del Labirinto, salendo sulla “parete” di una duna, Picco si gira per un controllo, ma quando riporta lo sguardo in avanti sta volando oltre la cresta di sabbia. Da buon ex crossista senza paura è preparato all’impatto, ma quando atterra la sabbia è molto molle, la moto affonda e Franco vola ancora, questa volta oltre il manubrio, per poi atterrare di faccia. (Guarda il video della caduta di Picco alla Dakar). Gran botta e perdita di conoscenza, così il suo compagno accende immediatamente il segnalatore di emergenza. Soccorso dai medici Franco fa un primo volo in elicottero verso la clinica mobile al bivacco. Niente di serio, assicurano i medici, ma meglio fare una tac per togliersi ogni dubbio, così Franco riparte in volo, a bordo di uno dei colossali, antichi Chinook, gli elicotteri che in Egitto sono quasi un’icona. Un’ultima cosa. Oggi, 4 ottobre, è il compleanno di Franco Picco. Sono molti anni che il Campione lo festeggia in Egitto, ma non era mai successo così, che lo festeggiasse con il botto. Auguri Franco.


Torniamo in testa alla corsa. Fuori Ullevalseter e virtualmente inibito Jordi Viladoms, è ancora Joan Barreda a menare le danze, ad un’andatura molto elevata. Pesandoci bene, è uno dei momenti chiave della carriera dell’ormai ex promessa. Per la prima volta Barreda forza il ritmo e apre la strada, impedendo agli avversari di raggiungerlo, e soprattutto senza commettere errori importanti. Sì, un paio di piccole digressioni, ma niente di fatale alla magnifica corsa del pilota scoperto da “Monsieur” Juan. Tanto è vero che il 29enne catalano va a vincere la sua terza tappa, su quattro, di questo Faraoni, cinque minuti davanti al polacco Przygonski e sette davanti al compagno di squadra Gonçalves. Operazione eccellente. Per Barreda, che certamente non deve montarsi la testa, è una specie di piccola consacrazione, è il salto nell’olimpo dei Piloti capaci di condurre in testa dall’inizio alla fine una tappa, pur facendosi carico della navigazione. Adesso lo aspetta un’altra esperienza, domani e probabilmente fino al ritorno al Cairo: quella del leader tranquillo, in grado di controllare la corsa ignorando la pressione degli avversari.
 

Mancano due tappe alla fine del Faraoni 2012. Anzi, per qualcuno ne manca una soltanto. È il caso di Paolo Bellini, in gara con una PKL “Bastarda”, una creatura originale di quella “creatura mitologica” che è Fernando Prades, il deus ex machina delle prime KTM da Rally e realizzatore della ciclistica della Mi1 Bordone-Ferrari. Per un volgare guasto, leggi la rottura di un tubo di recupero del circuito di raffreddamento, Bellini è costretto a fermarsi nel deserto con la guarnizione di testa bruciata. La sua moto, adesso, è su uno dei tre camion scopa dell’organizzazione, che tutti i giorni riporta al bivacco le moto dei concorrenti più sfortunati, consentendo loro di riparare e ripartire il giorno dopo. Purtroppo il camion è in forte ritardo, e non è previsto che riesca a rientrare a Abu Mingar in tempo per la partenza della Abu Mingar-Tybnija. Bellini potrà quindi, in via del tutto eccezionale, riprendere la sua gara nell’ultima tappa del Rally.


Simone Casadei, Oreste Bugli, Paolo Massari e Marco Celi. Quattro amici che sono cresciuti nel mito di Massimo Montebelli, il pilota, preparatore e costruttore, mito eroico della disciplina, scomparso nel marzo scorso. Erano ancora teenagers quando seguivano le gesta leggendarie di Massimo, ed uno di loro è riuscito addirittura ad entrare in possesso di una delle realizzazioni di Montebelli, una TT 600 che era stata per molto tempo esposta in una discoteca della riviera romagnola. Poi insieme, e con il loro idolo, hanno vissuto la familiare avventura dell’Enduro friends, la gara tra amici organizzata da Paolo Focchi. Massimo, ce lo dicono i quattro amici, pensava di partecipare con loro a questo Faraoni, tornando in sella ad

una delle sue creature. Nel gesto singolare e simpatico di un ricordo, il Team dei quattro amici si chiama Amarcord Massimo Montebelli. Mi ricordo Massimo Montebelli.


Non manca molto al briefing per la quinta e penultima tappa, che riporta la carovana del Rally a Baharija, quando una notizia scuote il bivacco. Nuovo colpo di scena di una giornata “calda”. Jean-Louis Schlesser, che oggi ha vinto tornando in testa alla corsa (Al Mutawei si è perso, regalando quasi mezz’ora all’assegnatario della coppa del Mondo Auto due ruote motrici), è stato escluso dalla corsa. La vittoria di tappa va a Patrick Sireyjol ed il Mondiale probabilmente a Al Mutawei. La motivazione della decisione della giuria FIA fa riferimento alla flangia di ammissione, verificata dai tecnici federali e ritenuta non conforme. Io non mi intendo di auto e di regolamenti, Jean-Louis afferma che probabilmente la flangia è andata fuori misura a causa della sua manutenzione. Sta di fatto che il Faraoni delle auto finisce qui, con la vittoria del Pilota di Dubai.
 

Ah, un’ultima cosa. Un ultimo colpo di scena. È in arrivo al bivacco anche Gianpietro Dal Ben, il Pilota di Energia e Sorrisi che, sbagliando strada, si stava dirigendo in Sudan. È rimasto senza benzina.
 

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Piero Batini
 

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