Le pagelle del GP d'Italia a Imola [GALLERY]
La pista di Imola regala sempre gare emozionanti e piene di colpi di scena, e quelle di questo afoso weekend appena trascorso non hanno fatto eccezione. Proprio quando sembrava che dopo Donington Alvaro Bautista anche in Emilia potesse incrementare il proprio vantaggio nella classifica generale, la scivolata al Tamburello ha riportato lo spagnolo agli incubi del 2019, esaltando i suoi avversari, primo tra tutti Toprak Razgatlioglu, che da campione qual è non si lasciato sfuggire un’occasione così ghiotta.
Ora sono “solo” 70 i punti che separano Alvaro dal giovane turco, e quando mancano ancora 5 round alla fine del campionato, e con ancora 310 punti da assegnare, non si può certo dire che il campionato non sia riaperto, almeno dal punto di vista della matematica.
Tutto dipenderà da come lo spagnolo della Ducati si riprenderà da questo passo falso. Senza il Babau a vincere è la Yamaha, e se non avessero penalizzato Matteo Vannucci nella seconda gara della SS300, la casa di Iwata avrebbe vinto sei delle sette gare che le derivate hanno disputato a Imola.
Sostenuta dal solo Jonathan Rea, la Kawasaki annaspa non solo in pista, ma anche con i regolamenti, sfruttando le concessioni per 500 giri in più che utilizzerà solo se tra altri tre round potrà cambiare l’albero motore. Se la casa di Akashi resiste grazie a Jonny, il vessillo di quella di Monaco di Baviera in Emilia è stato sostenuto da Loris Baz e Scott Redding, che non hanno però potuto andare oltre qualche onorevole piazzamento. Buio pesto in casa HRC che in tre gare ha ottenuto quale miglior risultato il decimo posto di Lecuona in Gara2. Dove sono finiti le mirabolanti dichiarazioni di alcuni anni fa ed i bellicosi propositi di vittoria? Possibile che una casa come la Honda non riesca ad emergere in Superbike, e soprattutto che tutto resti invariato anche dopo quattro anni di risultati che all’inizio del secolo avrebbero causato più di un harakiri?
Nonostante un caldo difficile da sopportare ed un periodo dell’anno nel quale la gente preferisce (giustamente) la spiaggia alla tribuna, il popolo della Superbike a Imola ha risposto presente, con 53.531 presenze nei tre giorni di prove e gare. Pensate se questo round si fosse disputato a settembre... E mentre la Dorna ripassa la geografia, con particolare attenzione alle stagioni e ai climi, noi diamo i voti ai protagonisti delle gare del settimo round WorldSBK.
Alvaro Bautista: 7
Dopo la caduta in Gara2 Alvaro è apparso alquanto mogio. In una stagione qualche sbaglio si può commettere, l’importante è reagire. Lo scorso anno lui lo fece alla grande dopo la scivolata di Donington, e quindi aspettiamo di vedere cosa succederà a Most. Gli va indubbiamente riconosciuto il coraggio di correre sempre per vincere, senza risparmiarsi o fare calcoli. Solo chi cade può risorgere.
Toprak Razgatlioglu: 10
Una macchina da guerra. Dopo la Superpole si aggiudica anche la gara sprint e quella di domenica. Se vede anche la minima possibilità di vincere ci si butta a pesce, e figuriamoci se si lasciava scappare la grande possibilità offertagli dalla scivolata di Alvaro, che ora sa di non poter più sbagliare.
Jonathan Rea: 8
Una Superpole stranamente opaca lo mette in difficoltà nelle prime due gare, ma lui non molla niente e lotta come un leone sino a quando la sua moto glielo permette. Corre sopra i problemi, dimostrandosi un campione di tenacia e impegno.
Andrea Locatelli: 7,5
Super Loka. Secondo in Superpole e terzo nella sprint race, dove resta in testa per metà gara. Gli manca ancora qualcosa per stare stabilmente con i primi. Deve avere maggior fiducia sulle sue possibilità.
Axel Bassani: 8
Finalmente una buona Superpole! Fatica nelle prime due gare, ma poi quando vede Bautista per terra si strappa la camicia come Hulk e mostra i muscoli a Toprak, che però non si lascia spaventare e gli toglie una vittoria che avrebbe fatto impazzire i sostenitori del Bocia. Una grande gara in un weekend che conferma quello che abbiamo sempre scritto: il talento c’è, manca la continuità.
Michael Ruben Rinaldi: 7
Non si è potuto allenare e non è ancora al massimo fisicamente, ma nonostante il caldo Michael ha dato il massimo ed ha ottenuto tre quinti posti. Barcollo ma non mollo.
Danilo Petrucci: 6
Il ternano a Imola va in altalena, e passa dalla decima posizione in Superpole alla sesta in Gara1, alla nona nell’ultima. La mancanza di grip accusata dalla sua V4 lo mette in difficoltà. Ha dichiarato di essere comunque sulla strada giusta e quindi aspettiamo di vedere cosa potrà fare a Most.
Alex Lowes: 5
Un weekend difficile per la seconda guida della Kawasaki, che dopo aver faticato in Superpole ed in Gara1 sembrava aver trovato il bandolo della matassa nella gara sprint, ma poi la caduta nella seconda lunga ha fatto riemergere antichi fantasmi.
Dominique Aegerter: 4,5
Visto che a Imola faceva caldo lo svizzero non è venuto ed ha mandato una controfigura. La pista emiliana è difficile e non tutti la possono capire. Lui no.
Remy Gardner: 5
Tre volte undicesimo. Gardner continua s stupire. In negativo. Nozane australiano?
Scott Redding: 5,5
Non si capisce se creda ancora o meno nel progetto BMW. Dopo una buona Superpole si barcamena tra l’ottava e la decima posizione. Pochino
Loris Baz: 6
Si è ripreso in fretta dalla paurosa carambola di Donington e dopo qualche buon piazzamento, ha concluso Gara2 al settimo posto, miglior risultato per un pilota BMW in questo weekend di Imola.
Leon Haslam: 5,5
Il caldo afoso rovina la sua vacanza premio, ma riesce comunque ad andare a punti nelle prime due gare. Nella terza è costretto al ritiro. Goodbye Leon.
Bradley Ray: 7
E’ la rivelazione di Imola e del campionato. Talento e grande professionista, Ray impara in fretta l’elettronica e le piste. Dopo il sesto posto in Superpole chiude sesto anche in Gara2 confermando l’ottimo lavoro che sta facendo assieme al Team Motoxracing. Da tenere assolutamente d’occhio.
Garrett Gerloff: 4
Ripete l’errore di Assen del 2021 e butta in terra il suo compagno di squadra, in questo caso Loris Baz. Torna da Imola con soli 6 punti in tasca. Frastornato.
Ma diremo che è questione di "cultura"....