Scott Redding e Valentino Rossi sulle Rosse (Stradali)
Non c’è pace per i piloti della SBK: i loro test sono stati bersagliati dal maltempo e i due giorni programmati a Jerez per fine gennaio sono saltati. A Misano i piloti Ducati hanno potuto girare venerdì scorso 5 febbraio ma, causa nebbia solo dalla tarda mattinata e con pista non perfetta. Parliamo degli ufficiali Redding e Rinaldi più Tito Rabat, neo acquisto del team Barni.
Ma i settanta giri di Misano non sono bastati a Scott Redding e così, appena gli è stato possibile, eccolo di nuovo in pista.
E’ successo domenica 7 ad Almeria, il circuito andaluso “con il maggior numero di ore di sole in Europa” come recita il sito ufficiale. Il clima era effettivamente molto favorevole e questa volta l’inglese ha usato la Panigale V4S: la stagione partirà ufficialmente il 23-25 aprile ad Assen, un altro test di due giorni è programmato a Misano a metà marzo (tutti i team Ducati più Yamaha e Kawasaki Puccetti) e le occasioni per allenarsi vanno colte al volo.
Girare in pista con la moto di serie, con una stradale supersportiva, ormai è considerato quasi indispensabile da molti piloti della MotoGP e della Superbike: si allenano i muscoli che più lavorano nella guida della moto, si riprende la confidenza con pista e mezzo, e in più ci si diverte con rischi molto limitati.
Ma è una prospettiva recente, non era così soltanto pochi anni fa, e ci viene in mente quella volta che al manubrio di una rossa di serie si mise eccezionalmente Valentino Rossi.
Rossi, la spalla, i dubbi
Accadde esattamente dieci anni fa, a fine gennaio 2011.
Il Dottore aveva lasciato la Yamaha alla fine della stagione precedente per passare alla Ducati, ma i primi test di Valencia con la V4 italiana, nei giorni 9 e 10 novembre, non erano andati così bene. Quella volta Rossi dovette subire un distacco di un secondo e 6 decimi dall’ex-ducatista Stoner (sulla Honda) e oltre un secondo dal compagno di team Nicky Hayden.
La GP11 si rivelava più ostica del previsto per il suo tipo di guida e in più c’era il problema della spalla destra, in disordine dopo la caduta a inizio stagione nell’off road. I dubbi erano tanti.
Appena tornato da Valencia, Rossi si sottopose all’intervento alla spalla che aveva a lungo rimandato e quindi, prima di rimettersi sotto il cupolino della Desmosedici nei test dei primi giorni di febbraio a Sepang, pensò di saggiare le sue condizioni in una seduta di test a Misano Adriatico.
La pista era stata riservata da Mattia Pasini (anche lui reduce da infortunio) e Valentino utilizzò una Ducati 1198 SP standard.
“Ho fatto 25 giri con la 1198 SP - dichiarò il pesarese sfilandosi la tuta di pelle a fine test - che è una specie di moto storica per la Ducati. La moto è bella e veloce, mi sono proprio divertito”.
Dopo i ringraziamenti a Filippo Preziosi e alla Ducati, Valentino aggiunse che purtroppo la spalla faceva male, soprattutto in frenata, che la forza non era ancora quella giusta e che per Sepang era abbastanza preoccupato: avrebbero lavorato sulla posizione di guida per poter girare e raccogliere tutte le informazioni possibili sulla GP11, anche se non si sentiva al top della forma.
Al termine delle tre sessioni malesi Rossi avrebbe avvicinato Hayden (che lo precedette di tre decimi), ma restò lontano, oltre il secondo, dai migliori, i tre piloti Honda vicinissimi e davanti a tutti nella classifica combinata dei tempi: primo Marco Simoncelli con la Honda di Gresini, secondo Pedrosa a 13 millesimi e terzo Stoner a 54. Poi Lorenzo, Dovi e Spies.
I test successivi, sempre a Sepang alla fine di febbraio e sempre dominati dalle tre Honda (anzi quattro, con Dovizioso) furono ancora sofferti per il neo acquisto della Ducati: dopo tre sessioni (due per lui, che saltò la seconda) Vale era undicesimo con lo stesso crono del compagno Hayden, a 1 secondo e 8 decimi dal primo, Stoner.
Si profilava una stagione difficile: negli ultimi test in Qatar il gap scese a 1 secondo e 3, nella prima gara di Losail Rossi fu settimo a sedici secondi dal vincitore Stoner; sarebbe salito sul podio soltanto con il terzo posto di Le Mans e avrebbe concluso malinconicamente la prima stagione con la Ducati al settimo posto, tra Sic e Nicky.
La 1098 era davvero un trave incredibile.
Io credo che i mondiali vinti in SBK con quella moto siano incredibili.
Faccio un'altro appunto, è impressionante vedere come i piloti puntano le moto stradali, la Panigale di Redding è talmente alta dietro che pare abbia un mono da cross.