PERSONAGGI

SS300. Il "caso" Sharni Pinfold: interviene anche la FIM

- La pilota australiana aveva denunciato il trattamento dispregiativo nei confronti delle donne a suo parere esistente nel motociclismo e la Federazione Motociclistica Internazionale è intervenuta con un comunicato di solidarietà
SS300. Il caso Sharni Pinfold: interviene anche la FIM

Non si è ancora placata l’eco delle dichiarazioni rilasciate dalla giovane pilota Sharni Pinfold, e il clamore mediatico suscitato dal suo ritiro dalle competizioni, causato da un “trattamento dispregiativo nei confronti delle donne”. Con le sue dichiarazioni l’australiana ha lanciato un sasso nello stagnante sottobosco della disparità sessuale e dell’assenza di rispetto nei confronti delle donne, che Sharni sostiene esista nel mondo del motociclismo.

Il suo appello non è sfuggito alla FIM, la Federazione Motociclistica Internazionale, che ha emesso un comunicato con il quale condanna ogni tipo di discriminazione e si schiera al fianco della Pinfold, unitamente all’Australian Motorcycling Federation.   

Riportiamo qui di seguito il testo del comunicato emesso della FIM, in attesa di conoscere quali azioni faranno seguito a queste dichiarazioni.

"La FIM sta monitorando da vicino la situazione a seguito del comunicato emesso sui social dalla pilota australiana Sharni Pinfold, che ha suscitato forti emozioni all'interno della comunità motociclistica. L'uguaglianza di genere è un valore fondamentale per la FIM, che si impegna costantemente a garantire il benessere di tutti i motociclisti e di tutte le parti interessate. La FIM è rimasta sconvolta per la notizia e prende molto sul serio la dichiarazione fatta dalla signora Pinfold. La FIM e l'Australian Motorcycling Federation si sono mantenute a stretto contatto con la giovane pilota, per meglio comprendere i fatti che hanno portato Sharni a tanto scoramento. Ci teniamo a sottolineare che Sharni Pinfold può contare sull’appoggio incondizionato della FIM per vincere questa sfida.

La FIM ricorda che la pratica del motociclismo è aperta a tutti, senza discriminazioni e condanna ogni forma di comportamento contrario a questi valori. Qualsiasi forma di discriminazione basata su motivi politici, religiosi, sessuali o razziali non sarà mai tollerata. Dal 2006 la FIM Women in Motorcycling Commission (CFM) ha lavorato duramente per creare pari opportunità, e promuovere la parità di trattamento per le donne coinvolte in attività legate al motociclismo.

La FIM non accetta alcun tipo di discriminazione nei confronti dei nostri piloti, indipendentemente dal loro sesso - ha dichiarato la direttrice del CFM, Nita Korhonen - Siamo un'unica famiglia di motociclisti e tutti sono i benvenuti. Non sono tollerati commenti o azioni inappropriate o inquietanti. Miriamo a supportare tutti i motociclisti e a consentire loro di perseguire i loro sogni, e mantenere alta la loro motivazione. La FIM Women in Motorcycling Commission, insieme alla FIM ed ai suoi stakeholder, continuano a lavorare duramente per migliorare l'uguaglianza di genere nel nostro sport a tutti i livelli".

Sharni Pinfold ha invece commentato: “Dopo l'esperienza che ho tratto dalla mia vicenda, ora il mio desiderio è quello di poter contribuire alla consapevolezza del trattamento irrispettoso e misogino nei confronti delle donne. Spero davvero di essere in grado di incoraggiare il tanto necessario miglioramento nel settore motociclistico, ed in tutti i settori in cui le donne sono trattate in modo diverso. Non sono solo io, ci sono molte altre donne che sono state trattate male, e di conseguenza spero di essere in grado di responsabilizzare gli altri e a ribadire l'importanza ed il valore dell'autostima. Sarebbe facile per me fermarmi e puntare il dito contro le persone responsabili di quanto ho subito, ma sento che la vera forza è determinata da come noi sappiamo reagire. Non voglio passare per vittima, ma sono qui per difendere ciò che è giusto, ed estendere questo messaggio all'esterno per tutte le donne. Sono grata per il sostegno e per le misure adottate dalla FIM, con il chiaro obiettivo dell'uguaglianza per tutti. Questo è ciò che vogliamo ottenere".

  • Acapulcow
    Acapulcow, Genova (GE)

    A cominciare da certi commenti, la discriminazione nei confronti delle donne esiste eccome. non ho dubbi che di fronte alla scelta se dare una moto competitiva ad un uomo o a una donna, la scelta, fatte salve esigente di marketing o di visibilità, ricada con grandissima prevalenza sull'uomo. In discipline come le gare automobilistiche o motociclistiche, dove la meccanica e la validità di un mezzo contano di gran lunga di più rispetto alla fisicità (perchè non raccontiamoci storie sulla debolezza del fisico femminile rispetto a quello maschile), il problema della parità di genere e di accesso all'agonismo sono evidentissime. Per ragioni principalmente "culturali", l'accesso agli sport motoristici da parte delle donne è da sempre difficilissimo ed ostacolato prima di tutto dal pregiudizio.
    In condizioni ideali, ossia qualora vi fosse pari possibilità di accesso al circuito formativo dei piloti e nessuna discriminazione sul materiale da gara, sono certo che tra piloti uomini e donne, non ci sarebbe alcuna differenza di prestazione.
    Il dato di fatto è che al momento gli sport motoristici sono ritenuti disciplina esclusivamente maschile.
  • wallaceegromit
    wallaceegromit, Como (CO)

    Vedo con piacere che la mamma dei c.....i MASCHI è sempre incinta. Non so dove vivete e cosa leggete, ma le donne di tutte le età hanno fatto fior di denunce in vari ambiti sportivi e non sportivi per cose anche peggiori. Anzi mi sa che non leggete molto, libri intendo. Buone letture.
Inserisci il tuo commento